Losone, 21 agosto 2013
Alessandro Boggian e i
Fratelli musulmani
Nel Giornale del Popolo
dello scorso 20 agosto vi
era un’intervista a Alessandro
Boggian, già coordinatore dei
Verdi trasferitosi qualche anno
fa al Cairo per motivi di
lavoro, il quale con una
franchezza che ho apprezzato
ha ammesso di aver aperto gli
occhi sui Fratelli musulmani,
che alla prova dei fatti in
Egitto hanno dimostrato di aver
mirato solo al potere.
Meglio tardi che mai ! La mia
mente è tornata al 2007 , quando
il movimento del Guastafeste ed
i Verdi (diretti allora da
Boggian) furono a un passo dal
congiungere le liste per
l’elezione del Gran Consiglio.
Tutto saltò all’ultimo momento a
causa di alcune mie prese di
posizione contro
l’islamizzazione dell’Europa e
nei confronti della Comunità
islamica del Ticino (in mano ai
Fratelli musulmani). Per i
Verdi, che fra i candidati al
Gran Consiglio avevano il
portavoce di quella Comunità (
Hassan el Araby , già eletto nel
Consiglio comunale di Chiasso
con l’appoggio dei Verdi e della
Sinistra) , ero insomma
diventato un tipo poco
raccomandabile, in odor di
razzismo.
E’ un po’ un difetto
dei partiti dell’area
rosso-verde quello di essere
poco lungimiranti su certi temi
quali l’adesione allo Spazio
economico europeo ( o all’UE),
la libera circolazione delle
persone e l’Islam , salvo poi
fare marcia indietro quando
ormai i buoi sono usciti
dalla stalla. Come mai ? Forse i
progressisti hanno la tendenza a
schierarsi automaticamente e
ideologicamente dalla parte
opposta a quella dei partiti di
destra : guai a pensarla come
loro ! Il popolo ha però bisogno
di politici lungimiranti e
non di rappresentanti che solo
alla quarta fetta si accorgono
che è polenta.
Sull’Islamismo, che è
un’ideologia totalitaria,
razzista, sessista, misogina,
violenta , cristianofoba,
ebreofoba e omofoba, c’è molta
ignoranza fra i politici, i
quali non hanno ancora capito
quali sono le reali intenzioni a
lunga scadenza dei Fratelli
musulmani e dei salafiti che ,
mascherando obiettivi politici
con una religione, sfruttano le
libertà democratiche – come fece
Hitler - e la tolleranza degli
occidentali per portare avanti
subdolamente i loro piani di
conquista dell’Occidente. Per il
raggiungimento di questo
obiettivo essi devono in primis
impedire il più possibile
l’integrazione dei musulmani e
cercare di reislamizzare quelli
che si sono già occidentalizzati
( ad esempio creando dei ghetti
che facilitino il loro
controlloi o “marchiando” le
donne musulmane con veli e
affini per distinguerle
dalle non musulmane e dalle non
praticanti e utilizzarle come
mezzi visibili di propaganda e
di proselitismo).
Fortunatamente in Svizzera
questi islamofascisti sono
ancora una minoranza, ma sono
potenti. Purtroppo molti
politici europei e anche molti
giornalisti , che hanno il
terrore di passare per
islamofobi e razzisti,
interpellano sempre loro
anziché i musulmani
riformisti ( e ve ne sono, ma
purtroppo non dispongono di
mezzi e di media per far udire
la loro voce ) aumentando così
la loro legittimazione e il loro
potere nella comunità musulmana
moderata.
Giorgio Ghiringhelli, promotore
dell’iniziativa “antiburqa” |