di Giorgio Ghiringhelli


IL MOVIMENTO POLITICO CHE NON MOLLA MAI L'OSSO


Losone, 6.3.2012

 

Risposta all’Associazione ticinese per l’autonomia comunale

 

 

 

In un comunicato qua e là un tantino farneticante diffuso alla stampa negli scorsi giorni,  l’associazione ticinese per l’autonomia comunale (ATAC) si scaglia contro l’iniziativa popolare costituzionale “Avanti con le nuove città di Locarno e Bellinzona”, promossa dal sottoscritto , definendola  “antidemocratica” e “di chiaro stampo fascista”. Tirare in ballo un regime politico totalitario e dittatoriale per definire uno strumento della democrazia diretta qual è un’iniziativa popolare significa non solo aver perso il senso della misura ma anche avere le idee un po’ confuse sul concetto di democrazia.

 

Nel suo comunicato l’ATAC stigmatizza pure quei Comuni che pur essendo favorevoli all’autonomia comunale non hanno mai dimostrato solidarietà verso quei Comuni coinvolti in processi aggregativi coatti. Vorrei ricordare che tutti i ricorsi presentati finora contro le aggregazioni coatte sono stati respinti dal Tribunale federale (sentenze di stampo fascista anche queste ?) , e che l’unico referendum lanciato finora contro un’aggregazione coatta decisa dal Gran Consiglio ( quella di Sala Capriasca) è stato respinto nel 1999 in votazione popolare dal 61% dei votanti , senza che nessuno si sia scandalizzato del fatto che a votare fossero i cittadini di tutto il Cantone (come avverrebbe per la mia iniziativa in caso di riuscita) e non solo quelli direttamente interessati. Altri due referendum lanciati se ben ricordo dall’ATAC ( o comunque con il suo appoggio) contro delle aggregazioni coatte,  non riuscirono neppure a raccogliere il numero di firme necessarie, a dimostrazione di un certo disinteresse da parte del popolo sul tema della coattività e dell’autonomia comunale .

 

Infine vorrei far presente che l’art. 50 della Costituzione federale garantisce sì l’autonomia comunale, ma solo nella misura prevista dal diritto cantonale. Quindi, se non gli piacciono le aggregazioni coatte rese possibili dall’attuale Costituzione cantonale ticinese ( approvata nel 1997 non da un regime fascista ma dal popolo... ) , i membri del comitato dell’ATAC – invece di limitarsi a criticare in modo sprezzante chi non la pensa come loro - non hanno che da  rimboccarsi le maniche per lanciare un’iniziativa popolare che chieda al popolo di rimodificare la Costituzione cantonale nel senso da loro desiderato. Se riusciranno a raccogliere almeno 10'000 firme sarà il popolo a decidere. Anch’io avrò bisogno di 10'000 firme per dare al popolo la possibilità di decidere se creare due nuove città nel Sopraceneri che, nell’interesse di tutto il Cantone,  possano mettere un freno agli squilibri esistenti rispetto al Sottoceneri. Piaccia o non piaccia, così funzionano le cose nella nostra democrazia semidiretta.

 

                                                                                Giorgio Ghiringhelli, Losone