Losone, 14 ottobre 2013 Comunicato
Aggregazioni : i rappresentanti del Popolo mettono il bavaglio al
Popolo Il Gran
Consiglio ha deciso oggi con 50 voti (PLR, PPD, Lega dei ticinesi e
UDC) contro 24 (in prevalenza PS, Verdi, MPS ) e un astenuto che
l’iniziativa popolare per le aggregazioni del Locarnese e del
Bellinzonese, sottoscritta da quasi 12'000 cittadini ( ossia dal
5,5 % degli aventi diritto di voto ! ) non è ricevibile. In
pratica i rappresentanti del Popolo hanno deciso di mettere il
bavaglio al Popolo, negandogli la possibilità di votare su questo
scottante argomento che è di grande importanza non solo per le
regioni direttamente toccate, ma pure per tutto il Cantone, specie
in un momento in cui le finanze degli enti pubblici stanno
deteriorandosi. La
conseguenza pratica di questa decisione sarà che ad assumersi gli
oneri del ricorso al Tribunale federale , che sarebbe stato
inevitabile anche nel caso di una decisione a favore della
ricevibilità, non saranno gli avversari dell’iniziativa bensì il
Comitato promotore della stessa. Le
conseguenze politiche di questa decisione saranno invece valutabili
al momento della sentenza dei giudici di Losanna, perché è chiaro
che se tale sentenza fosse favorevole alla ricevibilità – come
ho molti motivi per sperare - la decisione odierna di mettere il
“bavaglio” al Popolo si rivelerebbe un grave attentato ai diritti
popolari e avrebbe l’effetto di un “boomerang” per chi l’ha proposta
e sostenuta. Anche in caso
di dubbi sulla ricevibilità o meno dell’iniziativa, sempre possibili
su questioni giuridiche sulle quali nessuno ha la certezza in tasca,
il Gran Consiglio avrebbe potuto optare per la ricevibilità
applicando il principio “in dubio pro populo” , già applicato del
resto in passato per altre iniziative la cui ricevibilità era stata
contestata da qualche costituzionalista interpellato dal Parlamento
( ad esempio l’iniziativa della Lega dei ticinesi intitolata “Un
concreto aiuto agli anziani in difficoltà” votata dal popolo il 23
settembre 2012 : vedi rapporto commissionale di cui relatore era
Sergio Savoia) . Invece la maggioranza del Parlamento ha scelto in
questo caso di optare per la soluzione più drastica e politicamente
più rischiosa, scherzando con il fuoco. Per
concludere non si può mancare di evidenziare la schizofrenia di un
Parlamento che a parole non perde occasione per ribadire l’urgenza e
la necessità di creare in Ticino quattro poli urbani forti a
sostegno dell’economia cantonale (vedi ad esempio il rapporto del 27
febbraio 2013 della Commissione speciale aggregazioni concernente
l’abbandono del progetto di aggregazione dei Comuni della Sponda
sinistra del Locarnese) ma quando poi si tratta di passare ai fatti
boccia senza appello l’unica proposta concreta che andava in questa
direzione. Comunque
andrà a finire, il merito di questa iniziativa sarà stato
quello di aver contribuito a dare un’accelerazione al progetto
aggregativo della “Grande Bellinzona”, che però potrebbe subire una
frenata o potrebbe addirittura andare in frantumi se prima delle
votazioni consultive previste nella primavera del 2015 il Tribunale
federale dovesse respingere il ricorso sull’iniziativa , annullando
cosi l’effetto deterrente della stessa. Nel Locarnese invece
l’encefalogramma sul fronte delle aggregazioni è rimasto piatto, e
l’iniziativa costituisce dunque l’unica speranza di poter creare un
polo urbano forte in questa regione nei prossimi 20 anni.
Giorgio Ghiringhelli,
promotore dell’iniziativa |