Dopo aver bocciato una
mozione del Guastafeste
a protezione delle zone
R2
(destinate ad
abitazioni a 2 piani) il
PLR si preoccupa per la
salvaguardia delle zone
R2...
Una recente
interpellanza al
Municipio, firmata del
gruppo PLR nel Consiglio
comunale di Losone,
prende lo spunto dal
«caso» edilizio che – ad
Arcegno – riguarda un
imponente progetto
residenziale, sulle
quali il CdT ha riferito
nell'edizione del 12
giugno. Nel testo, ci si
stupisce per le
«costruzioni sempre più
monolitiche che nulla
hanno a che fare con il
tessuto territoriale del
nostro Comune, vuoi per
errori di valutazione
del PR da parte di
Esecutivo e Legislativo,
vuoi per errori
interpretativi delle
norme di attuazione».
Il PLR dice che è
necessario «compiere
un passo indietro ed
effettuare una nuova
valutazione a sapere
come vogliamo che Losone
si sviluppi riferendoci
al capitolo delle zone
(R2-R5)».
Ebbene, a tal proposito
avrei qualcosa da dire
anch’io al PLR, e a
tutti coloro che adesso
si strappano i capelli
per quel che sta
succedendo ad Arcegno.
Il 16 giugno del 2007
avevo presentato una
mozione intitolata
«Ridurre le altezze
delle costruzioni nelle
zone R2 (dove ora si
possono costruire 3
piani) per mantenerne la
qualità ». Nel
testo, ricordavo l’iter
con cui il Municipio
aveva proposto, a suo
tempo, di aumentare
l’indice di occupazione
nelle zone R2 dal 30 al
40%, diminuendo nel
contempo l’altezza
massima alla gronda da
7.5 a 6.5 metri, così da evitare
«costruzioni
praticamente a 3 piani»
in zone destinate ad
abitazioni a due piani.
Quel saggio
compromesso, tuttavia,
venne snaturato dal
Legislativo, che approvò
l’aumento degli indici
di occupazione lasciando
però invariata la
precedente altezza
massima,
spianando così la
strada agli appetiti
degli speculatori
edilizi. Con la mia
mozione, proponevo per
l’appunto
di correggere
quell’errore, riducendo
l’altezza alla gronda
come aveva inizialmente
proposto il Municipio.
Nelle motivazioni
scrivevo queste
profetiche parole:
«sarebbe ora che anche i
legislatori comunali si
rendessero conto che una
parte delle
responsabilità di
determinate situazioni
conflittuali è da
ascrivere a Piani
regolatori da loro
approvati, i quali – più
che salvaguardare la
qualità degli
insediamenti abitativi –
sembrano perseguire la
massima redditività ed
il massimo sfruttamento
del territorio, sia in
altezza che in
larghezza». Proprio
ciò che sta accadendo ad
Arcegno... Inoltre nella
mozione rilevavo come –
benché nel frattempo
qualche bue fosse
fuggito dalla stalla –
“ la situazione in
queste zone, fra le più
ambite del Comune, non è
ancora irrimediabilmente
compromessa e c’è ancora
molto da salvare a
tutela della qualità di
vita di chi ci abita”.
Orbene, la mia mozione
venne preavvisata
negativamente dal
Municipio il 5 agosto
2008, e in seguito pure
dalla Commissione del
Piano regolatore (il
rapporto contrario era
stato firmato anche da
Ivan Catarin, che adesso
ha sottoscritto a nome
del gruppo PLR
l’interpellanza legata
alla vicenda arcegnese).
Poi, durante la seduta
del Consiglio comunale
del 1. dicembre scorso,
la mozione è stata
silurata con 2 soli voti
favorevoli (entrambi del
Guastafeste), 27
contrari e 1 astenuto
(Guastafeste) .
Ecco che adesso anche il
PLR, dopo aver bocciato
all’unanimità la mia
mozione meno di 7 mesi
fa, si accorge che c’è
qualcosa che non va nel
nostro PR, e giustamente
(ma
tardivamente) si
preoccupa per le
dimensioni notevoli di
certi oggetti che
vengono inseriti in zone
R2 e R2 estensive. Ma
tutto ciò è una
conseguenza logica
del fatto di aver
ampliato gli indici di
occupazione in queste
zone senza nel contempo
diminuire le altezze.
Così facendo, nelle zone
R2 possono infatti
sorgere piccoli mostri a
3 piani, che con le
caratteristiche di una
zona R2 hanno poco da
dividere e che rovinano
la qualità della vita di
queste zone pregiate,
finendo
magari – alla
lunga – col far
diminuire anche
il loro valore
venale.
Se la mia mozione fosse
stata accolta ancora nel
2007, quando l’avevo
presentata, portando
dunque l’altezza massima
alla gronda in zona R2 a 6,50 metri – ossia tale da poter
costruire solo 2 piani
più una mansarda –
sarebbe forse stato
tecnicamente impossibile
progettare due monoliti
per 18 appartamenti (!)
come quelli previsti ad
Arcegno. Ora è un po’
tardi per piangere sul
latte versato, quindi
ciascuno si faccia un
esame di coscienza e si
assuma le proprie
responsabilità.
Giorgio Ghiringhelli
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