Losone,
28.2.2011
Intervento in Consiglio
comunale
su
dimissioni
dei tre
Guastafeste
La
Sinistra,
per
bocca
della
sua
rappresentante
in seno
alla
Commissione
della
legislazione,
intende
opporsi
alle
dimissioni
dei tre
Guastafeste,
e questo
è un suo
diritto
visto
che in
base
all’art.
45 della
LOC la
competenza
a
decidere
sulle
dimissioni
è del
Consiglio
comunale.
Quello
che però
non
possiamo
accettare
è l’uso
strumentale
di
questo
diritto
fatto
dalla
Sinistra
per
tentare
di
gettare
discredito
sul
movimento
del
Guastafeste
e sui
suoi
membri
dimissionari,
forse
nell’intento
di
accaparrarsi
i voti
dei
nostri
simpatizzanti
alle
prossime
elezioni
comunali
, o
forse
semplicemente
quale
ripicca
perché i
tre
seggi
liberi
sono
stati
regalati
all’UDC
e non a
loro.
Lo
stesso
articolo
di legge
che
demanda
al CC la
competenza
di
decidere
sulle
dimissioni
non dice
come le
stesse
debbano
essere
motivate,
e non
dice che
debbano
esserci
motivi
gravi,
ma
si
limita a
dire che
devono
essere
motivate.
Punto e
basta.
Diversa
è la
situazione
dei
municipali,
per i
quali
l’art.
85 LOC
prevede
che le
dimissioni
possono
essere
inoltrate
solo per
giustificati
motivi,
quali ad
esempio
l’aver
coperto
la
carica
l’intero
quadriennio
immediatamente
precedente
( e a
tal
proposito
vorrei
far
notare
che di
quadrienni
alle
spalle
ne ho
quasi
quattro,
essendo
con
Catarin
il
veterano
di
questo
CC) ,
oppure
avere
almeno
65 anni
(e a tal
proposito
vorrei
far
notare
che
Luciano
Bernardini,
decano
di
questo
CC, di
anni ne
avrà 69
fra un
paio di
mesi),
oppure
avere
un’infermità
che
rende la
carica
particolarmente
gravosa
o altro
motivo
grave.
Quindi
le mie
motivazioni
di
ordine
politico-finanziario
,
condivise
e fatte
proprie
pure dai
due miei
colleghi
dimissionari,
possono
magari
dar
fastidio
a
qualcuno,
o
possono
non
essere
condivise
da tutti
nel loro
contenuto,
ma in
base
alla
legge
sono più
che
sufficienti
per
giustificare
delle
dimissioni
motivate
con “l’insufficiente volontà del Municipio e del CC nel far fronte al rapido
e
costante
degrado
delle
finanze
losonesi”
e con il
fatto
che (
cito) “non sono più disposto a fare la parte dell’utile idiota e continuare a
sprecare
tempo ed
energie,
a
scapito
della
mia
salute,
per
cercare
di
mantenere
a galla
una
barca
che sta
affondando
nel
disinteresse
generale
a causa
dell’imperizia
del suo
equipaggio,
né
intendo
condividere
per
questo
naufragio
responsabilità
che non
ritengo
di
avere”.
(fine
della
citazione).
Basterebbe
citare i
9
milioni
di
franchi
di
disavanzi
accumulati
dal 2003
al 2009,
sempre
con la
benedizione
del CC e
della
Sinistra
,
per
tappare
la bocca
a
chiunque
voglia
contestare
quelle
che
Elena
Pellanda
nel suo
rapporto
definisce
“accuse
pesanti
e
inaccettabili”.
E
forse
anche
l’accenno
agli
effetti
negativi
che il
mio
lungo e
a tratti
massacrante
impegno
politico
per la
comunità
ha avuto
sulla
mia
salute
avrebbe
dovuto
essere
meglio
recepito
e
compreso
da chi
in altre
occasioni
si
dimostra
così
sensibile
verso le
esigenze
altrui.
Vorrei
ricordare
che in
questo
Consiglio
comunale
se ne
son già
viste un
po’ di
tutti i
colori
in fatto
di
dimissioni,
con
consiglieri
che se
ne sono
andati
dopo
pochi
giorni o
pochi
mesi
dall’elezione
e con
motivazioni
di
comodo,
ma
nessuno
ha mai
avuto da
ridire
qualcosa.
Come
quando
ad
esempio
Edy
Meschini,
nel
maggio
del
2008,
aveva
dato le
dimissioni
dopo 9
giorni
dall’entrata
in
carica
adducendo
quale
giustificazione
“motivi
privati”.
O
come
quando
nel
luglio
del 2005
il
giovane
Danilo
Moccia,
della
Sinistra,
aveva
dato le
sue
dimissioni
dopo
poco più
di un
anno
dalla
sua
prima
entrata
in
carica
con la
motivazione
che gli
impegni
professionali
e gli
orari di
lavoro
gli
impedivano
di
svolgere
con
regolarità
e
serietà
i
compiti
che in
qualità di consigliere comunale
avrebbe
dovuto
assolvere
:
un
problema
al quale
avrebbe
potuto
pensare
prima di
candidarsi
e che
comunque
riguarda
la
maggior
parte
dei
consiglieri
comunali.
Ma
passiamo
ad
esaminare
un po’
più nel
dettaglio
le altre
motivazioni
contenute
nel
rapporto
di
minoranza
per
opporsi
alle
nostre
dimissioni.
Pellanda
scrive
che se
fosse
stato un
sol
consigliere
a dare
le
dimissioni
le
avrebbe
accettate
come
tutte le
altre
volte,
ma che
non
poteva
accettare
le
dimissioni
di ben 3
membri
di un
gruppo
su 4 .
A
parte il
fatto
che
nella
legislatura
2000-2004
vi erano
stati
due
consiglieri
della
Sinistra
su 6 che
avevano
dato le
dimissioni
a breve
distanza
l’uno
dall’altro
(Silvano
Giugni e
Christine
Lüscher)
-
per la
serie
prima di
togliere
le
pagliuzze
dagli
occhi
altrui
togli le
travi
dai tuoi
occhi -
appare a
tutti
evidente
la
pretestuosità
di
questa
argomentazione.
Pellanda
scrive
pure che
si è
eletti
per
accettare
democraticamente
le
decisioni
del CC,
e che
quindi
non
possono
essere
approvate
delle
dimissioni
motivate
“dall’ostinata
e
irragionevole
opposizione
di
principio
verso le
proposte
di
risparmio”
del
sottoscritto.
Cara
Elena,
nessun
consigliere
comunale
che
siede in
questa
sala si
è mai
visto
bocciare
così
tante
proposte
come il
sottoscritto
dal 1996 in poi. Eppure ho
tenuto
duro per
15 anni
, in un
clima
spesso
ostile,
ben
al di là
di ogni
ragionevole
umana
sopportazione,
e se ci
fosse un
premio
per la
costanza
e la
determinazione
penso
che
pochi
più del
sottoscritto
lo
meriterebbero.
Ho
deciso
di
andarmene
solo
quando
sono
arrivato
alla
conclusione
che ogni
mio
tentativo
per
cercare
di
raddrizzare
le
finanze
di
questo
Comune
era
inutile
e che
alla non
più
giovane
età di
59 anni
potevo
utilizzare
in modo
più
proficuo
per la
comunità
il mio
tempo e
le mie
sempre
più
limitate
energie.
A parte
ciò
contesto
l’affermazione
secondo
cui si è
eletti
per
accettare
democraticamente
le
decisioni
del CC.
Se così
fosse,
otto
anni fa
avremmo
dovuto
accettare
democraticamente
la
decisione
del CC
di
regalare
un
milione
di
franchi
al
Patriziato
anziché
lanciare
un
referendum,
e lo
scorso
anno la
Sinistra
avrebbe
dovuto
accettare
i tagli
degli
aiuti
sociali
decisi
dal CC
anziché
lanciare
due
referendum
contro
gli
stessi.
E’
dunque
evidente
che non
si è
eletti
per
accettare
democraticamente
le
decisioni
del CC
ma
semmai
per
prendere
decisioni
nell’interesse
del
Comune.
E quando
si ha
l’impressione
che
certe
decisioni
non
vanno in
questa
direzione
è lecito
cercare
di
osteggiarle
con
tutti i
mezzi
democratici
a
disposizione,
come i
referendum
, le
iniziative
popolari,
i
ricorsi,
le
istanze
di
intervento,
le
manifestazioni
di
piazza e
così
via.
Come
pure è
lecito ,
per
protesta,
rinunciare
alla
carica e
andarsene
sbattendo
la porta
nell’intento
di
suscitare
dibattito
e
provocare
una
salutare
reazione.
Che
c’entrano
le
elezioni
con le
dimissioni
?
Ma dove
le
motivazioni
addotte
dalla
Sinistra
per
osteggiare
le
nostre
dimissioni
sono
inaccettabili
e
chiaramente
strumentali
e
miranti
a
screditarci
agli
occhi
dell’opinione
pubblica
è nel
passaggio
del
rapporto
di
minoranza
in cui
si
tirano
in ballo
in modo
del
tutto
inappropriato
le
elezioni
comunali
del
passato
per
ricordare
che il
sottoscritto
ha
lasciato
per due
volte il
seggio
in
Municipio
a
Vanetti
deludendo
i propri
elettori
e ha
occupato
tre
seggi
del CC
scegliendo
tra
cittadini
che
neppure
erano
stati
proposti
agli
elettori.
Ma che
c’entra
tutto
ciò con
le
dimissioni
?
Pellanda
ha la
bontà di
riconoscere
che il
sottoscritto
“è
sempre
rimasto
nei
limiti
legali”
, ma
poi
aggiunge
“ con
poco
rispetto
della
legge
non
scritta,
quella
del buon
senso”.
E dopo
aver
tirato
in ballo
anche
Nessi
e
Bernardini,
rei a
suo dire
di
essere
entrati
in CC
dalla
porta di
servizio
senza
mettere
la
faccia
davanti
ai
losonesi
e rei di
volersene
andare
usando
lo
stesso
passaggio,
Pellanda
conclude
che ,
benché
legale,
il mio
modo di
intendere
la
politica
“non è
etico né
moralmente
accettabile”
per cui
le
nostre
dimissioni
vanno
respinte.
Qui se
c’è
qualcosa
di
moralmente
poco
accettabile
sono
proprio
queste
velenose
accuse a
vanvera,
evidentemente
frutto
di
invidia
per i
nostri
successi
elettorali.
Ma
questi
travasi
di bile
mi danno
l’opportunità
per
ribadire
alcuni
concetti
che
anche
qualche
giornalista
ha
faticato
a capire
in
questi
anni.
Cominciamo
dal
seggio
in
Municipio
dato due
volte a
Vanetti.
Per la
precisione
vorrei
ricordare
che la
prima
volta
l’avevo
dato al
primo
subentrante
della
lista,
che era
il
rappresentante
dei
Verdi
Tazio
Fornera,
già
alleato
della
Sinistra
in
passato.
Solo a
seguito
del
cambiamento
di
domicilio
di
quest’ultimo
il
seggio
era poi
passato
al
secondo
subentrante
Vanetti.
Alle
elezioni
successive
il
nostro
movimento
aveva
inviato
a tutti
i fuochi
un
volantino,
con una
spesa
non
indifferente,
nel
quale
veniva
chiaramente
e in
bella
evidenza
detto
che
avrei
accettato
un’eventuale
elezione
in
Municipio
alla
condizione
che
fosse
riconfermato
pure
Vanetti.
Una
trasparenza
che non
ho mai
visto
essere
messa in
pratica
da
qualche
altro
gruppo
politico.
Il
popolo
ci ha
dato un
sol
seggio
in
Municipio
e
dunque,
come
anticipato
pubblicamente
e come
consentito
dalla
legge
sull’esercizio
dei
diritti
politici
, ho
mantenuto
la mia
promessa
elettorale
optando
per il
CC e ho
lasciato
quel
seggio a
Vanetti.
Cosa c’è
di
moralmente
inaccettabile
in tutto
ciò?
Così
facendo,
secondo
Pellanda,
avrei
deluso i
miei
elettori
. Anche
se così
fosse
sarebbe
un
problema
fra me e
chi mi
ha
votato,
e non
certo un
problema
della
Sinistra
o di
altri.
Ma le
cifre
stanno a
dimostrare
che i
miei
elettori
non solo
non sono
stati
delusi ,
e anzi
hanno
premiato
la
nostra
strategia.
Difatti
nel
2004,
quando
avevamo
congiunto
la lista
con i
verdi,
avevamo
ottenuto
233 voti
per il
Municipio,
mentre
che nel
2008 –
pur
correndo
da soli
e pur
con
l’introduzione
della
scheda
senza
intestazione
– a
differenza
di tutti
gli
altri
partiti
che han
perso
molti
voti
abbiamo
marciato
sul
posto,
con 232
voti.
Inoltre
a
livello
di voti
personali
io son
passato
dai 304
del 2004
ai 437
del 2008
e
Vanetti
ha fatto
il
maggior
balzo in
avanti
di tutti
i
municipali,
passando
da 98 a ben 300. E siamo stati
l’unico
gruppo
politico
ad
aumentare
il
numero
dei
nostri
seggi in
CC, dove
il
sottoscritto,
con 593
voti
personali
contro i
437 di
quattro
anni
prima, è
stato il
più
votato
di
tutti.
E’
dunque
bugiardo
e
intellettualmente
disonesto
chi, per
motivi
strumentalmente
interessati,
o tanto
per
cercare
di
squalificare
il
nostro
movimento,
continua
a dire o
a
scrivere
che gli
elettori
del
Guastafeste
sono
stati
delusi
dalle
nostre
scelte,
quando
semmai è
vero il
contrario.
E poi
non
accetto
la
morale
da chi
predica
bene e
razzola
male :
forse
che
quando
nel 1999
l’allora
municipale
della
Sinistra, Luca Realini, lasciò
anzitempo
la
carica
gli
subentrò
la prima
subentrante
(Elena
Fiscalini),
o il
secondo
subentrante
(Silvano
Giugni)
o il
terzo
subentrante
(Renzo
Tagliaferri)
? No,
tutti si
ritirarono
per
lasciare
il posto
all’ultima
della
lista,
Anita
Milan,
che
grazie a
quella
strategia
da
allora
rimase
in
Municipio.
Tutto
legale
naturalmente,
ma,
la
famosa
legge
non
scritta,
quella
del buon
senso e
dell’etica
, tirata
in ballo
da
Pellanda,
vale
solo per
il
Guastafeste
o anche
per la
Sinistra...?
Infine,
udite
udite,
Pellanda
mi
rimprovera
di aver
occupato
in modo
poco
etico 3
seggi
del
Consiglio
comunale
scegliendo
tra
cittadini
che
neppure
erano
stati
proposti
agli
elettori.
E allora
? Ad
ogni
elezione
nei vari
Comuni
vi sono
liste
civiche
che ,
con
grande
invidia
dei
partiti
storici,
ottengono
più
seggi
dei
candidati
a
disposizione
e devono
poi dare
i seggi
supplementari
a
cittadini
che non
erano
candidati.
E ,
salvo a
Losone,
nessuno
se ne è
mai
scandalizzato
o ha mai
fatto
una
colpa a
queste
liste
per il
loro
successo
elettorale.
Ma ci
spieghi
Pellanda
dove sta
la colpa
e cosa
avrebbe
fatto
lei al
mio
posto ?
Tre anni
fa avevo
scritto
a una
cinquantina
di
persone
chiedendo
loro di
candidarsi
per il
Guastafeste
ma
nessuno
raccolse
l’invito.
Così mi
presentai
da solo
denominando
provocatoriamente
la lista
“L’ultimo
dei
Guastafeste”
e
ottenni
4 seggi.
Avrei
forse
dovuto
prendermela
con gli
elettori
? Avrei
forse
dovuto
spararmi
per
questa
situazione
poco
etica e
immorale
? Avrei
forse
dovuto
regalare
quei
seggi
agli
altri
partiti
? In
effetti
in un
primo
tempo
avevo
messo a
disposizione
quei
seggi a
dei
candidati
di
almeno
tre
diversi
partiti
( fra
cui uno
della
Sinistra)
che non
erano
stati
rieletti
o eletti
e che
godevano
della
mia
stima.
Ma
nessuno
di loro
accettò,
e
quindi è
inutile
recriminare
adesso
per i
tre
seggi
regalati
all’UDC,
come ha
fatto
con una
lettera
ai
giornali
un
consigliere
della
Sinistra
e come
ha fatto
pure
quel
solito
giornalista
ministeriale
che da
anni
riserva
i suoi
predicozzi
moralistici
solo al
Guastafeste
e che
sarò
felice
in
futuro
di non
aver più
seduto
alle mie
spalle.
Fortunatamente
ho poi
trovato
dei
cittadini
che,
cedendo
alle mie
richieste,
hanno
avuto il
grande
torto
secondo
la
Sinistra
di
essersi
messi a
disposizione
per la
comunità
senza
“aver
dovuto
mettere
la
faccia
davanti
ai
losonesi”,
e che
dopo
aver
visto
come
funzionano
le cose
in
questo
Consiglio
comunale
si son
chiesti
come
abbia io
potuto
resistere
per 15
anni e
hanno
deciso
di
dimissionare
con me
non solo
perché
concordi
con le
mie
motivazioni
di
ordine
politico-finanziarie
ma anche
per
solidarietà
– virtù
poco
diffusa
in
politica
- verso
chi
aveva
loro
concesso
di fare
questa
esperienza.
Se a
loro
importava
poco
essere o
meno in
Consiglio
comunale,
come
sostiene
villanamente
Pellanda,
non
avrebbero
certo
accettato
la mia
proposta.
E
difatti
il loro
impegno
in CC e
nelle
Commissioni
non è
stato
inferiore
a quello
degli
altri
loro
colleghi
. Per
cui non
meritavano
certo le
oltraggiose
accuse
della
Sinistra,
bensì
semmai
il
ringraziamento
di noi
tutti
per
quanto
da loro
fatto
durante
il loro
mandato.
Grazie
Luciano
e
grazie
Arrigo..
E ora,
sia
fatta la
vostra
volontà.
Giorgio
Ghiringhelli,
capogruppo
del
Guastafeste