di Giorgio Ghiringhelli


IL MOVIMENTO POLITICO CHE NON MOLLA MAI L'OSSO




                                                                                                                 Losone, 9 maggio 2012

 

 

Senza raccoglitori di firme non v’è democrazia diretta

 

 

Il municipale di Gordola Claudio Rossi ha già avuto modo di esprimere il suo parere sulla mia iniziativa popolare mirante ad aggregare i Comuni del Locarnese e del Bellinzonese, definendola l’iniziativa più antidemocratica mai lanciata nel nostro Paese. Eh già, perché secondo lui – e secondo altri che si sono espressi allo stesso modo – proporre una modifica della Costituzione che per entrare in vigore necessiterà obbligatoriamente dell’approvazione del Popolo sovrano è un atto antidemocratico. Non contento di ciò, nella sua risposta a una mia replica, mi ha accusato di approfittare della democrazia “per manie di protagonismo e sete quotidiana di riflettori” . E’ la classica accusa che da anni mi sento rivolgere per il mio attivismo in politica da chi è geloso dei miei successi e da chi in mancanza di argomentazioni più valide cerca di colpire la persona. Che diamine :  il buon cittadino, o il buon politico, è quello che se ne sta zitto, che non lancia iniziative e referendum, che non presenta ricorsi nell’interesse pubblico contro decisioni delle varie Autorità. Se un guastafeste, pur senza insultare nessuno,  osa uscire dal gregge, impegnarsi in battaglie costruttive che suscitano l’interesse dei mass media e di molti cittadini e se per giunta ne vince parecchie, allora, anziché essere ringraziato per il suo impegno civico e additato quale esempio per quei numerosi cittadini che si limitano a criticare senza muovere un dito per migliorare le cose, egli va messo alla berlina con l’infame marchio di approfittatore della democrazia per manie di protagonismo.

 

Ma questo difensore della democrazia non si è fermato qui. Nella sua foga antighiringhelliana egli si è scagliato anche contro la raccolta di firme fuori dai seggi elettorali, da lui paragonata a una sorta di  mercatino dell’usato dove la gente,  sollecitata a firmare, alla fine  firma “non tanto perché convinta di quello che fa, ma per far smettere quell’odiosa molestia verso chi si avvia ai seggi per fare cose più serie”. Ebbene, tutta la democrazia diretta in Svizzera (che è una cosa molto seria, caro Rossi ) esiste perché esistono i promotori di iniziative popolari e di referendum e soprattutto perché esistono i raccoglitori di firme, senza i quali nessuna raccolta di firme riuscirebbe. Ed è cosa normale, oltre che un diritto riconosciuto dalla giurisprudenza,  che la raccolta di firme  si concentri a ridosso dei locali di voto, cioè proprio laddove si recano quei cittadini che manifestano un interesse per la cosa pubblica.

 

Ad esempio per la mia iniziativa concernente le aggregazioni abbiamo raccolto ben 6'300 firme proprio grazie alle bancarelle posate fuori dai seggi elettorali  in occasione delle elezioni comunali del 1. aprile e delle votazioni di ballottaggio per i sindaci. La spedizione di 100'000 formulari ad altrettanti fuochi (costata 16'000 franchi) ha invece reso solo 1'500 firme , a dimostrazione dell’inefficacia di questo costoso metodo alternativo di raccolta ( a seguito dell’indifferenza e della pigrizia di troppa gente che non rispedisce i formulari pur condividendo l’argomento). In un Cantone come il nostro in cui per la riuscita di iniziative popolari e di referendum a livello cantonale si richiedono troppe firme e in troppo poco tempo rispetto a tutti gli altri Cantoni è insomma diventato quasi impossibile ed eccessivamente oneroso esercitare con successo i diritti popolari senza le bancarelle fuori dai seggi elettorali in occasione di elezioni comunali e cantonali   ( ossia nelle uniche due occasioni in cui non vi è ancora il voto per corrispondenza).

 

Per esperienza diretta, avendo trascorso un migliaio di ore  a raccogliere firme in tutto il Cantone per  sei mie iniziative cantonali e cinque comunali, so quanto può essere faticoso svolgere questa attività che mette a contatto anche con gente maleducata , arrogante e poco democratica . E so anche che molti municipali la pensano come Rossi e considerano la raccolta di firme come una “odiosa molestia” ed i raccoglitori di firme come dei disturbatori della quiete pubblica : tant’è vero che in almeno otto occasioni ho dovuto presentare dei ricorsi ( tutti vinti ! ) contro Municipi che ponevano ingiustificati ostacoli alla posa di bancarelle. Quindi nel mio piccolo ho fatto il possibile per salvaguardare i diritti presenti e futuri dei raccoglitori di firme di questo Cantone, di qualsiasi colore politico essi siano. E come cittadino pretendo un po’ più di rispetto (specie dai politici) verso quei pochi coraggiosi che ancora si mettono a disposizione per questa serissima attività di interesse pubblico, senza la quale la gente non potrebbe votare su nulla.

 

 Il raccoglitore di firme è un emblema della nostra democrazia diretta di cui andiamo tanto fieri, e non merita di essere vilipeso e trattato come un appestato : anzi, prima o poi qualcuno dovrebbe decidersi a dedicargli una statua in segno di riconoscenza per la sua importante funzione a favore della democrazia. E se a Rossi ciò non sta bene, può sempre lanciare un’iniziativa popolare costituzionale per chiedere democraticamente al popolo di abolire la democrazia diretta.

 

                                                                                               Giorgio Ghiringhelli, Losone