Losone, 29.11.02
Fusioni
: perché sono arrabbiato
con il Gigio
Sono
piuttosto arrabbiato con
il consigliere di Stato
Luigi Pedrazzini. E sono
anche un po’ deluso
dell’amico Gigio. Vi
spiego perché. Nell’
aprile scorso , durante
una
serata
pubblica
organizzata dal
Municipio di Orselina
sul tema delle fusioni
comunali,
invitai
Pedrazzini – presente in
veste di oratore -
a far eseguire
uno studio
di fattibilità
per un’aggregazione nel
Locarnese, visto che a
compiere questo passo
non ci pensavano i
Comuni interessati. Egli
rispose però che la
nomale procedura non
prevedeva questa prassi,
e che una richiesta in
tal senso doveva partire
dalla base. “Quante
firme occorrono ?”
chiesi. La risposta non
arrivò,
ma già nei giorni
successivi
iniziai i
preparativi per lanciare
una petizione popolare
nel Locarnese avente lo
scopo di chiedere che il
Cantone avviasse uno
studio. Mi rivolsi alla
Sezione enti locali per
chiedere come doveva
essere impostata questa
petizione, e in data 6
maggio ricevetti una
lettera di Pedrazzini
con la quale mi si
informava che “questo
tipo di aiuto non
rientra fra i compiti
della Sezione”. Siccome
non è mia abitudine
mollare tanto facilmente
l’osso cominciai
comunque a organizzare i
preparativi. Ancora in
un’intervista apparsa
sul Corriere del Ticino
del 1 ottobre scorso
Pedrazzini ribadiva che
“è impensabile che il
Cantone decida di
avviare autonomamente
uno studio sulla fusione
nel Locarnese : per
procedere in quella
direzione occorre che
giunga a Bellinzona un
segnale forte, una
chiara volontà da una
parte consistente di
cittadini e delle
autorità politiche
comunali”. Bene. Così il
4 novembre lanciai una
petizione con l’invio di
8'000 volantini a tutti
i fuochi dei Comuni di
Losone, Ascona, Brissago
e Ronco,
con una spesa di
poco inferiore ai 2'000
franchi. Potete quindi
immaginare la mia
sorpresa quando qualche
giorno fa il direttore
del Dipartimento delle
Istituzioni ha
annunciato che il
Governo ha deciso di
cambiare strategia in
tema di aggregazioni e
che intende avviare
degli studi di
fattibilità
per i vari
agglomerati urbani con o
senza il consenso delle
autorità locali.
Una decisione
indubbiamente da
plaudire, ma
- per quanto
riguarda il Locarnese -
un po’
intempestiva e
“sospetta”. Quale
motivazione per questo
improvviso dietrofront
si è detto che senza un
intervento da parte del
Cantone i Comuni
della zona urbana
probabilmente non
arriverebbero ad
accordarsi in tempi
brevi sul principio di
effettuare uno studio.
Ma come si fa a dire una
cosa simile mentre è in
atto una petizione
popolare sulla sponda
destra della Maggia ?
Senza dimenticare che un
paio di mesi fa a
Bellinzona era giunta
una lettera firmata dal
62 % dei consiglieri
comunali e dei
municipali di Locarne,Muralto,Minusio,
Orselina e Brione con la
quale si chiedeva uno
studio di fattibilità
per una fusione fra
questi 5 Comuni . Se
Pedrazzini
un mese fa mi
avesse detto quali erano
le sue intenzioni, mi
avrebbe evitato un sacco
di lavoro e di spese
visto che avrei potuto
evitare di lanciare la petizione. Per
questo sono arrabbiato e
deluso : per la forma e
non per la sostanza. Egli
conosceva le mie
intenzioni, perché il 24
ottobre scrissi alla
Sezione enti locali
preannunciando il lancio
della petizione “al più
tardi per il 4 novembre”
e chiedendo che
Pedrazzini ne fosse
informato . E difatti il
giorno dopo mi si
comunicò che
l’interessato era stato
informato. Cosa
pensereste voi al mio
posto dopo quanto
successo ? O Pedrazzini
aveva già deciso di
cambiare strategia in
tema di studi sulle
aggregazioni prima che
partisse la mia
petizione, e allora è
stato scorretto a non
informarmi . Oppure egli
lo ha deciso in fretta e
furia dopo il lancio
della petizione,
magari proprio
stimolato dalla stessa,
e allora si potrebbe
pensare che sotto sotto
vi sia qualche
motivazione… politica.
Bah ! Certo che ora sarà
più difficile
raccogliere le firme
necessarie, perché la
gente potrebbe pensare
che è inutile firmare
una petizione che chiede
uno studio, se poi
questo studio verrà
comunque fatto.
Ma la petizione
non verrà ritirata ed
è comunque
importante firmarla.
Primo : perché
in caso di
successo il Comitato che
l’ha lanciata veglierà a
che lo studio non
finisca poi in un
cassetto ma scaturisca
in una votazione
consultiva. Secondo :
perché la legge
prevede che le
richieste in tema di
fusioni devono partire
dalla base e quindi
finché la legge
non verrà modificata è
più giusto e democratico
che certe decisioni
abbiano l’avallo
popolare. Terzo : perché
Pedrazzini ha sempre
sostenuto di volere
un segnale forte.
E allora diamoglielo. !
Giorgio Ghiringhelli,
Losone
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