Losone, 29.5.2013
Islamizzazione dell’Europa :
è ora di reagire !
Nel 2006 avevo inviato ai
giornali una mia lettera –
che potete trovare nel link
“Le riflessioni del Ghiro
sull’Islam” -
intitolata
“Islamizzazione dell’Europa : o si reagisce o si subisce” che era
stata pubblicata dal
Giornale del Popolo il
14.8.06 e dal Corriere
del Ticino e dalla
Regione il 17 agosto 2006 .
Sette anni son trascorsi da
quando avevo espresso quelle
preoccupazioni
e purtroppo i fatti
mi stanno dando ragione. Non
perché sono un indovino ma
perché,
a differenza di
molti benpensanti che per
principio e per partito
preso
( per non apparire
di Destra) tacciano di
razzismo ogni pur
giustificata critica
sull’Islam,
cerco di usare la
ragione.
In quella lettera, mi
chiedevo se per difendere e
rendere meno vulnerabile
l’Europa da chi covava tanto
odio verso l’Occidente non
si dovesse operare
preventivamente evitando il
formarsi di consistenti
comunità islamiche. E
inoltre sostenevo che di
fronte a una conquista
pianificata dell’Europa da
parte dell’Islam, che sempre
più spesso faceva leva
sul ricatto della paura, non
rimaneva che reagire o
subire. Infine, citando
alcuni attentati (Londra,
Madrid ecc.) e comportamenti
arroganti , giungevo alla
conclusione che
“evidentemente certi
integralisti si sentono
sempre più forti e sempre
più potenti”, e
concludevo esprimendo il
timore che quel che stava
accadendo in quegli anni
fosse solo l’inizio.
Come temevo, l’Europa negli
ultimi anni , in nome della
tolleranza, ha scelto la via
ottusa e codarda di subire
anziché reagire, sia
spalancando sempre più le
porte a un’immigrazione
incontrollata che ha
accresciuto a dismisura
le file degli
integralisti islamici
( i quali sono
andati a ingrossare e
“contagiare” le già
consistenti comunità
musulmane) e sia cedendo
sempre più alle loro
richieste che de facto
miravano a importare in
Europa i modelli di società
antidemocratici
dei loro Paesi di
provenienza, con la
creazione di quartieri e di
tribunali islamici basati
sulla sharia, con il
diffondersi a macchia d’olio
delle soldatesse dell’Islam
integralista che indossano i
vari veli come una divisa
avente lo scopo di fare
proselitismo (in barba ai
divieti di fare proselitismo
per altre religioni nei
Paesi islamici) e di
distinguere le buone
musulmane dalle non
musulmane , con il
moltiplicarsi della
costruzione di moschee
finanziate dal Qatar o
dall’Arabia Saudita in cui
si predica l’odio verso
l’Occidente e si reclutano
combattenti per il jihad
ecc.
I risultati li abbiamo visti
negli ultimi tempi, con gli
attentati di Tolosa (contro
una scuola ebraica e contro
soldati francesi), con gli
attentati dinamitardi a
Stoccolma di qualche anno fa
(fortunatamente senza
vittime),
con l’esplosione di
vere e proprie guerre civili
nei quartieri di immigrati
in Francia e ora anche in
Svezia, con lo scandalo dei
giovani adolescenti belgi
musulmani inviati a
combattere contro il regime
di Assad in Siria,
con lo sgozzamento di
un soldato inglese a Londra
e il ferimento alla gola di
un soldato francese a
Parigi... senza contare i
numerosi gruppi di sospetti
terroristi bloccati dalla
polizia e dai servizi
segreti un po’ in tutta
Europa prima che potessero
mettere in esecuzione i loro
attentati.
Tutti episodi isolati da
ascrivere solo a qualche
pazzo di turno, o solo la
punta dell’iceberg di uno
scontro di civiltà che ci
riserverà ancora molte
brutte sorprese in
un’escalation di violenza
favorita dalla presenza di
migliaia di subdoli nemici
infiltrati dentro le nostre
linee ? Patetici appaiono i
tentativi di chi, come il
primo ministro inglese
Cameron, per gettare
acqua sul fuoco
tentano di negare
qualsiasi nesso causale fra
questa esplosione di
violenza e l’Islam, quasi a
ignorare il fatto che dopo
l’11 settembre 2001 sono
stati censiti nel mondo
oltre
20'000
attentati di sicura
matrice islamica con
centinaia di migliaia di
morti e feriti
( cfr.
www.thereligionofpeace).
Ma a quanti altri episodi
del genere occorrerà
assistere prima che l’Europa
ed i suoi governanti si
stanchino di subire e,
anziché fare la
corte ai petrodollari degli
sceicchi arabi,
comincino a reagire
nell’interesse della pace
sociale e della sicurezza di
tutti i suoi cittadini (e in
primis anche dei musulmani
laici che vogliono
integrarsi) ? Reagire come ?
Ad esempio
rimandando ai loro
Paesi i predicatori
dell’odio, i sospetti
terroristi,
i gruppi religiosi
più fanatici e coloro che
non vogliono integrarsi,
vietando i loro simboli
sessisti (veli vari e burqa)
in tutti gli spazi pubblici
, nelle scuole e nella
pubblica amministrazione,
togliendo i sussidi di
disoccupazione a coloro che
in ragione delle loro tenute
pseudoreligiose
non trovano un
lavoro, abolendo le “zone
islamiche” ed i tribunali
della sharia e controllando
meglio non solo il numero ma
anche la qualità
dei nuovi immigrati
in modo da poterli integrare
più facilmente . Dovendo
forzatamente porre dei
limiti all’afflusso di
immigrati, sarebbe meglio
agevolare l’arrivo di quei
cristiani che nei Paesi
islamici sono perseguitati ,
anziché spalancare
le porte ai loro persecutori
che domani potrebbero essere
i nostri persecutori. O no ?
Facciamo insomma capire che
non siamo più disposti a
tollerare gli intolleranti e
a cedere a tutte le
richieste di chi non sa cosa
sia la reciprocità.
Diceva Gandhi
“chi vede un problema e tace
diventa una parte di questo
problema”. Diceva un
paio di secoli fa il
filosofo, politico e
scrittore britannico Edmund
Burke
“quando gli uomini giusti tacciono il male trionfa”.
Ecco
perché, a costo di farmi
qualche nemico (non tanto
fra quei musulmani che
accettano la democrazia e
sono ben disposti a
integrarsi , quanto fra
certi esponenti della
Sinistra che danno
facilmente del razzista a
chiunque si opponga al
processo di islamizzazione
dell’Europa che è sotto gli
occhi di tutti, senza
rendersi conto che è proprio
questo atteggiamento poco
critico e molto benevolo
verso gli islamofascisti a
creare le premesse per
un’ondata di razzismo che
prima o poi farà scorrere
fiumi di sangue da una parte
e dall’altra ) , la mia
coscienza mi impedisce di
tacere di fronte al pericolo
mortale che sta correndo il
mio Continente. Perché anche
se detesto l’Unione Europea
ed i suoi burocrati, amo
l’Europa , la sua civiltà e
la sua storia.
Giorgio Ghiringhelli
|