di Giorgio Ghiringhelli


IL MOVIMENTO POLITICO CHE NON MOLLA MAI L'OSSO




Il 3 giugno il Tribunale federale di Losanna deciderà in seduta pubblica se l’iniziativa popolare del 2012 è ricevibile o no

 

GRANDE LOCARNO E GRANDE BELLINZONA :

SI AVVICINA L’ORA DELLA VERITA’

Scarica il ricorso

 

Il 14 ottobre 2013 il Gran consiglio dichiarò irricevibile l’iniziativa popolare costituzionale denominata “Avanti con le nuove città di Locarno e Bellinzona” lanciata nel marzo del 2012 dal Guastafeste e del cui comitato facevano parte anche Giuseppe Cotti, Filippo Gianoni, Giorgio Giudici, Remo Lardi, Luigi Pedrazzini, Mauro Minotti, Giancarlo Seitz e Pietro Vanetti.

L’iniziativa, sottoscritta da ben 11'588 cittadini, chiedeva in sintesi di inserire nella Costituzione cantonale un articolo che stabilisse che entro il 2017 dovevano essere create nel Sopraceneri due nuove città, una nel Locarnese ( con l’aggregazione di 18 Comuni) e una nel Bellinzonese  ( con l’aggregazione di 17 Comuni).

Come avviene obbligatoriamente per ogni modifica della Costituzione cantonale, tale nuovo articolo per entrare in vigore avrebbe dovuto essere approvato dalla maggioranza dei votanti di tutto il Cantone. E dunque a decidere sulle due maxi-aggregazioni avrebbero dovuto essere tutti i ticinesi, e non solo i cittadini dei 35 Comuni interessati.

Era la prima volta in Svizzera che qualcuno provava a creare delle città mediante un’iniziativa popolare costituzionale. La proposta suscitò subito grande scalpore e sconcerto. Vi fu chi tacciò l’iniziativa di “antidemocratica” e chi disse che era di “stampo fascista”. Semplicemente a molti non andava giù l’idea che a decidere il destino dei 35 Comuni interessati fossero i cittadini di tutto il Cantone , come se i soldi che l’iniziativa chiedeva allo Stato di versare alle due nuove città                            ( complessivamente almeno 54 milioni di franchi) e come se la nascita di due poli urbani di tale dimensione non fossero una cosa che riguardasse tutto il Cantone.

 Il Municipio di Ascona commissionò al prof. Andreas Auer un parere giuridico secondo il quale l’iniziativa per una serie di motivi non era ricevibile . La Commissione Costituzione e diritti politici del Gran Consiglio emise due rapporti : uno sfavorevole alla ricevibilità (relatore l’avv. Carlo Luigi Caimi del PPD ) e uno a favore (relatore Bruno Cereghetti, del PS). La votazione in Gran Consiglio diede il seguente esito : 50 voti contrari alla ricevibilità (PLR, PPD, Lega dei ticinesi e UDC), 24 favorevoli (PS e Verdi) e un astenuto. L’impressione del sottoscritto è che si trattò più di una decisione politica che non, come avrebbe dovuto essere,  giuridica, e che in presenza di alcuni dubbi che potevano essere tenuti in considerazione per convalidare l’iniziativa si preferì non applicare  il principio “in dubio pro populo”.

Il capogruppo della Lega disse di essersi schierato a favore dell’irricevibilità non tanto per convinzione personale, quanto piuttosto perché la questione giuridica fosse sottoposta al Tribunale federale, unico organo competente a far definitiva chiarezza in materia. E così fu. Difatti in data 13 novembre 2013 il comitato dell’iniziativa , patrocinato dagli avvocati Fiorenzo Cotti e Nicolas Rouiller, presentò un ricorso alla massima istanza giudiziaria svizzera.

Ora, dopo oltre due anni e mezzo, si avvicina il momento della verità. Difatti la prima Corte del Tribunale federale ha reso noto che il 3 giugno alle 9.15 terrà un’udienza pubblica durante la quale i cinque giudici discuteranno e delibereranno sul ricorso.

Il fatto stesso che vi sarà un’udienza pubblica, cosa alquanto rara e che negli ultimi 20 anni è successa solo 3-4 volte per ricorsi provenienti dal Ticino, sta a dimostrare che il tema è importante (in effetti la decisione sulla ricevibilità o meno di un’iniziativa popolare del genere avrà effetti a livello nazionale) e che con ogni probabilità non tutti i giudici sono d’accordo sul verdetto da emettere : cosa che oltre ad alimentare la speranza che il ricorso possa essere accolto dimostrerebbe che l’iniziativa non era certo così campata in aria come taluni (fra cui anche il prof. Auer) hanno sostenuto.

La decisione è di tale importanza per il Cantone, ma soprattutto per il Locarnese        ( visto che nel Bellinzonese un’aggregazione di 14 Comuni si farà comunque) , che ho deciso di pubblicare per la prima volta il ricorso, che può essere letto e stampato cliccando sulla scritta “scarica il ricorso” (sotto il titolo).

In questo modo tutti gli interessati potranno farsi un’idea delle argomentazioni a favore o contro la ricevibilità dell’iniziativa e saranno così meglio in grado di capire la sentenza che verrà emessa dai giudici federali. Comunque vada a finire,  il 3 giugno 2016 sarà una data storica.

Dal canto mio, dopo aver già provato a creare due Comuni nel Locarnese (Sponda destra della Maggia e Sponda sinistra)  mediante le due petizioni popolari che furono poste in votazione consultiva nel 2011, e dopo aver escogitato un’originale iniziativa costituzionale che per il Locarnese proponeva di creare un unico Comune, se dovessi perdere questa battaglia giuridica avrò comunque  la coscienza a posto di chi sa di aver fatto il possibile e anche l’impossibile per scuotere questa regione dalla sua apatia e per realizzare un progetto costruttivo nell’interesse generale e in sintonia con i tempi duri che ci attendono. E mi siederò sulle rive della Maggia in attesa di vedere che i fatti mi daran ragione…

                                                                     Giorgio Ghiringhelli