di Giorgio Ghiringhelli


IL MOVIMENTO POLITICO CHE NON MOLLA MAI L'OSSO

Comitato per la fusione                                            Losone, 15 febbraio 2005

del Circolo delle isole

c/o Giorgio Ghiringhelli

tel. 091/792 10 54 
 

Agli organi di informazione 
 
 Il CdS non dà  seguito alla petizione per la fusione dei Comuni del Circolo delle Isole 
 

Più che deluso sono scandalizzato e furente per la decisione del CdS di non dar seguito alla petizione sottoscritta da 827 cittadini che già quasi due anni fa chiedevano di avviare uno studio di aggregazione per i Comuni del Circolo delle Isole (Losone, Ascona, Brissago e Ronco s/Ascona).  

Si tratta di una decisione incomprensibile, incoerente, ambigua , arrogante che va contro il buon senso, contro la legge e contro il volere dei cittadini. Contro questa decisione verrà sicuramente inoltrato un ricorso al Gran Consiglio entro i 30 giorni stabiliti dalla legge sulle aggregazioni. 

Già nella primavere del 2002, in occasione di una serata informativa sulle fusioni svoltasi a Orselina, avevo chiesto a Luigi Pedrazzini perché il Cantone non avviasse degli studi per l’aggregazione degli agglomerati urbani e lui mi aveva risposto pubblicamente che la richiesta doveva venire dalla base. La legge sulle fusioni in vigore allora prevedeva che una richiesta di aggregazione poteva essere avanzata  “da cittadini interessati” (senza specificare il numero) e così presi in parola Pedrazzini e con il mio movimento lanciai la famosa petizione nel Circolo delle Isole. Raccogliemmo  il 10 % delle firme dei cittadini in tre Comuni su quattro ( secondo la nuova legge bastavail 10 % in due Comuni). E ora Pedrazzini si rimangia la parola e si arrampica sui vetri assieme ai suoi colleghi del CdS per respingere una petizione con argomenti che più pretestuosi non si può.  

Oltretutto Pedrazzini si dimostra incoerente, perché da anni va predicando ai quattro venti l’importanza e l’urgenza di procedere a delle fusioni nell’agglomerato di Locarno, che sta andando lentamente in malora, e ora che la petizione gli offriva su un piatto d’argento la possibilità di passare dalle parole ai fatti (scavalcando anche i partiti e i politici che da anni tirano il freno) fa esattamente il contrario di ciò che avrebbe dovuto fare.  

Con questa scandalosa decisione il Governo fa inoltre una palese disparità  di trattamento con altre richieste del genere già presentate in passato (ad esempio dall’Associazione Comune Nuovo) e dimostra incoerenza nel voler da una parte aggregare in modo coatto piccoli Comuni che non vogliono essere aggregati (Aquila e Bignasco) e dall’altra rifiutando una richiesta di dare avvio a una procedura di aggregazione in grossi Comuni  . 

La decisione del Governo si fonda da una parte sul fatto che i Municipi dei Comuni interessati si sono espressi tutti contro l’avvio di uno studio (toh ! ma che novità ! è proprio per questo che la richiesta di uno studio è partita dal Popolo, che in questo paese dovrebbe contare ancora più dei politici o dei partiti o dei Municipi) e dall’altra sul fatto che a mente del Governo è necessario che uno studio formale sia preceduto da un ampio dibattito a livello regionale con il coinvolgimento delle popolazioni e delle autorità interessate. Io ho perso il conto di quanti dibattiti su questo argomento vi sono stati negli ultimi anni e mi sembra che a questo punto sia ormai giunto il momento di passare dalle parole ai fatti cominciando per lo meno a eseguire quello studio formale di aggregazione destinato poi fra qualche anno a sfociare in una votazione consultiva. Le motivazioni addotte dal Governo sono una pura invenzione che non tengono assolutamente conto di quanto prevede la legge. 

L’art. 4 della Legge sulle aggregazioni dice chiaramente che se il 10 % dei cittadini di almeno due Comuni interessati chiede l’avvio di una procedura di aggregazione, il Consiglio di Stato esamina l’istanza e, SE NON MANIFESTAMENTE INCOMPATIBILE CON GLI OBIETTIVI DI POLITICA CANTONALE IN TEMA DI AGGREGAZIONE, entro 6 mesi vi dà seguito avviando uno studio di aggregazione di cui definisce il comprensorio. Il fatto che i Municipi interessati siano contrari non conta nulla e anzi la legge non prevede neppure che gli stessi debbano essere consultati in simili occasioni. Da ciò si arguisce che se l’istanza non è manifestamente incompatibile il CdS DEVE  darvi seguito ( e non PUO  darvi seguito). Sfido chiunque a dire che la proposta di un’aggregazione fra i Comuni della sponda destra della Maggia sia incompatibile con gli obiettivi di politica cantonale, visto che tale scenario è del resto contemplato anche nello studio preliminare fatto eseguire di recente dal Dipartimento di Pedrazzini. E dunque la decisione del Governo è chiaramente contraria alla legge  ed è una presa in giro dei cittadini! E’ grazie a decisioni del genere che i cittadini perdono fiducia nelle istituzioni e nei politici e non vanno più a votare “perché tanto fanno quel che vogliono”. 

Per il Governo prima della votazione consultiva occorre “un ampio dibattito”, senza il quale l’ipotesi di un’aggregazione dei Comuni non sembra avere possibilità di successo. Ma, per l’appunto, anche accogliendo la petizione sarebbero trascorsi degli anni (almeno tre) prima di giungere a una votazione consultiva – come dimostrerò in seguito  - e quindi ci sarebbe stato tutto il tempo di fare tutti i dibattiti e l’informazione del caso. Fino alla nausea. Ciô dimostra come le motivazioni addotte dal CdS siano pretestuose . In base alla legge quando una richiesta di aggregazione arriva sul banco del CdS, questi ha sei mesi di tempo per creare una commissione di studio composta da rappresentanti dei Comuni interessati  . Poi il CdS fissa un termine a questa Commissione per presentare lo studio ( nel caso dell’Associazione Comune Nuovo, ad esempio, tale termine è stato di 15 mesi, ma nel caso del Circolo delle Isole il CdS avrebbe potuto allungare questo termine). Successivamente tale studio deve essere sottoposto per un preavviso ai Municipi interessati e infine viene sottoposto al CdS che fissa poi una data per la votazione consultiva (nel caso dell’Associazione Comune Nuovo trascorsero se non erro 14 mesi dalla presentazione dello studio alla votazione consultiva). Quindi, seguendo la trafila normale, se il CdS avesse accolto, come legge vuole, la petizione proveniente dal Circolo delle Isole, la votazione consultiva si sarebbe potuta tenere approssimativamente verso l’autunno del 2007, cioè FRA QUASI TRE ANNI ! Ora chiedo a tutti voi giornalisti, esperti di informazione, se in questi tre anni ci sarebbe stato o no  il tempo per informare e sensibilizzare popolazione e autorità interessate con serate informative, dibattiti, pubblicazioni e quant’altro. CERTO CHE CI SAREBBE STATO IL TEMPO : ma anche se non ci fosse stato la legge è chiara e non dice che il CdS debba far dipendere le sue decisioni dal tempo a disposizione per informare, o dal parere dei Municipi, o dalle eventuali previsioni negative sull’esito della votazione consultiva. 

Io mi auguro che anche la stampa, che da anni segue attentamente l’immobilismo del Locarnese in materia di fusioni, non si limiti a riportare questo mio comprensibile sfogo ma dedichi dei commenti redazionali a questa scandalosa decisione del CdS. Anche perché, come detto, la storia non finisce qui e approderà sui banchi del GC, da cui è lecito attendersi maggiore coerenza e maggior rispetto per una legge da esso stesso votata e che non si presta a ambigue interpretazioni. 

Colgo l’occasione per dire che la decisione del CdS in questo momento potrebbe anche essere letta come un voler mettere i bastoni fra le ruote pure alla petizione popolare lanciata pochi giorni fa sulla sponda sinistra della Maggia per chiedere la fusione dei 5 Comuni di Locarno, Minusio, Muralto, Orselina e Brione s/Minusio. Obiettivo dei promotori è quello di raccogliere, secondo quanto indica la legge, le adesioni di almeno il 10 % dei cittadini di almeno due di questi Comuni. E cosa risponderà il CdS quando queste firme verranno consegnate ? Risponderà forse ancora che prima di dar seguito alla richiesta , e dunque prima di allestire quello studio formale che segna l’avvio della procedura, si dovranno ancora far ampi dibattiti ? La decisione concernente il Circolo delle Isole rappresenta in effetti un precedente pericoloso che non stimolerà certo i cittadini del Cantone a raccoglier firme per chiedere l’avvio di fusioni.  Posso comunque anticipare che la raccolta di firme in atto attualmente a Locarno e dintorni non solo non verrà interrotta ma verrà rilanciata alla grande, e mi auguro che proprio l’antidemocratica decisione del CdS serva a stimolare ancor più i cittadini dei Comuni interessati a firmare in massa la petizione per lanciare un segnale fortissimo a Bellinzona. Fra l’altro posso anticipare che per mercoledì 23 febbraio è in programma una conferenza-stampa del Comitato per la Nuova Locarno, la cui petizione sta raccogliendo sempre più consensi anche fra note personalità della regione che hanno aderito al comitato. 

E’ il colmo che il Cantone, dopo aver investito soldi e tempo per l’allestimento di studi preliminari che dovevano servire a scuotere gli agglomerati dal loro immobilismo in tema di fusioni, ora metta un freno alle richieste di fusione solo per poter avere il tempo di presentare i risultati di questi studi (tempo che ci sarebbe comunque, come visto) e  magari per arrogarsi meriti che a questo punto non ha più. 
 

                                Cordiali saluti               
 

 Giorgio Ghiringhelli

 (promotore della petizione e coordinatore del Comitato per la fusione del Circolo delle Isole, nonché supervisore e addetto stampa del Comitato per la Nuova Locarno)




 
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