ARGOMENTARIO
Concernente l’iniziativa
popolare costituzionale
“Avanti
con le nuove
NOTE
INTRODUTTIVE
Dopo
l’affossamento dei due
progetti di aggregazione nel
Locarnese il consigliere di
Stato
Ecco perché,
allo scopo di riaprire il
discorso in tempi non
biblici,
è stata lanciata questa
iniziativa, che come tutte
le iniziative popolari non è
un’imposizione calata
dall’alto bensì una
richiesta proveniente dalla
base (visto che occorreranno
le firme di 10'000
cittadini) , e che come
tutte le iniziative può
piacere o non piacere ma è
profondamente democratica.
E già che
c’eravamo abbiamo aggiunto
anche il Bellinzonese, visto
che il discorso degli
squilibri esistenti fra
Sottoceneri e Sopraceneri
riguarda anche questa
regione e visto che pure in
questa regione c’è la stessa
disunione del Locarnese, con
l’aggravante che le finanze
dei vari Comuni sono in
genere messe anche peggio
(praticamente tutti i Comuni
del Bellinzonese ricevono
soldi dal fondo di
solidarietà intercomunale,
mentre nel Locarnese vi sono
alcuni Comuni benestanti che
versano soldi in questo
fondo).
8
Comuni-distretti in Ticino ?
Fino al 1803
il territorio cantonale era
suddiviso in 8 comunità che
agivano come degli stati
autonomi (diventate attorno
al 1500 i baliaggi
sottomessi ai Cantoni
svizzeri) : comunità
che dopo la creazione
del Canton Ticino sono poi
state trasformate in
distretti.
Gli attuali territori
comunali erano organizzati
in “Vicinanze” che si
occupavano
dell’amministrazione dei
beni che le famiglie
patrizie possedevano in
comune. .Alla nascita del
Canton Ticino le Vicinanze
sono state dissolte e al
loro posto sono sorte due
entità distinte : i Comuni
(che dovevano occuparsi
della gestione
amministrativa ) ed i
Patriziati ( che dovevano
occuparsi della gestione
delle proprietà comunitarie)
. Ora per rendere più
funzionale ed efficiente lo
Stato occorre diminuire il
numero di Comuni creando dei
Comuni di dimensione
regionale, che
migliorerebbero il controllo
democratico eliminando gli
enti intermedi ( consorzi,
SA ecc. ) . Quindi i
Comuni non sono sempre
esistiti ma furono creati un
paio di secoli fa per
esigenze amministrative e
nessuno ha detto che debbano
rimanere in eterno come
allora, sia come numero e
sia come dimensione. Lo
Stato, cioè i cittadini di
questo Cantone, attraverso
la Costituzione possono
modificare l’attuale
situazione, fissando anche
le regole per le
aggregazioni : regole che
già ora non escludono le
aggregazioni coatte.
Circa tre
anni fa l’allora presidente
del PS, Manuele Bertoli,
aveva lanciato l’idea di
un’iniziativa popolare
costituzionale per ridurre
il numero dei Comuni a 5 :
Mendrisio, Lugano,
Bellinzona, Locarno e
Biasca. Ma nessuno mise in
pratica l’idea.
Si sarebbe
anche potuto proporre la
creazione in Ticino di 8
Comuni corrispondenti ai
rispettivi distretti, ma per
un passo così drastico i
tempi non sono probabilmente
maturi.
Il Piano
direttore propone l'idea che
il Ticino può costituire
un'unica città: la
Città-Ticino
, con le sue aree verdi, i
suoi quartieri
multifunzionali e quelli
specializzati, il suo centro
degli affari e dei commerci,
la sua sede amministrativa,
le sue aree produttive, il
suo quartiere di proposte
artistiche e culturali. Ed è
in questi termini che
occorre cominciare a
ragionare, onde evitare
doppioni di infrastrutture e
spreco di soldi e di
prezioso territorio.
Procedura e tempi
L’iniziativa
verrà lanciata il 20 marzo
2012 e
riuscirà se entro il 21
maggio ( 2 mesi)
verranno raccolte
10'000 firme.
Poi
il Gran Consiglio
entro un anno dovrà
pronunciarsi sulla
ricevibilità o meno
dell’iniziativa. Se tale
ricevibilità non dovesse
essere riconosciuta gli
iniziativisti inoltreranno
un ricorso al Tribunale
federale; se invece dovesse
essere riconosciuta v’è da
attendersi che al Tribunale
federale si rivolgeranno gli
avversari dell’iniziativa.
Una volta superato anche
questo ostacolo il Gran
Consiglio potrà iniziare
l’esame sui contenuti
dell’iniziativa, e
eventualmente contrapporle
un controprogetto . Entro
due anni dalla consegna
delle firme – ricorsi
permettendo -
il Gran Consiglio
dovrebbe poi concludere le
deliberazioni . La votazione
popolare dovrà aver luogo
entro 2 mesi
dalle deliberazioni .
Dopodiché l’Assemblea
federale dovrà decidere se
concedere la Garanzia
federale alla modifica
costituzionale ( tempo
stimato : 6 mesi) . Quindi,
anche in caso di ricorsi,
entro la fine del 2015
il popolo dovrebbe
poter esprimersi su questo
argomento. Qualora
l’iniziativa
dovesse essere
accolta, l’aggregazione
diverrebbe effettiva
verosimilmente già in
occasione delle elezioni
comunali del 2016 (o al
più tardi, come chiede
l’iniziativa per tener conto
di eventuali imprevisti e
lungaggini, entro la fine
del 2017) .
Come
sono stati stabiliti i
contributi
per Locarno e
Bellinzona?
L’iniziativa
chiede un contributo
cantonale di 24 milioni di
franchi per il Locarnese e
30 milioni per il
Bellinzonese.
Si tratta di cifre
che tengono conto nella
misura del possibile dei
parametri solitamente
applicati dal Cantone in
casi del genere, e che in
base agli accertamenti fatti
sono realistiche. Va
detto che è impossibile
calcolare delle cifre esatte
in base ai summenzionati
parametri, e ciò anche
perché al
momento dell’eventuale
votazione popolare – fra 3-4
anni – la situazione
finanziaria dei vari Comuni
potrebbe non più essere
Per entrare
un po’ più nel dettaglio va
ricordato che per
l’aggregazione dei 7 Comuni
della Sponda sinistra della
Maggia il Cantone era
disposto a versare circa 32
milioni di franchi, di cui
20 per investimenti da
effettuare nell’agglomerato,
Considerato
che nel Locarnese il flusso
dei contributi del fondo di
livellamento fra Comuni che
versano soldi a questo fondo
e Comuni che invece li
ricevono è più o meno
neutrale, mentre che nel
Bellinzonese (dove
praticamente tutti i Comuni
attualmente ricevono
contributi da questo fondo)
tale flusso è
globalmente assai negativo,
ecco spiegato perché per il
Bellinzonese l’iniziativa
chiede un contributo
cantonale di 30 milioni,
cioè
CONTESTAZIONI E ARGOMENTI A
FAVORE
Obiezione no. 1 :
l’iniziativa crea una
disparità di trattamento
Gli
avversari dell’iniziativa
potrebbero ricorrere contro
la ricevibilità della stessa
invocando la disparità di
trattamento : perché
aggregare per via
costituzionale solo i poli
urbani del Sopraceneri e non
ad esempio anche quelli del
Sottoceneri ? In base alla
giurisprudenze il principio
della parità di trattamento
fissato nell’art. 8 della
Costituzione federale è
violato quando si tratta in
modo diverso ciò che è
simile e in modo identico
ciò che non lo é. Secondo
noi è innegabile che la
situazione di base dei poli
urbani del Sottoceneri (già
ampiamente cresciuti grazie
alle aggregazioni) è diversa
da quella del Locarnese e
del Bellinzonese, per cui è
giustificato che due
situazioni diverse vengano
trattate in modo diverso ;
come pure è innegabile che
non si può paragonare la
creazione di due nuove città
di oltre 30'000 abitanti
con le aggregazioni
già avvenute
o quelle che ancora
avverranno nelle valli o nei
due poli urbani già
esistenti nel Sottoceneri,
per cui non vi è alcuna
disparità di trattamento.
Eppoi non si dimentichi che
l’iniziativa non si limita a
proporre una modifica della
legge sulle aggregazioni (
che discende dall’art. 20
della Costituzione) ma
interviene direttamente al
livello più altro,
proponendo una norma
speciale di rango
costituzionale, che è
sorretta da buoni motivi e
che non è priva di senso e
di scopo l’aggregazione
del Locarnese e del
Bellinzonese non è solo un
problema regionale
ma cantonale ).
Nel
Sottoceneri le aggregazioni
si sono messe in moto
autonomamente producendo uno
stato delle cose che oggi è
diverso da quello che
troviamo nel Sopraceneri.
Gli interessi in gioco sono
cantonali e l’obiettivo
politico deve essere quello
di garantire uno sviluppo
equilibrato a tutte le
regione del Ticino.
.
Obiezione no. 2 :
l’iniziativa è
antidemocratica, é una
forzatura delle regole
democratiche
Definizione
di democrazia : forma di
governo in cui la sovranità
risiede nel popolo che la
esercita per mezzo delle
persone e degli organi che
elegge a rappresentarlo.
Democrazia diretta : quando
il popolo esercita
direttamente i suoi poteri
sovrani.
Per la
riuscita dell’iniziativa
occorrono le firme di 10'000
cittadini ( pari a circa il
5% degli aventi diritto di
voto), e ciò è molto
democratico. Poi il Gran
Consiglio, dopo aver
consultato i Comuni
interessati, deve
decidere se essa è
ricevibile o meno, dal
profilo giuridico. Se la
ricevibilità viene concessa,
qualsiasi cittadino può poi
contestare l’iniziativa con
un ricorso al Tribunale
federale, ad esempio nel
caso in cui si ritenga che
l’iniziativa calpesti
l’autonomia comunale.
Se il ricorso viene
respinto il Gran Consiglio
può iniziare l’esame nel
merito e se la proposta non
gli piace può bocciarla o
perfezionarla con la
presentazione di un
controprogetto. L’ultima
parola spetterà al popolo
con una votazione popolare,
e ciò è il massimo della
democrazia diretta. Se
l’iniziativa viene accolta
dal Popolo essa – come tutte
le modifiche delle
Costituzioni dei vari
Cantoni -
in base all’art. 51 cpv 2
della Costituzione federale
dovrà poi ottenere la
“garanzia federale” da parte
dell’Assemblea federale.
Tale garanzia è accordata se
la modifica costituzionale
cantonale non è contraria al
diritto federale.
E’ difficile
immaginare un
iter più rigoroso e
democratico, specie se si
pensa che
l’attuale Legge sulle
aggregazioni consente al
Gran Consiglio di procedere
a delle aggregazioni
coatte in casi particolari
(cosa
già successa
in
6 casi) , e quindi
contro la volontà espressa
in votazione consultiva dai
cittadini dei Comuni
coattati. Del
resto il Tribunale
federale già in 5 occasioni
(Progetti di Capriasca 1,
Cevio, Blenio , Breggia e
San Nazzaro) ha avuto
modo di respingere dei
ricorsi intesi ad opporsi a
delle aggregazioni coatte
.
E’ semmai il
frazionamento attuale del
territorio e dei Comuni dei
due agglomerati urbani
sopracenerini che causa un
deficit di democrazia, visto
che i cittadini di queste
regioni non possono operare
un controllo democratico
sulle decisioni che vengono
prese ( o che non vengono
prese) nei Comuni vicini e
che possono avere
conseguenze per tutti gli
abitanti dell’agglomerato.
Secondo
l’art. 5 della Carta europea
dell’autonomia locale
, che è stata approvata
dall'Assemblea federale il
15 dicembre 2004 ed è
entrata in vigore il 1
giugno 2005,
per ogni
modifica dei limiti locali
territoriali le collettività
locali interessate dovranno
essere preliminarmente
consultate,
eventualmente mediante
referendum, qualora ciò sia
consentito dalla legge.
Quindi, visto che i
cittadini dovranno
pronunciarsi sulla proposta
e visto che durante l’esame
di ricevibilità
dell’iniziativa il Gran
Consiglio dovrà
verosimilmente consultare i
Comuni interessati, la
legittimazione democratica
della procedura è garantita
anche in base alle norme
internazionali.
Obiezione no. 3 :
l’autonomia comunale è
calpestata
L’art. 50
della Costituzione federale
garantisce l’autonomia
comunale, ma
“nella misura
prevista dal diritto
cantonale”,
e dunque
ogni Cantone – tramite una
modifica della propria
Costituzione – può anche
ridurre notevolmente il
numero dei propri Comuni.
Anche
l’art. 16 della Costituzione
cantonale garantisce
l’esistenza del Comune,
specificando però che
esso è autonomo nei limiti
della Costituzione e delle
leggi ( ad esempio
l’art. 20 della
Costituzione cantonale
stabilisce che il Gran
Consiglio può decidere la
fusione di due o più Comuni
o la modifica dei loro
confini “alle condizioni
previste dalla legge”, e la
legge prevede le
aggregazioni coatte... ). A
tal proposito il Consiglio
di Stato nel progetto di
revisione della legge sulle
aggregazioni e separazione
dei Comuni sottoposto in
consultazione ai Municipi
nel 2009 scriveva :
“Garantendo l’esistenza del
Comune la Costituzione
intende tutelare l’istituto
comunale e non l’esistenza
in eterno del singolo Comune
(cfr. messaggio 20 dicembre
1994 del CdS concernente la
revisione totale della
Costituzione cantonale del 4
luglio 1830)”.
E proprio
sulla base di questi
principi il Tribunale
federale già in 5
occasioni (Progetti di
Capriasca 1, Cevio, Blenio ,
Breggia e San Nazzaro) ha
avuto modo di respingere dei
ricorsi intesi ad opporsi a
delle aggregazioni coatte ,
stabilendo che
l’aggregazione coatta non è
in contrasto né con l’art.
50 della Costituzione
federale né con l’art. 16
della Costituzione cantonale
che garantisce l’esistenza
del Comune (Sentenza del
18 aprile 2006 – Comune di
Blenio) .
L’organizzazione e la
dimensione dei Comuni sono
problemi di portata
cantonale. La legge non
riconosce l’autonomia dei
Comuni come un diritto
intoccabile, come dimostra
la possibilità di procedere
ad aggregazioni coatte
(decisioni soggette comunque
a referendum facoltativo :
vedi caso di Sala Capriasca)
. Visto
che la norma proposta
dall’iniziativa si situa
all’apice del diritto
cantonale (la Costituzione)
competente a definire
l’autonomia comunale, un
Comune non può, in linea di
massima,
contestare
una violazione della
sua autonomia fondata sulla
Costituzione.
Del resto
l’istituto comunale in
quanto tale non viene né
abolito né limitato : anzi,
è l’esatto contrario,
ritenuto che lo scopo è
quello di avere nuovi Comuni
(nuove città) più forti.
I
glaronesi, ad esempio, con
una modifica della
Costituzione cantonale
(art. 147 e segg.) entrata
in vigore il 1. gennaio
2011, hanno ridotto d’un
sol colpo il numero dei
Comuni da
Nel suo
messaggio concernente il
conferimento della garanzia
federale , il Consiglio
federale aveva sottolineato
che dal punto di vista del
contenuto, la conformità
della modifica
costituzionale glaronese con
il diritto federale era
“ indiscussa”.
Obiezione no. 4 :
i Locarnesi hanno già
detto no alle aggregazioni,
e quindi si deve tener conto
della volontà popolare
I contrari
all’iniziativa sostengono
che non è molto rispettoso
della volontà popolare
(“cattivi perdenti”)
tornare subito alla
carica con una proposta di
aggregazione per il
Locarnese dopo che i
locarnesi hanno bocciato due
progetti aggregativi.
Innanzi
tutto va detto che i due
progetti bocciati dai
locarnesi erano assai
differenti rispetto a quello
proposto ora
dall’iniziativa. Difatti
allora si era votato
sull’aggregazione di 4
Comuni sulla sponda destra
della Maggia e 7 Comuni
sulla sponda sinistra,
mentre l’iniziativa propone
l’aggregazione di ben 18
Comuni e la creazione di un
unico Comune. Non va
dimenticato che alcune
autorità politiche di
Muralto e di Minusio si
erano dette contrarie a
un’aggregazione limitata
alla Sponda sinistra, ma
favorevoli alla creazione di
un Comune unico da Brissago
a Cugnasco ! O era solo un
alibi...?
Va inoltre
sottolineato che se è vero
che la maggior parte degli
11 Comuni locarnesi
coinvolti nei due
mini-progetti aggregativi
posti in votazione
nell’autunno del 2011
avevano bocciato i due
progetti di aggregazione , è
anche vero che la
maggioranza dei cittadini
votanti si era espressa a
favore :
sulle due sponde
della Maggia i voti
favorevoli sono stati
globalmente 8'736 e
quelli contrari 6'998.
Inoltre nelle Terre
di Pedemonte, ove il 25
settembre 2011 è andata in
porto – al secondo tentativo
– l’aggregazione fra Tegna,
Verscio e Cavigliano, i voti
favorevoli all’aggregazione
sono stati 936 e quelli
contrari 412.
Complessivamente dunque in
14 Comuni dell’agglomerato
locarnese in cui si era
votato, i voti favorevoli a
un qualche progetto di
aggregazione sono stati
9'672 e quelli contrari
7'410. Da notare che
l’iniziativa propone per il
Locarnese proprio
l’aggregazione di questi 14
Comuni, con
l’aggiunta di
Gordola, Centovalli,
Lavertezzo e Gerra-Cugnasco.
Infine va
aggiunto che l’iniziativa
propone anche l’aggregazione
del Bellinzonese, e dunque
la nascita
Obiezione no. 5 : non è
giusto che a decidere queste
aggregazioni siano anche
cittadini di altri Comuni
In linea di
principio va detto che
l’organizzazione e la
dimensione dei Comuni sono
problemi di portata
cantonale. Gli interessi
in gioco sono cantonali e
l’obiettivo politico deve
essere quello di
garantire uno sviluppo
equilibrato a tutte le
regione del Ticino . Si
tratta di ridurre la
dipendenza del Sopraceneri
dal Sottoceneri, per
non rallentare le
attuali locomotive
dell’economia cantonale.
Inoltre anche la
salvaguardia del territorio
del Locarnese e del
Bellinzonese ( ove
attualmente manca una
visione pianificatoria
globale essendoci una
quarantina di Piani
regolatori diversi)
interessa
tutti gli abitanti del
Cantone. Ecco perché tutto
il Cantone ha interesse a
votare su questo argomento.
Ma non è
detto che il voto del
Sottoceneri o delle valli
del Sopraceneri sarà
determinante : è
auspicabile e verosimile che
anche la maggioranza dei
cittadini
del Locarnese e del
Bellinzonese voterà a favore
della nascita di due nuove
città.
E’ vero che
la legge attuale sulle
aggregazioni
prevede votazioni
consultive che di regola
tengono conto dell’esito
della votazione Comune per
Comune e non della
maggioranza dei cittadini
chiamati a votare su un
progetto aggregativo. Ma,
proprio a seguito di una
norma costituzionale (
il capoverso 3
dell’art. 20 della
Costituzione cantonale : “Il
Gran Consiglio può decidere
la fusione di due o più
Comuni o la modifica dei
loro confini, alle
condizioni previste dalla
legge”) il Gran Consiglio
può già procedere
attualmente in determinati
casi a delle aggregazioni
coatte decise d’autorità dal
Gran Consiglio. Ecco che
in questi casi il destino di
un Comune non è nelle mani
dei suoi cittadini, ma in
quelle dei cittadini degli
altri Comuni che hanno preso
parte alla votazione, nonché
in quelle dei gran
consiglieri.
Si può ad
esempio star certi che se il
A differenza
delle
aggregazioni coatte decise
d’autorità dal Gran
Consiglio,
le aggregazioni dei
Comuni locarnesi e
bellinzonesi verrebbero
decise dal popolo sovrano
con una norma speciale
costituzionale :
e ciò non solo è
democraticissimo ma pure è
in linea con la Costituzione
federale (art. 50) , la
quale garantisce l’autonomia
comunale ma solo “nella
misura prevista dal diritto
cantonale” . Può seccare o
può sorprendere, ma è cosi!
Votazioni
cantonali
Del resto
già nel
Già in altre
occasioni è successo che
tutti i ticinesi, a seguito
di qualche referendum,
siano stati chiamati
a votare su questioni che
apparentemente erano solo
locali o regionali (ma i
soldi in ballo provenivano
dalle imposte di tutti i
ticinesi) . Si pensi ad
esempio alla votazione di
qualche decennio fa
concernente il potenziamento
dell’aerodromo di Locarno
(bocciato). Si pensi
alla votazione del 14
settembre 2003 concernente
il credito di 16 milioni a
favore di alcune opere
stradali
nel Mendrisiotto e Basso
Ceresio( fra cui la
circonvallazione di
Rancate), bocciato dal 52,4
% dei votanti. Si pensi alla
votazione del 30 settembre
2007 concernente il credito
di 4'660'000 franchi per
l’allestimento del progetto
di massima del collegamento
stradale fra Locarno e
Bellinzona, bocciato dal
54,6% dei votanti. E la
stessa cosa accadrà se
dovesse riuscire il
referendum recentemente
lanciato dai Verdi contro il
credito di 2'500'000 franchi
votato dal Gran Consiglio il
13 febbraio 2012 per
la progettazione definitiva
delle opere relative al
semisvincolo autostradale di
Bellinzona e del relativo
posteggio di attestamento.
Votazioni
federali
Per analogia
va pure sottolineato che
anche a livello federale
l’art. 53 cpv. 1 della
Costituzione federale
“protegge l’esistenza e il
territorio dei Cantoni” , ma
ciò non significa che il
numero dei Cantoni debba
rimanere immutabile. Difatti
il capoverso 2 stabilisce
che qualsiasi modifica del
numero dei Cantoni
richiede non solo il
consenso del Popolo dei
Cantoni interessati, ma
anche quello del Popolo
svizzero e dei Cantoni.
Nel 1979 si
era votato per la creazione
del nuovo Canton Giura,
formatosi con ex-distretti
del Canton Berna.
Obiezione no. 6 :
l’aggregazione del Locarnese
e del Bellinzonese non è di
importanza cantonale ma
solo regionale
Dagli
interventi dei Consiglieri
di Stato e di altre
personalità ai dibattiti
che hanno preceduto
la votazione sul progetto di
aggregazione dei 7 Comuni
della Sponda sinistra della
Maggia, appare evidente che
la creazione di un Comune
unico sia nel Locarnese e
sia nel Bellinzonese è una
questione di importanza
cantonale, e che serve a
riportare un certo
equilibrio fra il disunito e
povero Sopraceneri e il
sempre più unito e potente
Sottoceneri (dove gli
agglomerati urbani del
Luganese e del Mendrisiotto
si vanno sempre più
espandendo, tant’è vero che
la Lega dei ticinesi ha
annunciato l’intenzione di
espandere ancor più la
Rimanendo
disuniti,
i Comuni del Bellinzonese e
del Locarnese non avranno
mai la forza economica per
svolgere un ruolo di
polo regionale per lo
sviluppo delle loro
rispettive valli,
e così tocca ai
sottocenerini
- e specialmente ai
luganesi - sborsare fior di
milioni (Lugano ad un certo
punto ne pagava 28
all’anno) destinati
al fondo di solidarietà
intercomunale a cui fanno
capo prevalentemente Comuni
del Sopraceneri ( fra cui
Locarno, Losone, Gordola,
Tenero e praticamente tutti
i Comuni del Bellinzonese).
Ha ragione
Si può
capire che nei vari piccoli
feudi in cui queste due
regioni sopracenerine sono
suddivise vi sia chi
vorrebbe conservare il
potere per gestire più
liberamente e a volte senza
troppa trasparenza questa
ricchezza , a vantaggio
loro e delle loro rispettive
“corti”.
Ma noi riteniamo che sia
diritto di tutti i ticinesi
decidere se mantenere questo
sistema feudale nel
Locarnese e nel Bellinzonese
che arrischia di portare
scompensi nell’economia
cantonale
e che non offre sufficiente
garanzie per una sana e
corretta gestione del
territorio cantonale.
Obiezione no, 7 ;
l’iniziativa è ricattatoria
Intervistato
su La Regione del 3. 2. 2012
,
Ma allora
anche l’ex-presidente del PS
, Manuele Bertoli, è un
ricattatore visto che tre
anni fa aveva proposto di
lanciare un’iniziativa
costituzionale per ridurre a
5 il numero dei Comuni ?
In cosa
consiste il ricatto ?
nel fatto di far
decidere ai ticinesi su un
problema che è di interesse
cantonale ?
E allora che
dire della nuova legge sulle
aggregazioni che concede al
Governo la possibilità di
ridurre o sospendere
l’erogazione di contributi e
aiuti perequativi
subordinandoli alla
partecipazione da parte del
Comune beneficiario a una
procedura aggregativa ( la
nuova legge non è ancora
entrata in vigore a seguito
di due ricorsi presentati
dai Comuni di Mezzovico-Vira
e Giubiasco)?
Obiezione no. 8 :
l’iniziativa è
anticostituzionale
Per
definizione
un’iniziativa
costituzionale mirante a
modificare la Costituzione
cantonale, da cui discendono
tutte le leggi, non
può essere
anticostituzionale, a meno
che questa
incostituzionalità sia
riferita alla Costituzione
federale (in tal caso il
Tribunale federale
accoglierebbe eventuali
ricorsi, e se non vi fossero
ricorsi l’Assemblea
federale negherebbe
Quindi
sarebbe prematuro sollevare
in fase di raccolta delle
firme dubbi e sospetti –
magari con l’intento di
mettere i bastoni fra le
ruote alla raccolta delle
firme -
ai quali si potrà rispondere
con assoluta certezza solo
durante l’iter che seguirà
la consegna delle 10'000
firme. Gli accertamenti
fatti ci portano comunque a
ritenere con un buon grado
di certezza che l’iniziativa
non violi la Costituzione
federale.
Considerazione finale :
Alptransit e visione
territoriale più ampia
Nel 2017
Alptransit entrerà in
funzione. A quel momento le
distanze dei percorsi in
treno fra Zurigo e il Ticino
saranno raccorciate di quasi
un’ora, e dunque (come
avvenne a partire dal 1981
dopo l’apertura autostradale
del San Gottardo) ci si
dovrà attendere una forte
pressione sul mercato
immobiliare ticinese dovuto
alla ricerca di case
secondarie da parte degli
svizzero tedeschi, con
conseguenze negative sul
livello degli affitti e
anche sull’ambiente. Come
sarà possibile pianificare
con una visione globale un
corretto utilizzo del
territorio fra Bellinzona e
Locarno, dove ciascuno dei
ca. 40 Comuni esistenti ha
le sue norme edilizie e il
suo Piano regolatore ? Come
sarà possibile evitare una
ulteriore più o meno
selvaggia e disordinata
cementificazione del
territorio , che è una
ricchezza di tutti i
ticinesi e non solo dei
locarnesi o dei bellinzonesi
?
Intervistato
su La Regione del 27 gennaio
primo
firmatario dell’iniziativa
“Avanti con le nuove |