di Giorgio Ghiringhelli


IL MOVIMENTO POLITICO CHE NON MOLLA MAI L'OSSO


                                                                          Losone, 11 maggio 2013

 

Aggregazioni e uccelli del malaugurio frettolosi

 

 

Nelle scorse settimane il sindacato VPOD ha lanciato un’iniziativa popolare costituzionale che in sostanza chiede di ridurre a 15 il numero dei Comuni esistenti nel nostro Cantone. Stando a quanto riferito dal settimanale Il Caffè (cfr. edizione dello scorso  14 aprile) gli esponenti del sindacato avrebbero spiegato che “tutto è iniziato con il fallimento dell’iniziativa Ghiringhelli, che voleva obbligare il Ticino a votare l’aggregazione del Bellinzonese e del Locarnese”.

 

 Ma chi ha mai stabilito che la mia iniziativa, firmata da quasi 12'000 cittadini e dunque rivelatasi un grosso successo popolare e  politico ,  sia fallita ? E’ vero che, stando a una perizia giuridica commissionata  al prof. Andreas Auer dal Comune di Ascona e stando al parere espresso dal consulente giuridico del Gran Consiglio (Michele Albertini),  l’iniziativa sarebbe – a loro dire - in contrasto con alcune norme del diritto internazionale e federale. Ed è pure verosimile,  stando a voci di corridoio, che  nelle prossime settimane il Gran Consiglio decreterà l’irricevibilità della stessa , facendosene un baffo del principio “in dubio pro populo” già applicato invece per altre iniziative la cui ricevibilità era stata contestata da qualche costituzionalista ( chi non mi crede può leggere il rapporto commissionale di Sergio Savoia sull’iniziativa della Lega dei ticinesi intitolata “Un concreto aiuto agli anziani in difficoltà” bocciata dal popolo lo scorso 23 settembre). Ma è anche certo che contro questa possibile decisione di irricevibilità verrebbe inoltrato un ricorso al Tribunale federale. Per cui mi sembra quanto meno  prematuro, oltre che azzardato e  improvvido , dare per scontato il fallimento della mia iniziativa, che fra l’altro – anche se pochi lo vorranno ammettere - ha già  avuto il merito di esplicare effetti concreti sia contribuendo a dare un forte e inatteso impulso al processo aggregativo del Bellinzonese e sia ispirando la stessa iniziativa del VPOD.

 

Ma ho un’altra brutta notizia per gli uccelli del malaugurio del VPOD e del Caffè (che già qualche mese fa mi avevano  assegnato un cactus per il presunto fallimento del mio progetto...).  Difatti ,  qualora i giudici di Losanna confermassero l’irricevibilità della mia iniziativa, allora anche quella per ridurre a 15 il numero dei Comuni – ammesso che non fallisca già allo stadio della raccolta delle firme - farebbe la stessa fine per  gli stessi motivi di contrasto con il diritto internazionale e (almeno in parte) federale.  Dicono che la gatta frettolosa fa i gattini ciechi, ed effettivamente i sindacalisti avrebbero  fatto meglio ad attendere l’esito della procedura concernente la mia iniziativa-pilota , e a fare tesoro delle eventuali lacune giuridiche evidenziate dalla stessa,  prima di lanciare un’iniziativa costituzionale su un tema analogo,  con il rischio di sprecare inutilmente tempo, energie e denaro.

 

Ecco una dimostrazione di quanto affermo. L’art. 5 della Carta europea dell’autonomia comunale (entrata in vigore per la Svizzera il 1. giugno 2005) dice che per ogni modifica dei limiti locali territoriali le collettività interessate devono essere preliminarmente consultate, se del caso mediante una votazione. Secondo gli esperti summenzionati la mia iniziativa non prevede esplicitamente una consultazione dei cittadini dei 35 Comuni interessati prima della votazione cantonale (che non sarebbe consultiva bensì  decisiva) , e già solo per questo fatto essa sarebbe da considerare irricevibile. Non ne sarei così sicuro. Difatti nel 2007  - quando la norma internazionale sull’autonomia comunale era già in vigore -  nel Canton Glarona la Landsgemeinde aveva deciso seduta stante, e senza alcuna consultazione preliminare dei Comuni interessati, di ridurre da 25 a 3 il numero dei Comuni.  Quella decisione fu in seguito avallata dall’Assemblea federale su proposta del Consiglio federale. Proprio a quell’importante  precedente mi ero ispirato per la mia iniziativa , che comunque se da una parte non prevede espressamente di indire delle votazioni consultive dall’altra neppure le esclude ( ed anzi il comitato promotore si è espresso in più occasioni a loro favore, scrivendo perfino ai 35 Comuni interessati per informarli della loro facoltà di organizzare simili consultazioni popolari) . Ma se ora il Tribunale federale  dovesse cambiare le carte in tavola e fissare nuove regole, allora ad essere dichiarata irricevibile non sarebbe solo la mia iniziativa , ma pure  quella targata VPOD, che non prevede esplicitamente delle votazioni preliminari nei Comuni toccati dal suo progetto aggregativo.

 

Da convinto fusionista sono favorevole a qualsiasi iniziativa tendente a diminuire il numero dei Comuni in Ticino. Ritengo però che il momento scelto dal VPOD per lanciare la sua iniziativa sia stato sbagliato, e ciò non solo per i motivi giuridici sopra esposti, ma anche dal profilo strategico, perché la loro e la mia iniziativa potrebbero pestarsi i piedi a vicenda qualora fossero entrambe dichiarate ricevibili e poste in votazione più o meno contemporaneamente. Basti ad esempio pensare che per l’agglomerato locarnese i sindacalisti propongono la creazione di due Comuni :  quello di Locarno e quello di Ascona. A parte il fatto che la loro estensione esatta  - come pure quella degli altri 14 Comuni compresi nel progetto - sarà stabilita dalla legge solo dopo il voto popolare , ossia al “buio”  (!), non si è insomma tenuto conto del fatto che già nel 2011 i locarnesi avevano bocciato la spaccatura del polo urbano in due Comuni divisi dalla Maggia.  E con una certa arroganza è pure stata snobbata l’esistenza di  un’altra iniziativa popolare che per il Locarnese propone l’esatto contrario, ossia la creazione di un sol polo urbano che, assieme a quello di Bellinzona, sia in grado di  attutire gli squilibri esistenti fra i poli del Sopraceneri e quelli del Sottoceneri.  Peccato!

 

                                                         Giorgio Ghiringhelli