di Giorgio Ghiringhelli


IL MOVIMENTO POLITICO CHE NON MOLLA MAI L'OSSO



Losone, 25 novembre 2012

 

 

Come trasformare le residenze da secondarie a primarie

 

 

Come incrementare  gli introiti fiscali del Cantone e dei Comuni in epoca di crisi economica senza aumentare tasse e imposte a carico dei cittadini ? Una soluzione potrebbe consistere nell’assoggettare al fisco ticinese quei confederati che pur avendo una casa di vacanza in Ticino nella quale soggiornano più a lungo rispetto alla loro residenza primaria, continuano a pagare le imposte nel loro Cantone di origine. Costringendo o convincendo ( a dipendenza dei casi)  questi confederati a trasferire il loro domicilio in Ticino si prenderebbero due piccioni con una fava, perché oltre ad accrescere la cerchia dei contribuenti  si diminuirebbe il numero delle residenze secondarie, a tutto vantaggio di quei Comuni che avendo superato il limite del 20% di case secondarie nel loro territorio non possono più concedere permessi di costruzione per questo tipo di abitazioni. A guadagnarci non sarebbero solo i Comuni ma pure tutte quelle  attività economiche che ruotano attorno alla costruzione di case e appartamenti di vacanza : dalle imprese edili  , agli artigiani , alle società immobiliari, agli studi di architettura, ai notai e così via.

 

 Finora i Comuni non avevano un grande interesse a dar la caccia a questi potenziali nuovi contribuenti, anche perché le finanze comunali erano in genere tutto sommato floride : basti pensare che nel 2011 (guarda caso il primo anno in cui a seguito di un ricorso del sottoscritto la competenza a decidere l’ammontare del moltiplicatore d’imposta è passata dai Municipi ai Consigli comunali...) ben 43 Comuni  avevano diminuito il moltiplicatore d’imposta  e solo 4 l’avevano aumentato.  Ma ora il vento sta cambiando , un po’ a seguito della crisi (emblematico è il caso di Lugano)  e un po’ a seguito degli oneri supplementari che il Cantone vorrebbe ribaltare sui Comuni. Senza dimenticare che dall’anno prossimo dovrebbero diventare effettive le limitazioni sulla costruzione di residenze secondarie introdotte a seguito della votazione federale del novembre 2011. La pacchia sta insomma per finire e in questi casi , come si suol dire, il bisogno dovrebbe aguzzare l’ingegno e indurre le autorità comunali a darsi un po’ più da fare per cercare di incrementare le entrate.

 

Ma come procedere concretamente ? In base a una sentenza della Camera di diritto tributario del 2 maggio 2007  i Comuni hanno sì il compito di iscrivere nel registro dei contribuenti quelle persone che  a loro modo di vedere dispongono dei requisiti per il loro assoggettamento, ma questa iscrizione non significa ancora che esse dovranno poi pagare le imposte comunali.  L’assoggettamento all’imposta comunale potrà infatti  avvenire solo dopo che l’Ufficio cantonale di tassazione avrà stabilito se siano dati i presupposti per assoggettare le persone in questione   all’imposta cantonale, ciò che è possibile se gli interessati sono domiciliati o dimoranti in Ticino. Spetta insomma  al Cantone stabilire se un confederato che ha una casa secondaria a sud delle Alpi sia solo un vacanziere o se sia un residente a tutti gli effetti, e  di conseguenza se  debba o no pagare le imposte dirette in Ticino (con una decisione impugnabile in primis davanti all’autorità di tassazione, alla Camera di diritto tributario e al Tribunale federale). Ma affinché l’autorità cantonale disponga di tutte le informazioni atte all’assoggettamento dei contribuenti è indispensabile la collaborazione dell’autorità comunale, la quale per poter dare il via alla procedura che porti all’iscrizione nel registro dei contribuenti deve dapprima effettuare alcuni accertamenti, anche tramite la Commissione tributaria comunale.

 

 A tal scopo, nel giugno del 2009 la Divisione delle contribuzioni aveva emesso una direttiva  nella quale fra l’altro  erano elencati alcuni di questi possibili accertamenti da fare . Li riepilogo come promemoria per quei Comuni che in epoca di vacche grasse  avevano magari snobbato quella direttiva  : verifica dell’effettiva presenza continuata (es. presenza della vettura); verifica del consumo di acqua potabile e di energia elettrica; verifica di appartenenza della persona ad associazioni e club locali; legami sentimentali e famigliari in loco; eventuali frequenze scolastiche dei figli; frequentazioni, amicizie, rapporti con persone locali; abbonamenti radio, tv, ecc. ; svolgimento di attività dirigenziale; raffronto sul tipo di abitazione (lussuosa, confortevole, cubatura ecc.) in rapporto ad altre residenze del contribuente in altri luoghi.

 

In certi casi,  se si riuscirà a dimostrare che la residenza secondaria è divenuta di fatto una residenza primaria , si potranno costringere taluni cittadini a trasferire il loro domicilio in Ticino. In altri casi dubbi  si potrebbe magari raggiungere lo stesso obiettivo facendo opera di persuasione, illustrando ai potenziali interessati i vantaggi (non necessariamente solo di tipo fiscale) di un eventuale trasferimento del domicilio da noi.  Ciò richiederebbe un certo investimento di tempo, ma mi sembra che il santo valga la candela.

 

                                                    Giorgio Ghiringhelli, Losone