Losone,
28.2.2011
Intervento in Consiglio
comunale
sulla
socialità
comunale
Durante la seduta del Consiglio comunale di Losone del
28
febbraio
2011 è
stata
discussa
e
approvata
a larga
maggioranza
una mia
mozione
del 17
giugno
2009 con
la quale
si
proponeva
di
concedere
certe
prestazioni
sociali
comunali
( come
l’aiuto
complementare
e i
sussidi
per le
cure
ortodontiche)
solo a
chi
risiede
a Losone
da
almeno 5
anni, e
ciò
nell’intento
di
evitare
il
“turismo
della
socialità”
e
un’esplosione
dei
costi.
In
precedenza
vi era
invece
un
limite
di
attesa
di 3
anni per
l’aiuto
complementare
e 1 anno
per le
cure
ortodontiche.
La
Sinistra
aveva
redatto
un
rapporto
di
minoranza
contrario
alla mia
mozione.
Mentre
tutti
gli
altri
partiti
e lo
stesso
Municipio
erano
favorevoli.
Ecco il
mio
lungo
intervento
fatto
durante
la
seduta,
e che
tocca
anche il
tema
della
socialità
in
generale
nei
Comuni.
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Questa è
l’ultima
volta
che ho
l’occasione
di
intervenire
in
questo
Consiglio
comunale
su un
tema
delicato
come
quello
della
socialità.
E sono
certo
dunque
di avere
la
vostra
comprensione
se mi
dilungherò
un po’,
rispondendo
punto
per
punto ad
alcune
osservazioni
contenute
nel
rapporto
di
minoranza
della
rappresentante
della
Sinistra
e
cogliendo
l’occasione
pure per
esprimere
qualche
considerazione
di
ordine
generale
che vada
controcorrente
rispetto
alle
mode,
come
dovrebbe
essere
il
compito
di ogni
vero
guastafeste.
Perché
se ho
fondato
un
movimento
di
guastafeste
non è
stato
certo
per
seguire
l’onda e
dire o
fare ciò
che già
altri
dicono o
fanno,
ma per
dar
spazio
ai
liberi
pensatori
che con
le loro
critiche
possono
contribuire
ad
arricchire
il
dibattito
e a far
riflettere.
1)
Rapporto
di
minoranza
:
“Adesso,
dopo il
voto del
referendum
popolare
di
giugno
2010,
occorre
tener
conto di
come
hanno
votato i
cittadini.
Aver
respinto
i tagli
alla
complementare
comunale
e il
sussidio
alle
cure
ortodontiche
sta ad
indicare
che il
problema
della
socialità
è
sentito
ed è
reale.
Dunque
introdurre
un
peggioramento
della
situazione
attuale,
significherebbe
chiaramente
andare
contro
la
volontà
popolare”.
Attenti
a non
dare a
quella
votazione
significati
che non
ha. In
quella
votazione
il
popolo
doveva
solo
decidere
se
eliminare
o meno
determinati
sussidi,
e grazie
anche
alla
passività
di quel
Municipio
che
aveva
proposto
l’eliminazione
di uno
di quei
due
aiuti,
ha
deciso a
stretta
maggioranza
di
mantenerli.
Ma ciò
non
significa
che lo
stesso
popolo
sarebbe
contrario
a misure
come
quella
proposta
dalla
mozione
che non
colpiscono
alcuno
degli
attuali
beneficiari
di
quegli
aiuti,
ma
semmai
solo chi
si è
appena
trasferito
a Losone
o chi vi
arriverà
in
futuro .
Una
proposta
che mira
non a
ridurre
i costi
per
la
socialità
comunale
ma a
frenarne
l’aumento
e
che
dunque è
nell’interesse
di tutti
i
beneficiari
,
perché
questi
aiuti
potrebbero
essere
rimessi
in
discussione
se in
futuro i
costi
dovessero
crescere
a
dismisura
parallelamente
al
peggioramento
della
situazione
finanziaria
del
Comune.
Se la
Sinistra
è
convinta
che tale
proposta
vada
contro
la
volontà
popolare,
allora
la sfido
a
dimostrarlo
lanciando
un
referendum
contro
la
stessa
:
e se il
popolo
le darà
ragione
sono
pronto
ad
assumermi
tutti i
costi da
essa
sostenuti
per la
riuscita
del
referendum.
E
inoltre
io ci
andrei
piano
nell’interpretare
l’esito
della
votazione
popolare
del
giugno
2010
come una
prova
del
fatto
che il
problema
della
socialità
a Losone
“ è
sentito
ed è
reale”.
Semmai
le cifre
dimostrano
l’esatto
contrario.
Su 4'159
aventi
diritto
di voto
i
votanti
erano
stati
solo
1'309,
ossia il
31%.
Ai
rimanenti
2'850
cittadini
( pari a
ben il
69 % )
della
socialità
non
importava
evidentemente
un fico
secco
visto
che
non si
sono
neppure
presi la
briga
non dico
di
recarsi
ai seggi
per
votare
ma
neppure
di
votare
per
corrispondenza.
Di
fronte a
simili
cifre è
poco
corretto
voler
enfatizzare
più di
quel
tanto la
presunta
sensibilità
dei
losonesi
per la socialità.
Inoltre
dei
1'309
cittadini
che si
sono
scomodati
a
votare,
solo 708
hanno
votato
per il
mantenimento
dell’aiuto
complementare
e solo
672
hanno
votato
per il
mantenimento
dei
sussidi
per le
cure
ortodontiche.
In
pratica
a
favore
di
questi
aiuti
hanno
votato
solo i
circa
300
beneficiari
diretti
,
qualche
loro
parente
ovviamente
interessato
e
qualche
socialista.
Quindi è
pur vero
che la
votazione
è stata
vinta,
ed è pur
vero che
gli
assenti
hanno
avuto
torto,
ma
considerato
che solo
700
cittadini
su 4'159
si sono
recati a
votare
per
sostenere
gli
aiuti
sociali,
è anche
vero che
non si
può
sostenere
che il
problema
della
socialità
è
sentito
e reale
(semmai
è esatto
dire che
è
sentito
solo dal
17% dei
cittadini)
, ed
è
soprattutto
vero che
non si
può
prender
come
pretesto
quella
votazione
per dire
che ogni
e
qualsiasi
proposta
di
contenimento
della
spesa
che
tocchi
un
qualsiasi
settore
della
socialità
significhi
andar
contro
la
volontà
popolare.
Questa è
una
fandonia
bella e
buona,
perché
ogni
proposta
– come
ogni
votazione
- ha la
sua
storia,
e
dunque
il CC
non si
faccia
intimorire
o
condizionare
da
questo
“ricatto
morale”
e sappia
che in
futuro
sarà
libero
di fare
tutte le
proposte
che
vuole
nel
settore
della
socialità
senza
essere
tacciato
di
antidemocratico
(
compresa
la
proposta
di
ridurre
o
eliminare
gli
stessi
aiuti
sociali
sui
quali si
è già
votato,
qualora
ad
esempio
il
moltiplicatore
d’imposta
dovesse
salire
dal 90%
del 2010
al 100%
di un
prossimo
futuro,
e quindi
qualora
la
situazione
di base
dovesse
modificarsi
rispetto
al
momento
in cui
si era
votato)
come
pure la
Sinistra,
o
chiunque
altro,
sarà
libera
di
lanciare
un
referendum
ogni
qualvolta
non sarà
d’accordo
con
certe
proposte.
E qui
vorrei
cogliere
l’occasione
per
ricordare
a chi ,
fuori e
dentro
dal mio
gruppo,
mi
rimprovera
di non
essere
molto
sensibile
ai temi
della
socialità,
che se i
referendum
lanciati
dalla
Sinistra
contro i
tagli al
sociale
sono
riusciti
consentendo
così ai
losonesi
di
esprimersi
su
questo
argomento
è solo
grazie
all’iniziativa
popolare
lanciata
a
livello
cantonale
dal
sottoscritto
per
ridurre
dal 20
al 15%
il
numero
delle
firme
necessarie
nei
Comuni
per la
riuscita
di un
referendum
e
per
aumentare
da 30 a 45 giorni il tempo
necessario
per la
raccolta
di
queste
firme .
Tradotto
in
cifre,
ciò
significa
che a
Losone
attualmente
bastano
623
firme
invece
di
831
:
ebbene
per
l’aiuto
complementare
erano
state
raccolte
756
firme
(cifra
poi
calata
a 708 in sede di votazione, a
dimostrazione
del
fatto
che si
era
raschiato
il
fondo) e
per le
cure
ortodontiche
solo
671.
Quindi
magari
non avrò
la
sensibilità
di un
socialista
in fatto
di
socialità
( perché
altrimenti
invece
di
fondare
il
Guastafeste
mi sarei
iscritto
al PS)
ma è
grazie
alle mie
battaglie
per
agevolare
i
diritti
popolari
e la
democrazia
diretta
se i
cittadini
di tutto
il
Cantone
, e non
solo di
Losone,
potranno
in
futuro
esprimersi
più
agevolmente
su vari
problemi
che li
toccano
da
vicino,
compresi
quelli
della
socialità,
dell’educazione
e così
via .
2)
Rapporto
di
minoranza
:
“ Il
turismo
della
socialità
è una
fandonia
: le
persone
che
hanno
problemi
finanziari
immediati
non
possono
immaginare
di
affrontare
un
trasloco
e poi
dover
attendere
anni per
percepire
un
sussidio
“
Ogni
anno a
Losone
si
registra
la
partenza
di circa
500
persone
e
l’arrivo
di circa
500
persone.
I nuovi
arrivati
sono
forse
tutti
ricchi e
benestanti
? Se
così
fosse
Losone
non
sarebbe
uno dei
Comuni
ad avere
le più
basse
risorse
fiscali
pro
capite.
A titolo
di
confronto,
nel 2006
queste
risorse
pro
capite
ammontavano
a
Losone
a
2'376
franchi
, contro
i
2'579
franchi
di
Bellinzona,
i
2'865
franchi
di
Locarno,
i
3’068
franchi
di
Minusio,
i 3'365
franchi
di
Muralto,
i 3'722
di
Ascona,
i 3'822
di
Orselina,
i 4'142
di
Chiasso,i
4’741
di
Mendrisio
ed i
5'646 di
Lugano.
Ciò
significa
che
rispetto
agli
altri
siamo un
Comune
povero ,
a tal
punto
che
dobbiamo
beneficiare
degli
aiuti
del
fondo di
livellamento
intercomunale
, e
significa
pure che
delle
circa
500
persone
che ogni
anno si
trasferiscono
a Losone
la
maggior
parte
non
godono
di una
situazione
economica
agiata :
eppure
questa
gente
affronta
ugualmente
i costi
di un
trasloco
per
trasferirsi
a Losone.
Perché ?
Fra i
vari
possibili
motivi
non si
può
escludere,
come fa
invece
la
relatrice
del
rapporto
di
minoranza,
ed anzi
è molto
verosimile,
che
una
parte di
queste
persone
meno
abbienti
sia
attratta
dalla
possibilità
di
beneficiare
di
sussidi
che
nella
maggior
parte
dei
Comuni
della
regione
non
riceverebbero,
e dunque
anche se
per
ottenere
questi
sussidi
v’è da
attendere
attualmente
un anno
per le
spese
ortodontiche
e tre
anni per
la
complementare
comunale,
il santo
vale
comunque
la
candela.
3)
Rapporto
di
minoranza
:
“l’unico scopo della mozione è quello di ridurre le spese della socialità,
poiché
la paura
di un
esplosione
dei
costi è
infondata”
.
E’
falso !
Portare
a
5 anni
il
limite
che darà
diritto
ai
sussidi
comunali
non
consentirà
di
diminuire
i costi
per la
socialità,
perché
chi ha
diritto
attualmente
a questi
sussidi
continuerà
a
percepirli
anche se
risiede
a Losone
da meno
di 5
anni. Ma
consentirà
semmai
di
rendere
un po’
meno
attrattivo
il
nostro
Comune
per chi
volesse
trasferirvisi
attratto
da certi
sussidi
comunali,
e dunque
forse
contribuirà
a
mettere
un freno
all’aumento
di
queste
uscite.
4)
Rapporto
di
minoranza
:
“ se la
mozione
venisse
accettata
sarebbero
di nuovo
le
persone
meno
abbienti
a
trovarsi
in
difficoltà
e a
pagare
per il
risanamento
delle
finanze
losonesi”.
E’ falsa
anche
questa
affermazione.
Come
detto,
nessuna
delle
persone
meno
abbienti
che
attualmente
a Losone
percepisce
questi
sussidi
si vedrà
togliere
o
diminuire
gli
stessi,
e
dunque
nessuna
di loro
dovrà
pagare
per il
risanamento
delle
finanze
losonesi.
Anzi ,
per
qualcuno
ci sarà
forse un
miglioramento
in
quanto
attualmente
il
Regolamento
concernente
l’aiuto
complementare
prevede
che lo
stesso
venga
concesso
solo a
chi
risiede
nel
Comune
da
almeno 3
anni,
senza
possibilità
di
deroga
in casi
particolari
e gravi,
mentre
che con
l’emendamento
chiesto
dal
Municipio
e
accolto
dal
rapporto
di
maggioranza
l’allungamento
del
termine
di
attesa a
5 anni
verrebbe
compensato
con la
possibilità
di
derogare
a tale
termine
per i
casi
particolari
e gravi.
E’ vero
che in
futuro
molti
potenziali
beneficiari
che si
trasferiranno
nel
nostro
Comune
dovranno
attendere
5 anni
invece
di 3 per
ottenere
l’aiuto
complementare
e 5 anni
invece
di uno
per
ottenere
i
sussidi
per le
cure
ortodontiche
(salvo i
casi
particolari
e gravi)
, ma pur
con
un’attesa
più
lunga
questa
gente
riceverà
questi
sussidi
, mentre
che dai
loro
Comuni
di
provenienza
probabilmente
non li
ricevevano.
Basti
dire che
nell’agglomerato
urbano
del
Locarnese,
oltre a
Losone,
solo il Comune di Tenero concede dei
sussidi
-
e per di
più
assai
limitati
- per le
cure
ortodontiche
( nel
2009 ad
esempio
Tenero
ha
versato
per
questi
sussidi
solo
2’700
franchi
contro i
22’400
elargiti
a Losone).
E
diversi
Comuni (
Locarno,
Brissago,
Orselina
e Brione
sopra
Minusio)
non
concedono
neppure
l’aiuto
complementare.
E dove
sta
scritto
che
Losone,
il
Comune
più
povero,
debba
continuare
ad
addossarsi
dei
costi
che
diversi
altri
Comuni
non
vogliono
assumersi
o se li
assumono
solo in
parte ?
Ecco
perché
il
nostro
Comune –
per una
sorta di
legittima
difesa -
ha tutto
il
diritto
di
cercare
di
essere
meno
attrattivo
per chi
lo
sceglie
quale
luogo di
residenza
in
ragione
dei
sussidi
che
potrebbe
ottenere.
In un
confronto
con gli
altri
Comuni
dell’agglomerato,
Losone,
pur
avendo
le
risorse
fiscali
pro
capite
più
basse
e
pur
avendo
probabilmente
nel 2011
il
moltiplicatore
d’imposta
più
elevato,
è
proporzionalmente
il
campione
regionale
della
socialità,
e –
tanto
per
tranquillizzare
la
relatrice
del
rapporto
di
minoranza
- lo
rimarrebbe
anche se
la
proposta
di
aumentare
il
termine
che dà
diritto
a questi
sussidi
venisse
portato
a 5
anni.
Quindi
non
facciamoci
dei
sensi di
colpa
che non
hanno
motivo
di
essere,
e semmai
chiediamoci
perché
dei
Comuni
che sono
ben più
ricchi
del
nostro
sono
meno
prodighi
in fatto
di
socialità
: sono
poco
sociali
perché
son
ricchi o
son
ricchi
perché
sono
poco
sociali
?
Sarebbe
interessante
lanciare
un
dibattito
per
approfondire
il tema
di
una
socialità
comunale
a
macchia
di
leopardo,
che non
solo può
alimentare
in una
regione
un
turismo
della
socialità
a
svantaggio
dei
Comuni
più
generosi,
ma che
pure
crea
disparità
di
trattamento
fra
i
cittadini
meno
abbienti
residenti
in un
Comune
rispetto
a un
Comune
vicino,
e
anche
fra i
contribuenti
che in
alcuni
Comuni –
come il
nostro –
devono
assumersi
una
quota di
imposte
maggiore
per la
socialità
rispetto
ai
contribuenti
di altri
Comuni
vicini.
Una
parziale
soluzione
agli
effetti
indubbiamente
negativi
di
questa
socialità
regionale
a
macchia
di
leopardo
potrebbe
essere
sicuramente
l’aggregazione dei Comuni. Ma purtroppo temo che, anche dopo le
votazioni
consultive,
nell’agglomerato
urbano
locarnese
continueranno
ad
esserci
più di
due
Comuni.
Ci si
potrebbe
anche
chiedere
se la
socialità
non
debba
essere
una
competenza
esclusivamente
cantonale,
proprio
per
evitare
fenomeni
di
turismo
della
socialità
e per
garantire
a tutti
i
cittadini
e a
tutti i
contribuenti
del
Cantone
una
parità
di
trattamento
che oggi
– in
nome
dell’autonomia
comunale
- non
c’é. Con
questo
non dico
che
tutto il
peso
della
socialità
debba
rimanere
a carico
del
Cantone,
ma che i
Comuni
rinuncino
alla
loro
autonomia
in
questo
settore
delegando
il
coordinamento
di tutti
i
possibili
aiuti
sociali
al
Cantone
il quale
poi ,
come già
oggi
avviene,
chiamerà
alla
cassa i
Comuni
in base
alla
loro
forza
finanziaria
e ad
altri
parametri
:
basti
dire ad
esempio
– tanto
per
rispondere
a chi
sostiene
che a
Losone
non si
fa
abbastanza
per la
socialità
o
si
oppone
per
partito
preso a
qualsiasi
misura
di
contenimento
di
questi
costi -
che il
nostro
Comune
paga per
la
socialità
e la
previdenza
una
fattura
di quasi
quattro
milioni
di
franchi
all’anno,
pari al
20% di
tutte le
sue
uscite.
E non
dimentichiamo
che il
nostro
Comune
non ha
neppure
i soldi
per
provvedere
da solo
alla
costruzione
e alla
gestione
di una
casa per
anziani
medicalizzata,
e dovrà
in
pratica
delegare
tale
compito
a una
Fondazione
del
Patriziato.
Personalmente
avrei
preferito
tagliare
i vari
aiuti
sociali
elargiti
dal
nostro
Comune e
utilizzare
questi
importi
per dare
al più
presto
ai
losonesi
un’opera
sociale
di
assoluta
necessità
e
urgenza
come la
casa per
anziani
medicalizzata,
piuttosto
che
veder
rinviata
nel
tempo
questa
realizzazione
per
motivi
finanziari
e per
trovare
i
necessari
accordi
con il
Patriziato
. Temo
che
anche in
questo
caso
potrebbe
valere
il detto
“chi
troppo
vuole
nulla
ottiene”.
Giorgio
Ghiringhelli,
capogruppo
del
Guastafeste