di Giorgio Ghiringhelli


IL MOVIMENTO POLITICO CHE NON MOLLA MAI L'OSSO



                                                                                                      Losone, 15 marzo 2012

 

I Municipi del Bellinzonese favorevoli all’aggregazione? O è solo un alibi per intralciare l’iniziativa popolare ?

 

Quando mancano  pochissimi giorni al lancio ufficiale dell’iniziativa popolare costituzionale “Avanti con le nuove città di Locarno e Bellinzona” (che si propone fra l’altro di aggregare 17 Comuni del Bellinzonese) , ecco che i Municipi di 15 Comuni del Bellinzonese (esclusi Arbedo-Castione e Gnosca) presentano uno studio  che illustra diversi possibili scenari di aggregazione fra questi Comuni.  Si potrebbe pensare che questa concomitanza sia solo una fortuita coincidenza, ma non credo che sia così.  “Ghiringhelli e la sua iniziativa arrivano tardi” ha osservato  il sindaco di Giubiasco, Andrea Bersani, soddisfatto di essere partito per primo (l’importante non è  però chi sia partito per primo, ma che qualcuno arrivi al traguardo...). Dietro la scelta del momento per l’annuncio si celava dunque probabilmente l’intenzione di lanciare il seguente messaggio sublimale :  “non firmate l’iniziativa Ghiringhelli perché è stata superata dagli eventi, e perché noi arriveremo  ad aggregare i Comuni  in tempi più rapidi”.

 

Sarebbe un grave errore se quei cittadini del Bellinzonese  che sono favorevoli alla creazione in tempi non biblici di una nuova città composta da tutti i 17 Comuni del comprensorio credessero che il più sia ormai fatto. Eh sì, perché contrariamente a quel che molti potrebbero pensare l’iter auspicato dai rappresentanti dei Municipi è ancora lungo e incerto. Difatti lo studio presentato alla stampa è solo un documento  preliminare  che presenta dei possibili scenari aggregativi e che non è finalizzato a una votazione consultiva . Prima di poter portare i cittadini al voto occorrerà  che i nuovi Municipi e/o Consigli comunali che entreranno in carica dopo il 1 aprile presentino ufficialmente al Cantone un’istanza di aggregazione, indicando quanti e quali Comuni dovranno essere coinvolti in prima battuta (ciò che nello studio preliminare appena presentato si è evitato di fare) : e v’è da scommettere che a quel momento cominceranno i problemi, le discussioni  e le divisioni. Poi, sempre che almeno qualche Comune riesca a mettersi d’accordo,  bisognerà allestire un altro costoso studio di aggregazione comprendente i Comuni che vi avranno aderito, e forse entro il 2015 si arriverà finalmente a una votazione consultiva che potrebbe mandare all’aria tutto il progetto ( come successo nel Locarnese) o che in caso di risultato solo parzialmente positivo  potrebbe indurre il Gran Consiglio a procedere a un’aggregazione coatta  . E comunque, ben che vada, non si farà subito un’aggregazione di tutti i 17 Comuni, come invece propone l’iniziativa : ipotesi che difatti è stata definita irrealistica dagli stessi interessati , e raggiungibile solo a tappe prevedibilmente assai lunghe.

 

 Ecco perché, data l’incertezza e lo spezzettamento di questo progetto,  molti cittadini favorevoli alla creazione in tempi brevi di una nuova grande città composta dagli attuali 16 Comuni del distretto (+ Claro),  potrebbero già fra qualche mese pentirsi di non aver contribuito alla riuscita dell’iniziativa del sottoscritto e di non aver così tenuta  aperta un’opzione che avrebbe contribuito a dare una spinta anche al progetto portato avanti dai Municipi.

 

A me sembra evidente che una proposta non esclude l’altra e che entrambe, pur seguendo strade e tempi diversi,   perseguono lo stesso costruttivo scopo e sono sussidiarie fra di loro, perché se una dovesse fallire rimarrebbe l’altra .

 

Per questo motivo,  io sarei contento se dopo il 1. aprile i nuovi Municipi trovassero velocemente un accordo e giungessero in tempi rapidi a ottenere quanto chiede la mia iniziativa. Mi spiace però constatare che essi non solo non appoggino l’iniziativa ma più o meno velatamente invitino a boicottarla. Questo  atteggiamento un po’ ambiguo e incoerente  mi fa nascere il sospetto    che  l’improvvisa declamata volontà aggregazionista – dopo anni di tira e molla e di studi finiti nei cassetti - sia in realtà solo  un alibi  mirante a impedire che l’ iniziativa raccolga le firme necessarie,  in modo da (una volta sventato il “pericolo”)   lasciare le cose come stanno, o quasi.

 

                                  Ghiringhelli, primo firmatario dell’iniziativa popolare