Losone, 6
novembre 2010
Scuole ticinesi : crocefisso
no , velo islamico si?
Nella
sessione del 9 novembre il
Gran Consiglio sarà chiamato
a decidere sulla mia
petizione dell’11 gennaio
scorso intitolata
“Divieto di indossare il
velo o foulard islamico
nelle scuole obbligatorie
elementari e medie”.
A dire il vero, anche se il
bersaglio principale della
mia proposta era il velo
islamico, il testo della
petizione specificava che il
divieto avrebbe dovuto
essere esteso
“ ad altri indumenti o
oggetti che ostentano in
modo troppo visibile
l’appartenenza religiosa”
: un’aggiunta necessaria per
evitare accuse di
discriminazione religiosa.
La Commissione delle
petizioni e dei ricorsi, nel
suo rapporto, pur invitando
il Consiglio di Stato
“a formulare regole chiare
in favore della convivenza
culturale e religiosa
destinate agli insegnanti e
ai genitori” arriva alla
conclusione che non esistono
le premesse per
l’applicazione di un divieto
di indossare il velo o
foulard islamico nelle
scuole dell’obbligo
“se esso non nasconde il
viso”. A sostegno di ciò
la Commissione
ricorda fra l’altro che
nelle nostre scuole
dell’obbligo “il
problema è poco sentito e
viene risolto in modo
pragmatico”
: difatti
nell’anno scolastico
2009-2010
“solamente”
10 ragazze su 13'169
che frequentavano le scuole
medie, le medie superiori e
professionali portavano il
velo.
Sarebbe stato
interessante sapere quante
di quelle 10 ragazze
portavano il velo per
decisione autonoma e quante
invece perché obbligate
dalla famiglia o per non
deludere i genitori. Sarebbe
pure stato interessante
sapere quante delle 13'169
ragazze che frequentavano le
scuole in questione erano di
fede musulmana. Considerato
che i musulmani in Ticino
costituiscono all’incirca il
2,5 % della popolazione e
applicando tale percentuale
pure alle 13'169 ragazze
oggetto del sondaggio, ne
risulterebbe che circa 330
di esse sono musulmane, per
cui ecco che il dato di 10
ragazze velate su 330
dovrebbe far
riflettere chi tende a
minimizzare il problema.
Se anche in
Ticino il fenomeno del velo
islamico tenderà a crescere
in modo esponenziale, come
da anni sta accadendo un po’
ovunque in Europa, ecco che
fra non molto saranno decine
e centinaia le allieve con
il velo, e allora quando i
buoi saranno usciti dalla
stalla sarà un po’ più
problematico intervenire. In
attesa di quel momento
prendo atto del fatto che
nel nostro Paese di cultura
cristiana i crocefissi , per
decisione del Tribunale
federale, sono banditi dalle
scuole in nome della
neutralità confessionale
, mentre che invece
sono ammessi i simboli
integralisti
di una ideologia
fascista e razzista che
sfrutta la religione
islamica per cercare di
conquistare il potere
ovunque nel mondo, e che,
tramite il suo “braccio
armato”,
fa giornalmente
strage di cristiani nei
Paesi musulmani . E prendo
pure atto del fatto che un
indumento simbolo di
un’ideologia maschilista e
sessuofoba
che opprime le donne
viene ammesso nelle aule
scolastiche in barba
all’art. 2 della Legge sulla
scuola che recita :
“la scuola promuove il
principio di parità fra uomo
e donna”.
Se
in nome di chissà quale
libertà
si tollerano certi
fanatismi pseudoreligiosi
nelle scuole
dell’obbligo, frequentate
da minorenni
facilmente condizionabili,
allora non ci si deve
stupire se un giorno
queste ragazze avranno
difficoltà a integrarsi e
passeranno poi al
chador e magari al burqa. E
poi da nessuna parte nel
Corano si dice chiaramente
che le donne, e in
particolare le minorenni,
devono nascondere i capelli,
e quindi la si smetta con la
tiritera della libertà
religiosa per giustificare
ingiustificabili forzature
interpretative di stampo
integralista e maschilista.
Senza dimenticare
che un divieto di indossare
il velo
a
scuola fornirebbe
almeno temporaneamente a
certe ragazze musulmane il
pretesto per non sottostare
a un obbligo spesso imposto
da genitori e famigliari
fanatici : gli stessi che
ogni tanto balzano agli
onori ( si fa per dire)
della cronaca per aver
ucciso ragazze colpevoli di
aver leso l’onore della
famiglia perché volevano
vivere e vestirsi
all’occidentale.
Non per
niente in Francia,
già dal 2004, i
simboli e gli indumenti
religiosi sono stati banditi
per legge dalle scuole : un
divieto
introdotto
dopo aver constatato
che la diffusione del
velo islamico era in
crescita anche nelle scuole
primarie ed era in gran
parte imposto dalle famiglie
e dai maschi musulmani che
frequentavano i vari ordini
di scuola.
Nell’edizione online della
Basler Zeitung del 27
ottobre scorso era riportata
un’ interessante intervista
di Bettina Weber
alla scrittrice
tedesca di origini
turche Güner Balci . Alla
domanda : “lei
è per la proibizione del
velo?” l’intervistata ha
risposto
: “Nelle scuole certamente.
Conosco ragazze che sono
obbligate a indossarlo e non
hanno nessuna possibilità di
rifiutarsi. La società deve
dare a queste ragazze la
possibilità, nei 10 anni
della scuola dell’obbligo,
di avere la libertà di
liberare i loro capelli. Ciò
ha a che fare con la dignità
dell’uomo. In una democrazia
il debole deve sempre essere
difeso”.
Il fatto che
i socialisti nostrani, dopo
aver in passato combattuto
per l’emancipazione
femminile, ora per non
passare per razzisti
siano favorevoli al
velo islamico nelle scuole
pur sapendo che si tratta di
un simbolo dell’oppressione
maschile sulle donne che
in molti casi è
imposto alle minorenni , non
sorprende più di tanto visto
che ultimamente questo
partito -
favorevole
all’entrata della Svizzera
nell’UE e all’abolizione
dell’esercito - sta facendo
di tutto per fare harakiri.
Ma che dire dei popolar
democratici (quelli del
“referente cristiano” ) che
si lamentano per la “caccia”
ai cristiani nei Paesi
musulmani e per l’esclusione
dei crocefissi dalle aule
scolastiche e poi tirandosi
la zappa sui piedi lasciano
che la parte integralista
dell’Islam propaghi i suoi
simboli nelle scuole ? E che
dire dei liberali che in
nome del laicismo contestano
quei propri candidati al
Consiglio di Stato che ai
loro occhi sono rei di
essere “ciellini”,
contestano i riferimenti a
Dio onnipotente nei rogiti
notarili e sono favorevoli
all’esclusione dei
crocefissi dalle scuole, e
poi tacciono di fronte alla
propagazione nella scuola
laica di simboli pseudo
religiosi di una setta
integralista dell’Islam che
vorrebbe sopprimere le
nostre libertà ? E’
incredibile come di fronte
agli scaltri islamisti certi
partiti e certi politici
brillino per la loro
incoerenza e la loro
vigliaccheria.
Giorgio Ghiringhelli,
autore della
petizione al Gran Consiglio
contro il velo islamico
nelle scuole dell’obbligo