Losone, 21 aprile 2009
Un grande giorno per
la democrazia diretta in
Ticino!
Oggi è un grande
giorno per la democrazia
diretta in Ticino. Il
Parlamento ha infatti
approvato l’iniziativa
del Guastafeste
denominata “Per diritti
popolari agevolati e
flessibili nei Comuni”.
O meglio ha approvato il
controprogetto elaborato
dalla Commissione
Costituzione e diritti
politici in
collaborazione con gli
stessi iniziativisti.
Tale controprogetto
rappresenta un buon
compromesso, che in
certi punti va
addirittura più in là di
quanto chiedeva
l’iniziativa, per cui –
come già avevo
anticipato negli scorsi
giorni – confermo che
l’iniziativa verrà
ritirata evitando in tal
modo una dispendiosa
votazione popolare.
L’entrata in vigore
delle nuove agevolazioni
nel settore dei diritti
popolari , oltre a
costituire un bel regalo
per tutti i ticinesi ,
rappresenta
indubbiamente un bel
successo per il
Guastafeste, che si rifà
così della delusione
patita l’11 marzo 2007,
quando la sua iniziativa
costituzionale
denominata “Più potere
al popolo con diritti
popolari agevolati”
(che mirava ad agevolare
il lancio di referendum
e iniziative popolari a
livello cantonale) venne
bocciata per un soffio
in votazione popolare
con il 50,8 per cento
dei voti (47'923
voti contrari,
46'358 favorevoli e
4'064 schede bianche).
Il risultato di quella
votazione fu così tirato
che la stessa sera il
Consigliere di Stato
Luigi Pedrazzini
dichiarò che il tema
prima o poi avrebbe
dovuto essere
rilanciato, magari
ripescando il
controprogetto che era
stato bocciato dal Gran
Consiglio. Il mio
augurio è che dopo aver
facilitato l’esercizio
dei diritti popolari a
livello comunale ora dal
Parlamento o dal Governo
arrivi qualche proposta
per agevolarli anche a
livello cantonale. Con
la decisione odierna del
Gran Consiglio d’ora in
poi sarà meno difficile
lanciare referendum e
iniziative popolari nei
Comuni ticinesi, e il
Ticino , pur rimanendo
il Cantone nel quale
complessivamente vigono
le regole più
restrittive a livello
cantonale ma anche
comunale in questo
settore, farà un bel
passo avanti nel campo
della democrazia
diretta. Faccio un
esempio concreto che mi
tocca da vicino. Se fino
ad oggi a Losone per la
riuscita di un
referendum o di
un’iniziativa popolare
occorreva raccogliere
circa 800 firme (pari al
20% dei 4'000 cittadini
con diritto di voto) in
30 giorni e
rispettivamente 2 mesi,
in futuro basteranno
circa 600 firme (cioè il
15%) in 45 giorni e
rispettivamente 3 mesi.
Nella grande Lugano,
dove finora occorreva
raccogliere 3'500 firme,
il tetto massimo sarà
abbassato a 3'000. A
beneficiare di queste
agevolazioni saranno
tutti i cittadini, sia
quei pochi che fanno
capo ai diritti popolari
per modificare decisioni
prese dal Consiglio
comunale o per portare
avanti nuove proposte, e
sia quei molti che si
limitano ad andare a
votare su queste
decisioni e queste
proposte. L’utilità dei
diritti popolari nei
Comuni ( che attualmente
sono circa 180) è del
resto provata dalle
cifre. Difatti su 42
referendum lanciati in 8
anni ( dal 2000 al 2007)
in 30 Comuni, ben 30
sono stati approvati dal
popolo e solo 12
respinti, mentre che su
18 iniziative lanciate
nello stesso periodo in
14 Comuni, ben 13 sono
state approvate dal
Consiglio comunale o dal
Popolo e solo 5
respinte. Visto che il
numero delle firme da
raccogliere in un Comune
varia a dipendenza del
numero di cittadini con
diritto di voto ed è
dunque più elevato nei
Comuni con più abitanti,
le nuove regole si
riveleranno
provvidenziali
soprattutto nei Comuni
che si sono già
aggregati e in quelli
che stanno progettando
di aggregarsi. In
effetti le aggregazioni
hanno un effetto
negativo sull’esercizio
dei diritti popolari e
in tal senso il
Guastafeste, che come
noto ha lanciato nel
Locarnese le petizioni
che hanno dato avvio
agli studi di
aggregazione
dell’agglomerato, si è
dato da fare in modo
coerente proprio per
correggere l’effetto
negativo di queste
fusioni e dare più voce
al Popolo e alle
opposizioni contro lo
strapotere dei partiti.
Giorgio Ghiringhelli,
Losone
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