Losone,
9 maggio 2012
Senza raccoglitori
di firme non v’è
democrazia diretta
Il
municipale di Gordola Claudio
Rossi ha già avuto
modo di esprimere il
suo parere sulla mia
iniziativa popolare
mirante ad aggregare
i Comuni del
Locarnese e del
Bellinzonese,
definendola
l’iniziativa più
antidemocratica mai
lanciata nel nostro
Paese. Eh già,
perché secondo lui –
e secondo altri che
si sono espressi
allo stesso modo –
proporre una
modifica della
Costituzione che per
entrare in vigore
necessiterà
obbligatoriamente
dell’approvazione
del Popolo sovrano è
un atto
antidemocratico. Non
contento di ciò,
nella sua risposta a
una mia replica, mi
ha accusato di
approfittare della
democrazia “per
manie di
protagonismo e sete
quotidiana di
riflettori” . E’ la
classica accusa che
da anni mi sento
rivolgere per il mio
attivismo in
politica da chi è
geloso dei miei
successi e da chi in
mancanza di
argomentazioni più
valide cerca di
colpire la persona. Che diamine :
il buon
cittadino, o il buon
politico, è quello
che se ne sta zitto,
che non lancia
iniziative e
referendum, che non
presenta ricorsi
nell’interesse
pubblico contro
decisioni delle
varie Autorità. Se
un guastafeste, pur
senza insultare
nessuno,
osa uscire
dal gregge,
impegnarsi in
battaglie
costruttive che
suscitano
l’interesse dei mass
media e di molti
cittadini e se per
giunta ne vince
parecchie, allora,
anziché essere
ringraziato per il
suo impegno civico e
additato quale
esempio per quei
numerosi cittadini
che si limitano a
criticare senza
muovere un dito per
migliorare le cose,
egli va messo alla
berlina con l’infame
marchio di
approfittatore della
democrazia per manie
di protagonismo.
Ma
questo difensore
della democrazia non
si è fermato qui.
Nella sua foga
antighiringhelliana
egli si è scagliato
anche contro la
raccolta di firme
fuori dai seggi
elettorali, da lui
paragonata a una
sorta di
mercatino
dell’usato dove la
gente,
sollecitata
a firmare, alla fine
firma “non
tanto perché
convinta di quello
che fa, ma per far
smettere
quell’odiosa
molestia verso chi
si avvia ai seggi
per fare cose più
serie”. Ebbene,
tutta la democrazia
diretta in Svizzera
(che è una cosa
molto seria, caro
Rossi ) esiste
perché esistono i
promotori di
iniziative popolari
e di referendum e
soprattutto perché
esistono i
raccoglitori di
firme, senza i quali
nessuna raccolta di
firme riuscirebbe.
Ed è cosa normale,
oltre che un diritto
riconosciuto dalla
giurisprudenza,
che la
raccolta di firme
si concentri
a ridosso dei locali
di voto, cioè
proprio laddove si
recano quei
cittadini che
manifestano un
interesse per la
cosa pubblica.
Ad
esempio per la mia
iniziativa
concernente le
aggregazioni abbiamo
raccolto ben 6'300
firme proprio grazie
alle bancarelle
posate fuori dai
seggi elettorali
in occasione
delle elezioni
comunali del 1.
aprile e delle
votazioni di
ballottaggio per i
sindaci. La
spedizione di
100'000 formulari ad
altrettanti fuochi
(costata 16'000
franchi) ha invece
reso solo 1'500
firme , a
dimostrazione
dell’inefficacia di
questo costoso
metodo alternativo
di raccolta ( a
seguito
dell’indifferenza e
della pigrizia di troppa gente che non
rispedisce i
formulari pur
condividendo
l’argomento). In un
Cantone come il
nostro in cui per la
riuscita di
iniziative popolari
e di referendum a
livello cantonale si
richiedono troppe
firme e in troppo
poco tempo rispetto
a tutti gli altri
Cantoni è insomma
diventato quasi
impossibile ed
eccessivamente
oneroso esercitare
con successo i
diritti popolari
senza le bancarelle
fuori dai seggi
elettorali in
occasione di
elezioni comunali e
cantonali
( ossia
nelle uniche due
occasioni in cui non
vi è ancora il voto
per corrispondenza).
Per
esperienza diretta,
avendo trascorso un
migliaio di ore
a raccogliere
firme in tutto il
Cantone per
sei mie
iniziative cantonali
e cinque comunali,
so quanto può essere
faticoso svolgere
questa attività che
mette a contatto
anche con gente
maleducata ,
arrogante e poco
democratica . E so
anche che molti
municipali la
pensano come Rossi e
considerano la
raccolta di firme
come una “odiosa
molestia” ed i
raccoglitori di
firme come dei
disturbatori della
quiete pubblica :
tant’è vero che in
almeno otto
occasioni ho dovuto
presentare dei
ricorsi ( tutti
vinti ! ) contro
Municipi che
ponevano
ingiustificati
ostacoli alla posa
di bancarelle.
Quindi nel mio
piccolo ho fatto il
possibile per
salvaguardare i
diritti presenti e
futuri dei
raccoglitori di
firme di questo
Cantone, di
qualsiasi colore
politico essi siano.
E come cittadino
pretendo un po’ più
di rispetto (specie
dai politici) verso
quei pochi
coraggiosi che
ancora si mettono a
disposizione per
questa serissima
attività di
interesse pubblico,
senza la quale la
gente non potrebbe
votare su nulla.
Il
raccoglitore di
firme è un emblema
della nostra
democrazia diretta
di cui andiamo tanto
fieri, e non merita
di essere vilipeso e
trattato come un
appestato : anzi,
prima o poi qualcuno
dovrebbe decidersi a
dedicargli una
statua in segno di
riconoscenza per la
sua importante
funzione a favore
della democrazia. E
se a Rossi ciò non
sta bene, può sempre
lanciare
un’iniziativa
popolare
costituzionale per
chiedere
democraticamente al
popolo di abolire la
democrazia diretta.
Giorgio Ghiringhelli,
Losone
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