Conferenza stampa del 6
dicembre 2011
sul
progetto per una Grande
Locarno e una Grande
Bellinzona
Dopo
l’affossamento dei due
progetti di aggregazione
nel Locarnese il
consigliere di Stato Norman Gobbi ha dichiarato
alla stampa (cfr. La
Regione del 21 novembre
2011) che una richiesta
per un eventuale nuovo
progetto aggregativo in
questa regione dovrà
provenire dalla base,
cioè dai Comuni
interessati. Siccome 8
Comuni sugli 11 che
negli ultimi due mesi
han preso parte alle
votazioni consultive
hanno
bocciato il progetto a
loro sottoposto, è
facile immaginare che
passeranno ancora molti
anni prima che
un’analoga proposta
venga avanzata “dalla
base” e comunque non è
detto che anche nel caso
di una nuova
consultazione popolare
organizzata in base alla
legge sulle aggregazioni
( cioè con votazioni
consultive limitate ai
Comuni coinvolti) il
risultato sarebbe
differente, a meno che
il Cantone proceda ad
aggregazioni coatte.
D’altro
canto va
sottolineato che
se è vero che la maggior
parte dei Comuni ha
bocciato i due progetti
posti in votazione, è
anche vero che la
maggioranza dei
cittadini ha invece
votato a favore :
i voti favorevoli
sono stati 8'736 e
quelli contrari 6'998.
Come dunque tener
maggiormente conto di
questa maggioranza ?
A questo
punto , per uscire da
questo vicolo cieco in
tempi rapidi e con buone
probabilità di successo
, l’unica soluzione
percorribile è
quella di scavalcare sia
la Legge sulle
aggregazioni e sia il
Consiglio di Stato, il
Gran Consiglio ed i
Municipi,
regolando la
questione per il tramite
della Costituzione
cantonale, e dunque con
una votazione non più
consultiva ma vincolante
e alla quale potranno
prender parte tutti i
cittadini del Cantone e
non solo quelli dei
Comuni interessati.
Due piccioni con una
fava
Quindi
vi annuncio che nel
marzo prossimo il
Guastafeste lancerà
un’iniziativa
costituzionale elaborata
con la quale non si
chiederà solo
l’aggregazione dei
Comuni del Locarnese,
ma, già che ci sono,
anche quella dei Comuni
del Bellinzonese,
prendendo così i
classici due piccioni
con una fava.
Il nuovo
articolo costituzionale
non si limiterà ad
elencare i Comuni che
saranno aggregati, ma
stabilirà pure il nome
dei nuovi Comuni, il
termine massimo per la
loro costituzione, il
numero dei membri del
Municipio e del
Consiglio comunale (per
la prima legislatura) e
l’ammontare minimo del
contributo cantonale.
Il
progetto
Ecco,
nel dettaglio, la
bozza (ancora
soggetta a possibili
modifiche) del nuovo
articolo :
Art. 20 a : Aggregazione di Locarno
e Bellinzona
1) I
Comuni di Ascona, Brione
s/Minusio, Brissago,
Cavigliano, Centovalli,
Cugnasco-Gerra, Gordola,
Lavertezzo, Locarno,
Losone, Mergoscia,
Minusio, Muralto,
Orselina, Ronco s/Ascona,
Tegna, Tenero-Contra e
Verscio sono aggregati
al più tardi entro il 3
dicembre
2017 in
un unico Comune
denominato
Comune di Locarno,
a far tempo dalla
costituzione del
Municipio.
2) I
Comuni di
Arbedo-Castione,
Bellinzona, Cadenazzo,
Camorino, Claro,
Giubiasco, Gnosca,
Gorduno, Gudo,
Lumino,
Moleno, Monte
Carasso, Pianezzo,
Preonzo, Sant’Antonio,
Sant’Antonino e
Sementina sono aggregati
al più tardi
entro il 3 dicembre
2017 in
un unico Comune
denominato Comune di
Bellinzona,
a far tempo dalla
costituzione del
Municipio.
3) Nella
prima legislatura il
Municipio dei due
nuovi Comuni sarà
composto da 7 membri e 4
supplenti, mentre il
Consiglio comunale sarà
composto da 60 membri.
4) Il
Cantone verserà un
contributo di 24 milioni
di franchi al nuovo
Comune di Locarno e di
30 milioni di franchi al
nuovo Comune di Bellinzona.
5)
Sono riservati
aggregazioni più estese
e contributi più elevati
, secondo le modalità
previste dalla legge.
Da
notare che sono stati
presi in considerazione
18 Comuni
dell’agglomerato
locarnese ( tutti quelli
oggetto di uno studio
strategico eseguito un
paio di anni fa dal
Cantone – compresi i 3
Comuni delle Terre di
Pedemonte appena
aggregati – con
l’aggiunta del Comune
delle Centovalli) ed i
17 Comuni
dell’agglomerato
bellinzonese oggetto di
uno studio strategico
ancora da eseguire.
8
Comuni-distretti in
Ticino ?
Ricordo
che circa tre anni fa
l’allora presidente del
PS, Manuele Bertoli,
aveva lanciato l’idea di
un’iniziativa popolare
costituzionale per
ridurre il numero dei
Comuni a 5 : Mendrisio,
Lugano, Bellinzona,
Locarno e Biasca. Una
proposta lungimirante ma
forse un po’ troppo
prematura, e che
difficilmente sarebbe
stata accolta.
Personalmente avevo
valutato la possibilità
di proporre la creazione
in Ticino di 8 Comuni
corrispondenti ai
rispettivi distretti.
Ma, pur
essendo favorevole a
simili drastiche
soluzioni e pur essendo
convinto del fatto che
prima o poi ci si
arriverà in modo
naturale e spontaneo,
penso che non sarebbe
saggio voler forzare le
cose in questo momento –
col rischio di mandare
all’aria tutto -
perdendo così di
vista l’obiettivo più
importante e urgente per
il Cantone , che è
quello di creare due
poli forti nel Locarnese
e nel Bellinzonese, in
modo che anche il
Sopraceneri possa tenere
il passo con il
Sottoceneri.
Aspetti organizzativi
(importante!)
Per
la riuscita di
una simile iniziativa
occorrono infatti 10'000
firme da raccogliere in
due mesi, e per
garantire il successo
occorreranno circa
15’000 franchi. E’
chiaro che da solo non
potrò farcela e cerco
dunque persone di buona
volontà disposte a
rimboccarsi le maniche
per raccogliere firme o
a sostenere
finanziariamente questa
battaglia fatta
nell’interesse di tutto
il Cantone. Gli
interessati sono
invitati a contattarmi
entro la fine dell’anno
, preferibilmente per
email, al seguente
indirizzo :
ilguastafeste@bluewin.ch.
In particolare ,
per la raccolta delle
firme nel Sottoceneri
auspico di poter
ottenere l’appoggio di
volontari della Grande
Lugano e della Grande
Mendrisio che hanno già
sperimentato i benefici
di un’aggregazione.
Perché
l’iniziativa verrà
lanciata in marzo ?
Semplicemente perché
il 1. aprile si
terranno le elezioni
comunali (senza voto per
corrispondenza) : una
ghiotta occasione per
raccogliere firme
davanti ai seggi
elettorali dei vari
Comuni. L’appello che
lancio ora a tutti
coloro che intendono
prestar servizio alle
bancarelle è dunque
quello di non iscriversi
agli Uffici elettorali
né come membri né come
delegati dei partiti, in
modo da rimanere
disponibili per la
raccolta delle firme.
Aspetti giuridici e
politici
1.
Domanda
: Non
sarebbe possibile
chiedere la costituzione
della Grande Locarno e
della Grande Bellinzona
tramite un’iniziativa
legislativa anziché
costituzionale ?
Risposta :
No. Il nostro Cantone
infatti conosce
unicamente l’iniziativa
in
materia legislativa
(art. 37 Cost.) e non
ammette la cosiddetta
iniziativa
amministrativa generale,
il cui oggetto può
consistere in ogni tipo
di decreto che il
Parlamento ha la facoltà
di adottare in virtù del
diritto cantonale. Ora,
i decreti di fusione o
aggregazione di Comuni
sono decisioni di natura
amministrativa (sentenza
10 novembre 2009 del TF,
in Rivista ticinese di
diritto I-2010 no. 3).
Un’iniziativa
legislativa finalizzata
alla fusione dei Comuni
di una regione sarebbe
verosimilmente
irricevibile.
2.
Domanda
: Come
la mettiamo con
l’autonomia comunale
garantita dall’art. 50
della Costituzione
federale ?
Risposta
:
Tale articolo
garantisce sì
l’autonomia comunale ma
“nella misura
prevista dal diritto
cantonale”, e dunque
ogni Cantone – tramite
una modifica della
propria Costituzione –
può anche ridurre
notevolmente il numero
dei propri Comuni. I
glaronesi, ad esempio,
con una modifica della
Costituzione cantonale
(art. 147 e segg.)
entrata in vigore il 1.
gennaio 2011, hanno
ridotto il numero dei
Comuni da 25 a 3 . Una
modifica costituzionale
nel Canton Ticino
sarebbe in
ogni caso
rispettosa della
Costituzione federale.
L’autonomia comunale
esiste solo nei
confronti delle autorità
cantonali, ma non nei
confronti della
Costituzione.
3.
Domanda
: L’art.
20 cpv 1 della
Costituzione cantonale
stabilisce che i Comuni
non possono modificare i
loro confini, fondersi
con altri Comuni e
dividersi senza il
consenso dei loro
cittadini e
l’approvazione del Gran
Consiglio. Ma
l’approvazione
dell’iniziativa potrebbe
portare a delle
aggregazioni coatte per
taluni Comuni : non
sarebbe poco coerente
con i principi sopra
enunciati ?
Risposta
:
Essendo il nuovo
articolo costituzionale
una disposizione più
recente, esso
costituirebbe una deroga
alle altre norme.
Del resto il
capoverso 3 dell’art. 20
sancisce
già
la possibilità per il
Gran Consiglio di
procedere a delle
aggregazioni coatte (in
determinati casi
stabiliti dalla legge
sulle aggregazioni).
4.
Domanda :
Ma non sarebbe poco
democratica una norma
costituzionale che
potrebbe portare a delle
fusioni coatte ?
Risposta
: a differenza delle
aggregazioni
coatte decise d’autorità
dal Gran Consiglio,
le
aggregazioni dei Comuni
locarnesi e bellinzonesi
verrebbero decise dal
popolo sovrano, come
tutte le modifiche
costituzionali. E non
v’è dunque nulla di più
democratico di una norma
costituzionale. Decidano
i cittadini del
Cantone se è o meno
nell’interesse del
Ticino che finalmente
nel Locarnese e nel
Bellinzonese si creino
due poli forti e uniti.
Procedura e tempi
L’iniziativa verrà
lanciata nel marzo del
2012
e riuscirà se entro
maggio verranno
raccolte 10'000 firme.
Poi
il Gran
Consiglio, che potrà se
del caso contrapporre
all’iniziativa un suo
controprogetto, avrà
due anni di tempo dalla
pubblicazione del
risultato nel Foglio
ufficiale o dalla
presentazione del
messaggio relativo del
Consiglio di Stato per
concludere le
deliberazioni (art. 89
cpv 2 Cost.), e
la votazione popolare
dovrà aver luogo entro 2
mesi
dalle deliberazioni
(art. 90 cpv 2 Cost.) .
Quindi, se tutto
va bene e se non vi
saranno ritardi causati
da ricorsi, entro la
fine del 2014 il popolo
dovrebbe poter
esprimersi su questo
argomento. Qualora
l’iniziativa
dovesse essere
accolta, l’aggregazione
diverrà effettiva
verosimilmente già in
occasione delle elezioni
comunali del 2016 (o
al più tardi, come
chiede l’iniziativa, per
tener conto di eventuali
imprevisti e lungaggini,
entro la fine del 2017)
.
Giorgio Ghiringhelli,
fondatore del movimento
“Il Guastafeste”
|