STAMPA FORMULARIO FIRME
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Petizione
(Costituzione
cantonale art. 8
lett. L : “sono
garantiti il diritto
di petizione alle
autorità e di
ottenere risposta
entro un termine
ragionevole”)
Lo
Stato si assuma i
costi processuali e
legali dei cittadini
che si difendono in
casa propria dai
malviventi.
Egregio signor
Presidente,
gentili signore
deputate, egregi
signori deputati,
da
qualche anno ,
specie dopo
l’entrata in vigore
degli accordi per la
libera circolazione
delle persone , il
Canton Ticino è
divenuto terra di
razzie da parte
specialmente di
“turisti del
crimine” provenienti
in particolare dai
Paesi dell’est
europeo, che vanno
avanti e indietro
dal confine
italiano. A
preoccupare ,
rispetto al passato,
non è tanto
l’evoluzione del
numero dei furti (
che nel 2014 grazie
al lavoro della
polizia è diminuito)
quanto il fatto che
non di rado questi
malviventi si
introducono nelle
abitazioni in
presenza dei loro
occupanti, correndo
così il rischio di
reazioni che
potrebbero
mettere seriamente
in pericolo
l’incolumità degli
uni e degli altri.
E’
solo questione di
tempo : prima o poi
succederà che
qualche cittadino ,
per difendere se
stesso ed i propri
famigliari da
malviventi penetrati
nella propria
abitazione a
scopo di furto o di
rapina, reagirà con
violenza ferendo o
uccidendo uno o più
degli intrusi.
Quando ciò accadrà,
l’opinione pubblica
si schiererà
sicuramente dalla
parte del
“giustiziere”, ma, a
dipendenza di come
si sono svolti i
fatti ( e
specialmente in caso
di eccesso di
difesa),
potrebbe anche darsi
che la legge punisca
il cittadino in
questione
trasformandolo così
da vittima a
criminale.
Con
una mozione
presentata il 10
dicembre 2013 il
consigliere
nazionale Lorenzo
Quadri ,
nell’intento di
potenziare il
diritto alla
legittima difesa
delle vittime di
aggressioni nella
propria abitazione,
aveva proposto per
questi casi – anche
a scopo deterrente -
una modifica del
Codice penale
svizzero in modo
che “l’autorità
competente prescinda
dal procedimento
penale, dal rinvio a
giudizio o dalla
punizione in caso di
eccesso di legittima
difesa”.
In
data 12 febbraio
2014 il Consiglio
federale aveva però
proposto di
respingere la
mozione (tuttora
inevasa) con
la motivazione che
già oggi il diritto
alla legittima
difesa è fissatoo
negli articoli 15 e
16 del Codice
penale. Il primo
sancisce che
“chiunque ha il
diritto di
respingere in modo
adeguato alle
circostanze
un’aggressione
ingiusta o la
minaccia ingiusta di
un’aggressione
imminente fatta a sé
o ad altri”; il
secondo stabilisce
invece che “ se chi
respinge
un’aggressione
eccede i limiti
della legittima
difesa secondo
l’articolo 15, il
giudice attenua la
pena” e sancisce
inoltre che “chi
eccede i limiti
della legittima
difesa per scusabile
eccitazione o
sbigottimento non
agisce in modo
colpevole”.
A
mente del Consiglio
federale le
sopracitate
disposizioni “
consentono di tenere
conto delle
circostanze concrete
e di decidere , nel
singolo caso, se un
eccesso di legittima
difesa è scusabile o
se si impone
l’impunità “ ,
e dunque non si
giustifica di
ampliare il diritto
alla legittima
difesa introducendo
l’”impunità
automatica” proposta
da Quadri , la quale
permetterebbe di
sparare sempre a un
rapinatore che si
introduce in
un’abitazione
privata. A
conclusione del suo
ragionamento il
Consiglio federale,
pur comprendendo che
per paura in
determinati casi le
vittime reagiscano
in maniera
sproporzionata a
un’effrazione, ha
detto di ritenere
che reazioni del
tutto
sproporzionate,
anche in casa
propria, “non
debbano comportare
automaticamente
l’impunità, perché
ciò invierebbe un
segnale sbagliato e
potrebbe addirittura
suggerire alla
popolazione che si
può reagire a
un’effrazione con
fatti gravi quali un
omicidio”.
Le
motivazioni esposte
dal Consiglio
federale non sono
molto
tranquillizzanti per
quei cittadini che
un giorno o l’altro
dovessero essere
aggrediti da qualche
malvivente in casa
propria : è vero
infatti che in caso
di una loro violenta
reazione che
ecceda i limiti
della legittima
difesa il giudice
potrebbe tener conto
della loro
“scusabile
eccitazione”, ma è
altrettanto vero che
il giudice potrebbe
comminare loro una
pena che, seppur
ridotta, rimane pur
sempre una pena.
E
non bisogna
dimenticare che ,
per far fronte alle
spese legali e
processuali e per
dimostrare la
legittimità del
proprio agire,
questi cittadini
arrischiano di
spendere somme
ingenti, che nei
casi più gravi
potrebbero ammontare
a decine di migliaia
di franchi.
La
beffa oltre al
danno, insomma !
Questo lodevole Gran
Consiglio non ha la
competenza per
decidere modifiche
al Codice penale
svizzero, che sono
di pertinenza del
Consiglio nazionale,
ma può però adottare
misure atte ad
evitare che ai danni
si aggiungano anche
le beffe.
Conclusione
I
sottoscritti
firmatari invitano
dunque il Gran
Consiglio a
elaborare e
approvare le
necessarie modifiche
legislative affinché
lo Stato si assuma
tutti i costi legali
(compresi eventuali
ripetibili) e
processuali (spese
procedurali e tasse
di giustizia) a
carico di cittadini
accusati a torto o a
ragione di eccesso
di legittima difesa
contro malviventi
penetrati
illecitamente nelle
loro abitazioni
private a scopo di
furto , rapina o
aggressione. Essendo
questa una questione
di principio, la
rifusione di queste
spese deve avvenire
indipendentemente
dal reddito o dalle
possibilità
finanziarie dei
beneficiari.
Con
ogni ossequio
Giorgio
Ghiringhelli
(primo
firmatario)
(seguono le firme)
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