Losone, 21 agosto
2013
Il Burqa, il velo e il
…lecca-lecca
Questo disegno é
stato tolto da un documento
riportato nel sito della
Lega dei musulmani del
Ticino e spiega perché le
donne devono indossare il
velo. Per motivi religiosi ?
Ma certo che no ! Per non
attirare i mosconi, ossia
gli uomini. Alla faccia
della parità dei sessi !
Chiaro il concetto ?
Il
Consiglio europeo della
fatwa e della ricerca è
l’organo che emette pareri
giuridici su ciò che è
lecito o non è lecito
nell’islam.
Il Consiglio è
presieduto da
Yousef al Qaradawi,
eminenza grigia del Fratelli
musulmani, notoriamente
antisemita e autore del
libro “Il lecito e
l’illecito nell’Islam”.
Questo Consiglio ha redatto
una Raccolta di “fatwas” di
cui la numero 6, dedicata al
velo, dice (fonte: il libro
“Islamophobie ou légitime
défiance ?” della
giornalista progressista
ginevrina Mireille Vallette)
:
“Noi abbiamo il dovere di
convincere la musulmana che
il fatto di coprirsi la
testa è un
obbligo religioso. Dio
ha prescritto questa tenuta
pudíca e questo foulard per
la musulmana in modo che
ella
possa essere distinta dalla
non musulmana e dalla non
praticante.
In tal modo, grazie a
questa tenuta, ella donerà
l’immagine della
donna seria e onesta,
che non è
né una seduttrice né una
tentatrice, che non
offende né con le parole né
con dei movimenti del suo
corpo, affinché chi ha il
cuore perverso non sia
tentato da ella”.
Una volta di più – commenta
l’autrice del libro – gli
integralisti confermano che
il foulard non è un segno
religioso, ma una sorta di
strumento per tenere a freno
la libido maschile.
E fra l’altro, dico
io, di fronte a simili
“pareri giuridici”,
come si può ancora credere a
coloro che affermano che il
porto del velo è una
“libera” scelta delle donne
?
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Per quali motivo gli
islamisti che operano in
Europa vogliono obbligare le
donne musulmane a portare il
velo e in taluni casi anche
il burqa ( che è un
sottoprodotto aberrante del
semplice velo, ma che ha lo
stesso significato ) ?
Innanzi tutto per impedir
loro di integrarsi nella
società occidentale, perché
solo separando
le comunità
islamiche dalle altre (sia
con segni di riconoscimento
visibili a tutti come i veli
per le donne e le barbe per
gli uomini e sia con la
creazione di veri e propri
ghetti) essi possono avere
il controllo su queste
comunità e pretendere di
parlare a nome di tutti i
musulmani portando così
avanti a ripetizione ogni
sorta di rivendicazione. E
poi anche per usarle come
mezzo di propaganda e di
proselitismo. Ma anche per
evitare che le donne
musulmane praticanti, e solo
loro, siano importunate
dagli uomini.
E per forza che poi molte
giovani, un po’ perché
obbligate dai genitori, dai
fratelli, dai mariti e dalle
pressioni delle loro
comunità, un po’ per paura
di essere battute o
sfigurate o ammazzate ( è
successo anche in Ticino…) ,
un po’ per evitare insulti e
molestie sessuali, decidano
per così dire
“volontariamente” di
indossare il velo. E come
dargli torto, leggendo
quanto segue ?
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Nel corso di una predica
fatta durante il Ramadan
2006 davanti a 500 persone,
il principale imam
d’Australia, Taj Din
al-Hilali, aveva comparato
le donne non velate a della
“carne scoperta” che attira
i predatori. Egli aveva
fatto questa osservazione
per scusare dei musulmani
che erano appena stati
condannati per aver compito
diversi stupri collettivi in
Australia. Ecco ciò che
l’imam aveva detto : “Se voi
prendete della carne non
ricoperta e la piazzare
all’esterno sulla strada, in
un giardino, in un parco o
nel vostro cortile, e se i
gatti arrivano a mangiarla,
di chi è la colpa : dei
gatti o della carne scoperta
? La carne scoperta è il
problema. Se la donna fosse
stata nella sua camera,
nella sua casa, e avesse
portato l’hijab, non ci
sarebbe stato alcun
problema” (fonte : Daily
Mail- 26 ottobre 2006)
Non ci si deve poi stupire
se, facendo simili paragoni
con la carne scoperta o con
il lecca-lecca per
giustificare
l’ingiustificabile,
i giovani
che frequentano certe
scuole islamiche e certe
moschee ne escono con un
concetto della donna
piuttosto degradante e si
sentano autorizzati a
molestare e stuprare le
donne che girano senza il
velo.
Nel gennaio 2013 , come
riferiva il Mattino della
domenica del 3.2.13,
un giudice della
corte di Nottingham
(Inghilterra) ha comminato
una pena – poi sospesa - di
due anni di lavori
socialmente utili a un
giovane musulmano che aveva
stuprato una ragazzina di 13
anni. A sua discolpa il
musulmano aveva spiegato di
conoscere solo la legge
islamica che considera le
donne degli
inutili oggetti e ha
aggiunto che
alla scuola religiosa che
aveva frequentato gli
avevano insegnato che una
donna ha lo stesso valore di
un lecca-lecca caduto
per terra. Una
giustificazione assurda che
però è stata ritenuta valida
dal giudice, il quale ha
ridotto notevolmente una
pena che altrimenti avrebbe
dovuto essere di almeno 5
anni di prigione (!).
Ma quel che ci
tenevo a sottolineare non è
il fatto che il giudice sia
stato un po’ troppo
“comprensivo”
(non abbiamo gli
elementi necessari per
giudicare questa sentenza) ,
quanto il fatto che, a detta
del giovane, nella scuola
religiosa che egli
frequentava gli avevano
insegnato che la donna “ è
come un lecca-lecca caduto a
terra”. Perché ha fatto
proprio questo paragone ?
Forse perché anche a lui,
per chiarire il concetto
della donna “seria e onesta”
e di quella che invece non
lo è,
era stato mostrato
il disegno del lecca-lecca
che circolo sui siti
islamisti. Ecco a cosa
portano certi insegnamenti e
certi paragoni aberranti!
Ed ecco altri fatti di
cronaca riportati dalla
stampa che fanno capire
perché sempre più donne
musulmane portano
“volontariamente “ il velo a
scopo di difesa personale
(altro che motivi religiosi…)
:
·
Shahid Mehdi, l’imam danese
di origini pachistane che
giustifica gli stupri delle
donne senza il velo
“Le
donne che non si coprono la
testa con l’hijab non
meritano di essere
rispettate, ma anzi sono
colpevoli se sono
violentate, perché esse
chiedono di essere stuprate.
Le donne trasformano una
società pulita in una sporca
andando in giro senza velo e
disobbediscono al Corano che
ordina di coprirsi”.
Così , secondo il Mattino
della domenica del 17 marzo
2013) avrebbe detto nel
corso di un’intervista alla
televisione danese DR2 il
mufti (giurista) 36enne di
origini pachistane residente
a Copenhagen, Shaid Mehdi,
rettore di una scuola
musulmana e leader di un
centro islamico.
·
Hesham al Ashry, predicatore
egiziano che legittima gli
stupri delle donne cristiane
senza il velo
Secondo il Mattino della
domenica del 21 aprile 2013,
durante una trasmissione
alla TV Al-Nahar il
predicatore islamico
egiziano Hesham al Ashry (
che aveva vissuto 15 anni
negli USA, dove era
considerato un moderato) per
legittimare le violenze che
si registravano al Cairo e
altrove dopo la caduta di
Mubarak avrebbe detto “Una
volta mi hanno chiesto se
avrei permesso alle donne
cristiane di rimanere senza
velo. Certo, se vogliono
essere stuprate in strada
possono farlo”. Inoltre
egli avrebbe detto
“ occorre una polizia
religiosa in stile saudita
che punisca i vizi come
l’alcool e le donne non
totalmente coperte e
permetta così all’Egitto di
diventare completamente
islamico”.
·
Yasir al Ajlawni , sceicco
salafita giordano, autorizza
stupro donne cristiane
Il Mattino della domenica
del 14 aprile 2013 riferiva
che secondo quanto scritto
dalla Pontificia Agenzia
Fides, lo sceicco salafita
Yasir al Ajlawni, un
giordano residente a
Damasco,
avrebbe dichiarato
che i combattenti islamici
che si oppongono al Governo
laico siriano “hanno il
diritto di stuprare
qualunque donna non
sunnita”. Lo stupro di donne
e ragazzine cristiane e
alawite secondo il
“religioso” salafita sarebbe
“ del tutto lecito” perché
si tratta di “donne infedeli
e impure”
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E ricordate la ragazza
norvegese che qualche tempo
fa era stata stuprata negli
Emirati arabi e che dopo
aver denunciato il fatto era
stata condannata a un anno e
mezzo di prigione (poi
fortunatamente la ragazza
aveva potuto tornare a casa
senza scontare la pena
grazie alle pressioni
internazionali, mentre che i
suoi aggressori l’avevano
fatta franca…)
per aver avuto
rapporti carnali al di fuori
del matrimonio ?
Quindi anche alle turiste
che frequentano certi Paesi
misogini e medioevali è
consigliato di portare il
velo…perché sennò diranno
che se la sono andata a
cercare…
Conclusione finale :
facciano attenzione quelle
femministe alla rovescia e
quelle donne progressiste di
casa nostra che scendono in
piazza a favore della
libertà per le donne
musulmane di portare il
burqa ( e ovviamente anche
il velo islamico),
perché un giorno o
l’altro loro o le loro
figlie – alla faccia della
libertà da esse invocata -
potrebbero essere
“costrette”
a indossare
“volontariamente”
il velo
per evitare brutte
sorprese o per difendersi da
chi considera tutte le donne
senza il velo alla stregua
di un lecca-lecca che attira
i mosconi o di un pezzo di
carne scoperta che attira i
predatori
…Ma perché non
scendono in strada a
protestare contro l’obbligo
per milioni di donne
musulmane (anche in Europa)
di portare veli e affini ?
Giorgio
Ghiringhelli
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