di Giorgio Ghiringhelli


IL MOVIMENTO POLITICO CHE NON MOLLA MAI L'OSSO

Losone, 6 novembre 2010

 

 

Scuole ticinesi : crocefisso no , velo islamico si?

 

Nella sessione del 9 novembre il Gran Consiglio sarà chiamato a decidere sulla mia petizione dell’11 gennaio scorso intitolata “Divieto di indossare il velo o foulard islamico nelle scuole obbligatorie elementari e medie”. A dire il vero, anche se il bersaglio principale della mia proposta era il velo islamico, il testo della petizione specificava che il divieto avrebbe dovuto essere esteso “ ad altri indumenti o oggetti che ostentano in modo troppo visibile l’appartenenza religiosa” : un’aggiunta necessaria per evitare accuse di discriminazione religiosa. La Commissione delle petizioni e dei ricorsi, nel suo rapporto, pur invitando il Consiglio di Stato “a formulare regole chiare in favore della convivenza culturale e religiosa destinate agli insegnanti e ai genitori” arriva alla conclusione che non esistono le premesse per l’applicazione di un divieto di indossare il velo o foulard islamico nelle scuole dell’obbligo “se esso non nasconde il viso”. A sostegno di ciò  la Commissione ricorda fra l’altro che nelle nostre scuole dell’obbligo “il problema è poco sentito e viene risolto in modo pragmatico”  : difatti nell’anno scolastico 2009-2010 “solamente”  10 ragazze su 13'169 che frequentavano le scuole medie, le medie superiori e professionali portavano il velo.

 Sarebbe stato interessante sapere quante di quelle 10 ragazze portavano il velo per decisione autonoma e quante invece perché obbligate dalla famiglia o per non deludere i genitori. Sarebbe pure stato interessante sapere quante delle 13'169 ragazze che frequentavano le scuole in questione erano di fede musulmana. Considerato che i musulmani in Ticino costituiscono all’incirca il 2,5 % della popolazione e applicando tale percentuale pure alle 13'169 ragazze oggetto del sondaggio, ne risulterebbe che circa 330 di esse sono musulmane, per cui ecco che il dato di 10 ragazze velate su 330  dovrebbe far riflettere chi tende a minimizzare il problema.

Se anche in Ticino il fenomeno del velo islamico tenderà a crescere in modo esponenziale, come da anni sta accadendo un po’ ovunque in Europa, ecco che fra non molto saranno decine e centinaia le allieve con il velo, e allora quando i buoi saranno usciti dalla stalla sarà un po’ più problematico intervenire. In attesa di quel momento prendo atto del fatto che nel nostro Paese di cultura cristiana i crocefissi , per decisione del Tribunale federale, sono banditi dalle scuole in nome della neutralità confessionale  , mentre che invece sono ammessi i simboli integralisti   di una ideologia fascista e razzista che sfrutta la religione islamica per cercare di conquistare il potere ovunque nel mondo, e che, tramite il suo “braccio armato”,  fa giornalmente strage di cristiani nei Paesi musulmani . E prendo pure atto del fatto che un indumento simbolo di un’ideologia maschilista e sessuofoba  che opprime le donne viene ammesso nelle aule scolastiche in barba all’art. 2 della Legge sulla scuola che recita : “la scuola promuove il principio di parità fra uomo e donna”. 

 Se in nome di chissà quale libertà  si tollerano certi fanatismi pseudoreligiosi  nelle scuole dell’obbligo, frequentate  da minorenni facilmente condizionabili, allora non ci si deve  stupire se un giorno queste ragazze avranno difficoltà a integrarsi e  passeranno poi al chador e magari al burqa. E poi da nessuna parte nel Corano si dice chiaramente che le donne, e in particolare le minorenni, devono nascondere i capelli, e quindi la si smetta con la tiritera della libertà religiosa per giustificare ingiustificabili forzature interpretative di stampo integralista e maschilista.  Senza dimenticare che un divieto di indossare il velo  a  scuola fornirebbe almeno temporaneamente a certe ragazze musulmane il pretesto per non sottostare a un obbligo spesso imposto da genitori e famigliari fanatici : gli stessi che ogni tanto balzano agli onori ( si fa per dire) della cronaca per aver ucciso ragazze colpevoli di aver leso l’onore della famiglia perché volevano vivere e vestirsi all’occidentale.  

Non per niente in Francia,  già dal 2004, i simboli e gli indumenti religiosi sono stati banditi per legge dalle scuole : un divieto  introdotto  dopo aver constatato che la diffusione del  velo islamico era in crescita anche nelle scuole primarie ed era in gran parte imposto dalle famiglie e dai maschi musulmani che frequentavano i vari ordini di scuola.

Nell’edizione online della Basler Zeitung del 27 ottobre scorso era riportata un’ interessante intervista di Bettina Weber  alla scrittrice  tedesca di origini turche Güner Balci . Alla domanda : “lei è per la proibizione del velo?” l’intervistata ha risposto : “Nelle scuole certamente. Conosco ragazze che sono obbligate a indossarlo e non hanno nessuna possibilità di rifiutarsi. La società deve dare a queste ragazze la possibilità, nei 10 anni della scuola dell’obbligo, di avere la libertà di liberare i loro capelli. Ciò ha a che fare con la dignità dell’uomo. In una democrazia il debole deve sempre essere difeso”.  

Il fatto che i socialisti nostrani, dopo aver in passato combattuto per l’emancipazione femminile, ora per non passare per razzisti  siano favorevoli al velo islamico nelle scuole pur sapendo che si tratta di un simbolo dell’oppressione maschile sulle donne che  in molti casi è imposto alle minorenni , non sorprende più di tanto visto che ultimamente questo partito -  favorevole all’entrata della Svizzera nell’UE e all’abolizione dell’esercito - sta facendo di tutto per fare harakiri. Ma che dire dei popolar democratici (quelli del “referente cristiano” ) che si lamentano per la “caccia” ai cristiani nei Paesi musulmani e per l’esclusione dei crocefissi dalle aule scolastiche e poi tirandosi la zappa sui piedi lasciano che la parte integralista dell’Islam propaghi i suoi simboli nelle scuole ? E che dire dei liberali che in nome del laicismo contestano quei propri candidati al Consiglio di Stato che ai loro occhi sono rei di essere “ciellini”, contestano i riferimenti a Dio onnipotente nei rogiti notarili e sono favorevoli all’esclusione dei crocefissi dalle scuole, e poi tacciono di fronte alla propagazione nella scuola laica di simboli pseudo religiosi di una setta integralista dell’Islam che vorrebbe sopprimere le nostre libertà ? E’ incredibile come di fronte agli scaltri islamisti certi partiti e certi politici brillino per la loro incoerenza e la loro vigliaccheria.

 

                                                                     Giorgio Ghiringhelli,

                  autore della petizione al Gran Consiglio contro il velo islamico nelle scuole dell’obbligo