di Giorgio Ghiringhelli


IL MOVIMENTO POLITICO CHE NON MOLLA MAI L'OSSO


Losone, 4 novembre 2013

 

Inoltrato un ricorso al Tribunale amministrativo federale di San Gallo

Il Guastafeste contesta la legalità del centro asilanti di Losone

 

In data odierna ho inoltrato al Tribunale amministrativo federale (TAF) – che ha sede a San Gallo - un ricorso di dieci pagine (con domanda di effetto sospensivo) contro la decisione emessa dalla Confederazione concernente l’installazione per tre anni di un centro asilanti nell’ex-caserma di Losone.

 

Contrariamente a quanto fatto in passato questo ricorso non sarà messo gratuitamente a disposizione del pubblico e dunque non sarà pubblicato sul sito www.ilguastafeste.ch. Difatti la precaria situazione finanziaria del movimento del Guastafeste e la difficoltà di trovare contributi finanziari per le nostre costose battaglie impongono un  cambiamento di rotta. D’ora in avanti chi vorrà visionare la versione integrale dei nostri ricorsi dovrà versare per ognuno di essi un contributo di sostegno di almeno 100 franchi, che servirà alla parziale copertura dei costi. L’importo va versato sul ccp no. 65-67871-6 intestato a : Movimento  politico Il  Guastafeste, 6616 Losone (precisando il motivo del versamento : “centro asilanti”) . Ovviamente è possibile anche versare dei contributi inferiori ai 100 franchi. Se questa strategia non dovesse dare frutti, l’alternativa sarà che in futuro dovremo rinunciare a difendere gli interessi dei cittadini mediante lo strumento dei ricorsi, che comporta ogni volta esborsi di migliaia di franchi in costi legali e tasse di giustizia, e ci limiteremo  a emettere comunicati e inviare lettere ai giornali.

Da notare che se il TAF dovesse respingere il ricorso avremmo sempre la possibilità di ricorrere al Tribunale federale, ma saremmo pronti a farlo solo se a quel momento i contributi di sostegno versati dalla popolazione ammonteranno ad almeno 4'000 franchi. A essere interessati all’esito felice di questo ricorso non sono solo gli abitanti di Losone, ma pure quelli dei Comuni vicini, in  particolare Ascona, Locarno e Muralto. Per cui mi auguro che il coro di proteste che nelle scorse settimane ha accompagnato l’annuncio della decisione di creare il nuovo centro asilanti, si tramuti in un sostegno concreto al ricorso  da parte di chi non vuole questo centro.

Il ricorso sul centro asilanti potrebbe fare giurisprudenza in Svizzera visto che per la prima volta si contesta l’applicazione del nuovo articolo 26 a) LASI ( Legge sull’asilo), approvato dal popolo lo scorso 9 giugno nell’ambito della votazione concernente alcune modifiche urgenti della legge sull’asilo.

Come noto, in base al nuovo articolo la Confederazione può utilizzare le infrastrutture e gli edifici di sua proprietà per l’alloggio di richiedenti l’asilo (per un massimo di tre anni) senza l’autorizzazione dei Cantoni o dei Comuni interessati, alla condizione che “il cambiamento di destinazione non richieda provvedimenti edilizi rilevanti” e che “ non avvenga nessuna modifica essenziale in relazione all’occupazione dell’infrastruttura o dell’edificio”.  Lo stesso articolo precisa inoltre che non sono considerati provvedimenti edilizi rilevanti “ i lavori usuali di manutenzione” e le “trasformazioni edilizie di esigua entità”.

Il ricorso sostiene in sostanza la tesi dell’inapplicabilità del nuovo articolo di legge nel caso specifico  di Losone e quindi il conseguente abuso del proprio potere di apprezzamento da parte dell’autorità federale.

A quanto pare la Confederazione intenderebbe investire alcuni milioni di franchi (si parla di 2,5 fino a 5 milioni ) per rendere agibile un piano dell’ex-caserma. Si tratta dunque di lavori assai importanti, che vanno ben oltre agli interventi di ordinaria manutenzione o alle trasformazioni edilizie di esigua entità ammessi dalla legge. Visto che la durata del centro asilanti sarebbe limitata a tre anni , una simile spesa ammortizzata in  così breve tempo sarebbe in dispregio di ogni concetto di economicità ed efficacia.

Il fatto poi che il nuovo articolo consente alla Confederazione di usare propri edifici senza autorizzazioni cantonali o comunali non significa che il diritto materiale (soprattutto quello federale) non sia applicabile. A tal proposito nel ricorso si denunciano delle probabili violazioni alla Legge federale sulla pianificazione  del territorio e alla Legge federale sulla protezione dell’ambiente.

In via subordinata, nel caso in cui la realizzazione del centro fosse approvata,  il ricorso chiede che il permesso di costruzione sia vincolato all’adozione di misure fiancheggiatrici a carico della Confederazione atte a garantire maggior sicurezza, fra cui ad esempio l’introduzione di orari serali entro i quali gli ospiti del centro devono rientrare . A proposito della tipologia di asilanti si auspica inoltre che “ non siano ospitate persone sole, quanto piuttosto famiglie, se del caso di stampo cristiano : minoranze che ora sono particolarmente perseguitate nei loro paesi d’origine”.

                                                                                                Giorgio Ghiringhelli , Losone

 

Post Scriptum a futura memoria :  Non è ben chiaro se un simile ricorso possa essere inoltrato solo al momento in cui la decisione verrà comunicata per iscritto al Comune, oppure entro il termine di 30 giorni da quando sono venuto a conoscenza di tale decisione tramite la stampa , che ha dato la notizia il 7 ottobre scorso.  Nel dubbio – onde non sentirmi dire che il ricorso è tardivo - ho preferito optare per questa seconda ipotesi,  la cui correttezza andrà dunque verificata dai giudici di San Gallo .