Losone, 6.3.2012
Risposta all’Associazione
ticinese per l’autonomia
comunale
In un comunicato qua e là un tantino
farneticante diffuso alla
stampa negli scorsi giorni,
l’associazione ticinese per
l’autonomia comunale (ATAC)
si scaglia contro
l’iniziativa popolare
costituzionale “Avanti con
le nuove
Nel suo comunicato l’ATAC stigmatizza
pure quei Comuni che pur
essendo favorevoli
all’autonomia comunale non
hanno mai dimostrato
solidarietà verso quei
Comuni coinvolti in processi
aggregativi coatti. Vorrei
ricordare che tutti i
ricorsi presentati finora
contro le aggregazioni
coatte sono stati respinti
dal Tribunale federale
(sentenze di stampo fascista
anche queste ?) , e che
l’unico referendum lanciato
finora contro
un’aggregazione coatta
decisa dal Gran Consiglio (
quella di Sala Capriasca) è
stato respinto nel
Infine vorrei far presente che l’art.
50 della Costituzione
federale garantisce sì
l’autonomia comunale, ma
solo nella misura prevista
dal diritto cantonale.
Quindi, se non gli piacciono
le aggregazioni coatte rese
possibili dall’attuale
Costituzione cantonale
ticinese ( approvata nel
1997 non da un regime
fascista ma dal popolo... )
, i membri del comitato
dell’ATAC – invece di
limitarsi a criticare in
modo sprezzante chi non la
pensa come loro - non hanno
che da rimboccarsi le
maniche per lanciare
un’iniziativa popolare che
chieda al popolo di
rimodificare la Costituzione
cantonale nel senso da loro
desiderato. Se riusciranno a
raccogliere almeno 10'000
firme sarà il popolo a
decidere. Anch’io avrò
bisogno di 10'000 firme per
dare al popolo la
possibilità di decidere se
creare due nuove città nel
Sopraceneri che,
nell’interesse di tutto il
Cantone, possano
mettere un freno agli
squilibri esistenti rispetto
al Sottoceneri. Piaccia o
non piaccia, così funzionano
le cose nella nostra
democrazia semidiretta.
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