di Giorgio Ghiringhelli


IL MOVIMENTO POLITICO CHE NON MOLLA MAI L'OSSO

Losone, 20 febbraio 2014

 

La crisi di Lugano e l’aggregazione del Bellinzonese

Nell’editoriale dello scorso 18 febbraio intitolato “La Turrita non è Lugano”, Matteo Caratti ha espresso il  timore che la crisi finanziaria in cui è venuta a trovarsi la Grande Lugano – con conseguente possibile aumento del moltiplicatore d’imposta dal 70 all’80% - possa avere delle conseguenze nefaste pure sul progetto di aggregazione in corso nel Bellinzonese, frenando gli entusiasmi dei 17 Comuni coinvolti . Condivido questi timori e nella mia veste di principale promotore dell’iniziativa popolare che chiedeva la creazione di due nuove città nel Sopraceneri mediante l’aggregazione di 17 Comuni nel Bellinzonese e  18 nel Locarnese , auspico anch’io che i bellinzonesi non si lascino impressionare troppo da quanto sta avvenendo nei principali poli urbani del Sottoceneri ( anche a Mendrisio il Municipio intenderebbe proporre di aumentare il moltiplicatore d’imposta dal 70 al 75%). Sarebbe un errore , di fronte a un progetto destinato a durare nel tempo e ad avere conseguenze importanti in vari settori, dar troppo peso a un elemento effimero e ballerino come il moltiplicatore, che da un anno all’altro può avere grosse variazioni verso l’alto o verso il basso a dipendenza della partenza o dell’arrivo di qualche ricco contribuente o di qualche industria , o di avvenimenti internazionali che possono influire in positivo o in negativo sugli introiti fiscali provenienti dalle banche, dalle industrie e dal settore turistico.

 

Si pensi ad esempio a quanto avvenuto a  Losone. Agli inizi dello scorso decennio questo Comune aveva il moltiplicatore più basso del Locarnese (65%) grazie soprattutto agli introiti fiscali provenienti da due importanti industrie. Ma dopo l’attentato terroristico alle torri gemelle di New York questi introiti crollarono, contribuendo a far salire il moltiplicatore al più alto livello del Locarnese (90%). A Lugano è successa un po’ la stessa cosa,  con gli introiti fiscali provenienti dalle banche crollati di una quarantina di milioni di franchi a seguito della pressione internazionale contro il  segreto bancario e la piazza finanziaria svizzera. Dal punto di vista della fiscalità, uno dei vantaggi delle aggregazioni è proprio quello di unire le forze fra Comuni con attività complementari in modo da attutire gli effetti negativi qualora un settore o l’altro dovesse subire un crollo a seguito di fattori imprevisti. A tal proposito va comunque fatto notare che nei Comuni aggregatisi con Lugano la media dei moltiplicatori si aggirava attorno all’87% prima dell’aggregazione per cui anche l’eventuale aumento dell’attuale moltiplicatore all’80% non peggiorerebbe la loro situazione rispetto a prima. E anche per Mendrisio va detto che malgrado un probabile aumento al 75% il moltiplicatore sarebbe pur sempre molto attrattivo e inferiore rispetto alla media cantonale (78% nel 2012).

 

 Ai bellinzonesi va  spiegato che la crisi finanziaria di Lugano avrà sicuramente importanti conseguenze negative anche per loro, perché i loro Comuni riceveranno assai  meno soldi dal fondo di livellamento intercomunale . La crisi della “locomotiva” luganese non deve dunque servire da pretesto per respingere il progetto aggregativo, ma anzi semmai costituisce un motivo in  più per correre ai ripari per tempo unendo le forze.

Basti pensare che dei 60 milioni di franchi confluiti nel 2013 nel fondo di livellamento  (di cui ben 28 provenienti da Lugano ! )  circa 14,5 milioni sono stati incassati da 15 Comuni dell’agglomerato bellinzonese (ad eccezione di Preonzo che ha versato nel fondo 50'000 franchi e di Sant’Antonino che non ha versato né ricevuto niente). Siccome per il calcolo di questi contributi si tien conto, oltre che del moltiplicatore di imposta dell’anno precedente, pure delle risorse fiscali pro capite calcolate quale media degli ultimi 5 anni, ci vorrà qualche anno – a meno di una modifica dei parametri di calcolo che acceleri i tempi - prima che gli effetti della crisi luganese si ripercuotano sul fondo di livellamento e dunque sulle finanze e sui già elevati moltiplicatori dei singoli Comuni beneficiari. Ma quando ciò accadrà le conseguenze saranno dolorose, e non solo per i Comuni del Bellinzonese. Solo con un’aggregazione si potrà parare il colpo grazie ai risparmi e alle razionalizzazioni che la stessa potrà consentire. Senza dimenticare che  sicuramente il Cantone verserà qualche milione per favorire questa aggregazione. La mia iniziativa popolare, la cui ricevibilità bocciata dal Gran Consiglio è attualmente all’esame del Tribunale federale, chiede che per l’aggregazione dei 17 Comuni del Bellinzonese il Cantone versi un contributo di almeno 30 milioni di franchi, con possibilità di versarne anche di più. Vedremo cosa sarà disposto a mettere sul piatto il Cantone per favorire il progetto aggregativo attualmente in corso…

                                                                           

 

     Giorgio Ghiringhelli, Losone