di Giorgio Ghiringhelli


IL MOVIMENTO POLITICO CHE NON MOLLA MAI L'OSSO


                                                                                 Losone, 4.11.2012

 

Dal Bellinzonese che bella lezione al Locarnese !

 

 

Il comitato dell’iniziativa popolare “Avanti con le nuove città di Locarno e Bellinzona”  sta seguendo con grande interesse e simpatia i passi intrapresi nel Bellinzonese per aggregare spontaneamente e d’un sol colpo proprio quei 17 Comuni che anche l’iniziativa lanciata nel marzo scorso proponeva di aggregare. E pensare che solo 7 mesi fa , quando (5 giorni prima del lancio dell’iniziativa) i Municipi bellinzonesi avevano presentato alla stampa uno studio di fattibilità che passava in rassegna  alcuni possibili scenari aggregativi nel loro distretto , lo scenario che ora si sta materializzando  era stato scartato in quanto ritenuto “irrealistico”. Probabilmente a determinare questa repentina, sorprendente e storica svolta ha contribuito pure il dibattito creato dalla nostra iniziativa (la cui lungimiranza ora è comprovata) , nonché la consapevolezza che se non ci si dava una mossa sarebbero stati tutti i cittadini del Cantone a decidere.

 

Alle autorità comunali del Bellinzonese vada dunque il nostro plauso per la lungimiranza ed il coraggio dimostrati in questa occasione. Un plauso in particolare anche alle autorità di S. Antonino, che pur potendo contare su una situazione finanziaria nettamente migliore e un moltiplicatore d’imposta nettamente più basso rispetto agli altri Comuni del distretto ,  dopo qualche titubanza hanno aderito al progetto della Grande Bellinzona con la motivazione di voler privilegiare gli interessi regionali rispetto a quelli del loro Comune. Che bella lezione per quei Comuni e quei politici del Locarnese che “per qualche dollaro in più” e “qualche cadreghino in  più” si erano opposti a due progetti aggregativi che,  alla luce della grande città che sta nascendo nel Bellinzonese,  appaiono oggi come dei timidi  miniprogetti.

 

E’ passato poco più di un anno da quando, in due votazioni distinte, i locarnesi hanno respinto i due progetti aggregativi a destra e a sinistra della Maggia. Nel frattempo la crisi si fa sentire sempre di più anche nel Locarnese, specie nel settore del turismo e del commercio. E anche per l’edilizia e tutto il settore dell’artigianato che ruota attorno ad essa vi sono grossi timori per il futuro a causa del divieto di costruire residenze secondarie in quei Comuni in cui il loro numero supera il 20% di tutte le abitazioni ( cioè in quasi tutti i Comuni del Locarnese tranne Losone e Locarno) . Tutto ciò finirà per ripercuotersi negativamente sulle finanze dei Comuni, che vedranno ridursi gli introiti provenienti dalle imposte e aumentare le uscite per la socialità . E come se ciò non bastasse il Cantone, in difficoltà finanziaria, vuole ribaltare sui Comuni dei costi per un ammontare di 20 milioni all’anno, mentre il Comune di Lugano – che versa ogni anno 30 milioni al fondo di livellamento intercomunale – minaccia di sospendere il pagamento di questi contributi se la quota a suo carico non verrà ridimensionata in modo massiccio ( a beneficiare di questi aiuti sono stati nel 2011 ben dieci Comuni dell’agglomerato urbano locarnese :   Locarno ha ricevuto 1'129'000 franchi, Gordola 1'714'000, Cugnasco-Gerra 1'000'000, Losone 813'000, Tenero 685'000, Intragna 482'000, Cavigliano 456'000, Verscio 388'000, Lavertezzo 189'000 e Mergoscia 162'000).  Tempi duri in arrivo, insomma !

 

Con le aggregazioni non si risolve la crisi ma almeno si può fronteggiarla meglio evitando di dilapidare soldi in  inutili doppioni sia nei servizi e sia negli investimenti e accelerando notevolmente i processi decisionali (un esempio ? l’acquisto delle azioni della Sopracenerina da parte dei Comuni ) nell’interesse di tutta una regione.  Le autorità del Bellinzonese sembrano averlo capito, e forse il loro esempio sta creando rimorsi  e pentimenti fra molti di quei cittadini del Locarnese che nell’autunno del 2011 si erano lasciati convincere a votare contro i due progetti aggregativi , condannando la regione a rimanere la Cenerentola del Cantone.

 

 L’unica speranza di poter rimediare a questa situazione in tempi non biblici sarà quella di poter votare sull’iniziativa che propone di aggregare 18 Comuni del Locarnese, sempre che il Gran Consiglio prima e il Tribunale federale poi la dichiarino ricevibile .

 

A questo punto qualcuno potrebbe chiedersi se ha ancora un senso andare a votare su questa iniziativa visto che nel Bellinzonese ci si sta già muovendo autonomamente nella direzione da essa propugnata. Certo che ha un senso, perché il nostro obiettivo era quello di attutire nell’interesse di tutto il Cantone gli squilibri attualmente esistenti fra il Sopraceneri ed il Sottoceneri, e tale obiettivo sarebbe raggiunto solo al 50% senza l’aggregazione del Locarnese. Inoltre non è ancora detto che ,quando la proposta di aggregazione del Bellinzonese verrà messa in votazione consultiva , i cittadini di tutti i 17 Comuni coinvolti nel progetto daranno il loro accordo. In questo senso l’iniziativa costituisce per il Bellinzonese un eventuale jolly da giocare in caso di necessità.  Ad ogni modo quando e se ci sarà la certezza che TUTTI i 17 Comuni saranno uniti in un unico Comune, allora e solo allora il comitato dell’iniziativa potrebbe anche aderire a un eventuale controprogetto del Gran Consiglio mirante a limitare la votazione cantonale solo all’agglomerato urbano del Locarnese.

 

                        Giorgio Ghiringhelli (primo firmatario dell’iniziativa)