Losone, 20
febbraio 2013
Il Popolo non potrà votare sui
moltiplicatori d’imposta
Il Tribunale federale
respinge
il ricorso del
Guastafeste : iniziativa
popolare ?
Il
Tribunale federale ha
respinto
il ricorso che
avevo presentato il 23
aprile 2012 contro la
decisione del Gran
Consiglio del 14
febbraio 2012 di non
concedere al popolo la
possibilità di lanciare
referendum in materia
di fiscalità comunale,
e in particolare per
quanto concerne il
moltiplicatore
d’imposta. A carico del
Guastafeste sono state
messe le spese di
giustizia ( 2'000.-
franchi).
Le motivazioni del
Tribunale federale
In
estrema sintesi ,
il ricorso
faceva leva soprattutto
sul non rispetto
dell’art. 127 cpv 1
della Costituzione
federale (“ Il regime
fiscale, in particolare
la cerchia dei
contribuenti,
l’imponibile e il suo
calcolo, è, nelle linee
essenziali, disciplinato
dalla legge”)
e dell’art. 17
cpv 4 della Costituzione
cantonale (“Il
diritto di iniziativa e
di referendum è
garantito dove esiste il
Consiglio comunale”).
In pratica io
sostenevo che siccome la
legge a livello comunale è
un “regolamento” e che i
regolamenti a livello comunale sono
soggetti alla
referendabilità (e al
diritto di iniziativa)
le decisioni in materia
di moltiplicatore
d’imposta dovevano
essere referendabili nei
Comuni con il Consiglio
comunale, e ciò in virtù
anche del citato art. 17
cpv. 4.
Il TF
invece ha sostenuto che
dal messaggio
governativo risulta
chiaro che l’art. 17 cpv
4 riconosce un diritto
di iniziativa e
referendum, ma ne
demanda la
concretizzazione alla
legge (ovvero proprio a
quelle norme della LOC
che il Gran Consiglio
non ha in casu voluto
modificare), per cui già
solo per questo motivo
la violazione sostenuta
nel ricorso “dev’essere
dichiarata infondata”.
E poi ha aggiunto che
“I Cantoni dispongono di
un’autonomia
quasi completa che
permette loro pure di
decidere quali atti
debbano o meno essere
soggetti a referendum,
sia esso facoltativo od
obbligatorio”.
Gli antefatti
Come si
ricorderà, nel febbraio
del 2011 il Tribunale
cantonale amministrativo
aveva accolto un mio
ricorso che contestava
l’incostituzionalità
della norma della legge
organica comunale
secondo la quale la
competenza a decidere il
moltiplicatore d’imposta
era dei Municipi anziché
– come avveniva in tutti
gli altri Cantoni -
dei Consigli
comunali. A seguito di
quella clamorosa
sentenza il Governo
ticinese dovette
proporre una
modifica della LOC per
dare ai Consigli
comunali una competenza
che da oltre 150 anni
era illecitamente
attribuita ai Municipi.
A quel
momento si pose pure il
problema della “referendabilità”
, ossia se concedere o
meno la possibilità al
popolo di opporsi a
un’eventuale modifica
del moltiplicatore
tramite il lancio di un
referendum (come la
legislazione di diversi
Cantoni consente) .
Tenuto conto della forte
opposizione manifestata
dai Municipi in sede di
consultazione verso
questa eventuale
estensione dei diritti
popolari, il Governo nel
suo messaggio del 7
settembre 2011 avanzò
una proposta di
compromesso sul modello
in uso nel Canton Berna
, e cioè quello di
lasciare ai singoli
Comuni la decisione di
introdurre o meno nel
regolamento comunale la
possibilità
di
assoggettare il
moltiplicatore d’imposta
a referendum
facoltativo.
Tutto il
Gran Consiglio fu
concorde nel bocciare
questa soluzione a
“macchia di leopardo”,
ma dalla Commissione
della legislazione uscì
un rapporto di minoranza
che proponeva di
estendere a tutti i
Comuni la
referendabilità in
materia di
moltiplicatore. Questa
proposta venne però
silurata a grande
maggioranza. A favore
si espressero il PPD, i
Verdi, l’UDC, l’MPS
e l’attuale
leader di Area liberale
Sergio Morisoli. Contro
di essa si schierarono
il PLR, il PS e la Lega
dei ticinesi.
Per motivare la
loro opposizione alla
referendabilità i
contrari diedero in
pratica una patente di
immaturità ai cittadini
ticinesi, parlando di
“facili
strumentalizzazioni” e
di decisioni soggette a
fattori “emozionali”.
Commento finale
Non
tutte le ciambelle
riescono con il buco e
dunque dopo aver vinto
due ricorsi consecutivi
contro
l’incostituzionalità di
una legge votata dal
Gran Consiglio (la prima
volta fu contro la
vecchia norma della LOC
che attribuiva ai
Municipi anziché ai
Legislativi la
competenza di decidere
l’ammontare del
moltiplicatore
d’imposta e la
seconda volta fu contro
le nuove tasse sul
consumo di elettricità
che avrebbero dovuto
entrare in vigore a
partire dal 2014 )
questa volta il
Guastafeste non è
riuscito a spuntarla.
Ciò non toglie che
nell’interesse dei
cittadini era giusto
provarci, anche perché
c’erano validi motivi
per chiedere
l’estensione dei diritti
popolari pure in materia
di fiscalità comunale,
sull’esempio di quanto
già avviene
in materia di
fiscalità cantonale (
vedi ad esempio
l’iniziativa della lega
dei ticinesi per gli
sgravi fiscali) e
federale.
Se dal
profilo giuridico la
sentenza del TF ha
chiarito che un Cantone
non è obbligato a
concedere
il diritto di
referendum in merito ai
moltiplicatori d’imposta
dei Comuni (e comunque
molti Cantoni prevedono
in questo settore un
referendum
facoltativo o
addirittura
obbligatorio) , dal
profilo politico la
decisione del Gran
Consiglio
- o meglio del
PLR, del PS e della Lega
dei ticinesi -
di non concedere
tale diritto continua
per me ad essere
incomprensibile nella
Patria dei diritti
popolari, e denota una
scarsa fiducia nelle
regole del gioco
democratico e nella
maturità dei cittadini.
Del
resto il primo a fare le
spese di questa
decisione poco
democratica del Gran
Consiglio è stato il
presidente della lega
dei ticinesi, il quale
avrebbe voluto lanciare
un referendum contro il
prospettato innalzamento
del moltiplicatore
d’imposta di Lugano, ma
non potrà farlo proprio
grazie anche ai suoi
deputati che avevano
votato contro la
referendabilità.
Però non è ancora detta l’ultima parola. Il bavaglio che
una parte del Gran
consiglio ha messo ai
cittadini può essere
tolto modificando la
legge per il tramite di
un’iniziativa popolare.
Al presidente della Lega
dei ticinesi e ai
partiti che in Gran
Consiglio avevano
sostenuto la
referendabilità del
moltiplicatore (PPD,
Verdi, UDC, MPS e Area
liberale) chiedo dunque
se sarebbero disposti a
lanciare con il
Guastafeste una simile
iniziativa.
Cordiali
saluti
Giorgio Ghiringhelli
|