Giorgio Ghiringhelli
Losone, 2 settembre 2008
Via Ubrio 62
6616 Losone
- Alle due
Commissioni di
studio per
l’aggregazione
dei Comuni del
Locarnese
(per il tramite
dei due
presidenti)
- Al Gruppo
politico per lo
studio
strategico del
Locarnese
(per il tramite
dell’on.
L.Pedrazzini)
- Al Gruppo
tecnico per lo
studio
strategico del
Locarnese
(per il tramite
di Elio Genazzi)
|
Le aggregazioni e gli
effetti negativi sulla
democrazia diretta
Gentili signore, egregi
signori,
nella mia duplice veste
di coordinatore dei due
Comitati che hanno
lanciato le petizioni
per l’aggregazione dei
Comuni sulla sponda
sinistra e sulla sponda
destra dell’agglomerato
locarnese, nonché di
promotore
dell’iniziativa popolare
denominata “ Per diritti
popolari agevolati e
flessibili nei Comuni”,
vi scrivo per attirare
la vostra attenzione su
un argomento che a mio
avviso non può essere
sottaciuto negli
studi attualmente in
corso, e cioè quello
concernente gli effetti
negativi che le
aggregazioni dei Comuni
hanno sull’esercizio dei
diritti popolari
(referendum e iniziative
popolari).
Attualmente la legge (
art. 75 e 76 LOC)
stabilisce che per la
riuscita di un
referendum o di
un’iniziativa popolare a
livello comunale occorre
raccogliere le firme di
almeno il 20% dei
cittadini in 30
giorni e rispettivamente
in 2 mesi. Da una
verifica effettuata a
livello nazionale
il Ticino è il Cantone
che per i Comuni chiede
il maggior numero di
firme da raccogliere nel
minor tempo. La media
delle firme richieste
oltre Gottardo si aggira
attorno al 10-15% (in
genere con possibilità
per i Comuni di
scegliere la percentuale
desiderata, nel rispetto
dell’autonomia comunale)
e, specie per le
iniziative, vien
concesso molto più tempo
per la raccolta delle
firme.
Questa situazione già di
per sé penalizzante per
i cittadini ticinesi dei
Comuni medio-grossi è
destinata a
peggiorare notevolmente
con la fusione dei
Comuni, perché
ovviamente più popolato
è il Comune e maggiore
sarà il numero delle
firme da raccogliere,
con conseguente aumento
delle difficoltà
organizzative e dei
costi a carico dei
promotori.
Quando, in prima
persona, partecipavo
alla raccolta delle
oltre 3'000 firme messe
in calce alle nostre due
petizioni, ho potuto
parlare direttamente con
centinaia di persone di
tutti i Comuni coinvolti
negli studi ora in atto,
e – a differenza dei
tecnici e dei politici
incaricati di eseguire
gli studi - posso
testimoniare per
esperienza diretta
che fra le
motivazioni addotte dai
cittadini contrari alle
aggregazioni vi
era principalmente
la questione del
moltiplicatore
d’imposta e poi
quella degli effetti
negativi sulla
democrazia diretta e
quindi sulla possibilità
per i cittadini di
partecipare più da
vicino alle decisioni
che li concernono.
Sarebbe quindi deleterio
sotto tutti i punti di
vista comportarsi come
gli struzzi e far finta
che il problema non
esista o sia di scarsa
importanza, perché al
momento dei dibattiti
che precederanno la
votazione consultiva
questo argomento sarà
certamente cavalcato
dagli avversari delle
aggregazioni e il
fatto di non averne
parlato in modo
approfondito negli studi
in corso potrebbe essere
interpretato come un
tentativo di nascondere
o minimizzare uno dei
principali fattori
negativi delle
aggregazioni ,
alimentando così anche
dei dubbi sulla
completezza e
sull’oggettività degli
studi stessi.
Proprio perché
cosciente di questo
fatto, non è un caso se
dopo aver promosso le
petizioni a favore delle
aggregazioni ho poi
promosso anche
un’iniziativa popolare
(consegnata nel novembre
scorso con più di 9'000
firme) mirante a
mitigare nei Comuni gli
effetti negativi delle
aggregazioni sulla
democrazia diretta.
In sostanza
l’iniziativa chiede che
per i Comuni con meno di
2'500 cittadini aventi
diritto di voto (che
sono in totale ca. 175 )
la soglia delle firme da
raccogliere rimanga come
adesso al 20%, e che
solo per i Comuni con
più di 2'500 cittadini (
che sono attualmente
15 ) tale soglia venga
ridotta al 15%.
Inoltre, nel rispetto di
una maggiore autonomia
comunale e di una certa
elasticità già in vigore
in parecchi Cantoni
d’oltre Gottardo,
l’iniziativa chiede che
quei Comuni che lo
desiderano – piccoli o
grandi che siano –
possano ridurre
ulteriormente tali
limiti fino a un massimo
di 5 punti percentuali e
iscrivendo il limite nel
Regolamento comunale (
ciò che presuppone
un’approvazione da parte
del Consiglio comunale o
del Popolo). Inoltre
l’iniziativa chiede che
il limite di tempo per i
referendum sia portato
da 30 a 40 giorni e
quello per le iniziative
da 2 a 3 mesi. Infine
l’iniziativa chiede che
il tetto massimo di
firme da raccogliere sia
di 2'500 firme (contro
le 3'500 attuali).
Come potete constatare,
l’iniziativa tende in
particolare a favorire
in modo mirato i Comuni
più grossi, in modo da
parare le giustificate
critiche di chi avversa
le aggregazioni
motivando la sua
contrarietà con gli
effetti negativi sulla
democrazia diretta.
Per completezza aggiungo
che l’iniziativa chiede
pure che ai Comuni venga
data la possibilità di
introdurre il referendum
obbligatorio per spese
che superino certi
importi da fissare nel
Regolamento comunale.
Per dimostrare
l’importanza dei diritti
popolari nei Comuni
( di cui in Ticino si fa
un uso limitato
considerando che negli
otto anni fra il 2000 ed
il 2007 sono stati
lanciati solo 42
referendum e 18
iniziative, ossia
mediamente 8 all’anno
ripartiti su 190 Comuni
!) basti dire che
su 42 referendum
riusciti ben 30 sono
stati approvati dal
Popolo e solo 12
respinti, e su 18
iniziative ben 13 sono
state approvate ( 9
dal Consiglio comunale e
4 dal Popolo) e solo 5
sono state respinte dal
Popolo.
****************************************
Esempi concreti
Dopo questa lunga ma
necessaria introduzione
ecco in concreto quali
conseguenze sulla
democrazia diretta vi
sarebbero per il
Locarnese nel caso
dell’aggregazione dei 4
Comuni del Circolo delle
Isole e dei 7 Comuni
della Sponda sinistra
della Maggia, nonché nel
caso di un’aggregazione
comprendente tutti i 18
Comuni oggetti dello
studio strategico. Va
premesso che tutte le
cifre riportate
risalgono a un anno fa
ma che nel frattempo la
situazione non è granché
mutata. Tra parentisi è
riportato il numero di
firme necessario in ogni
Comune per la riuscita
di iniziative o
referendum.
Circolo delle
Isole (4 Comuni) :
Losone
|
:
|
4'025 cittadini
(20% = 805) |
Ascona
|
: |
3'316 cittadini
(20% = 663) |
Brissago
|
: |
1'390 cittadini
(20% = 278) |
Ronco s/Ascona |
: |
455 cittadini
(20% = 91) |
Con la fusione di questi
4 Comuni si verrebbe a
creare un Comune con
9'186 cittadini, nel
quale per la riuscita di
referendum e iniziative
occorrerebbe raccogliere
il 20% delle firme,
pari a 1'837.
Immaginiamo che, dopo la
fusione , a Brissago
qualcuno voglia lanciare
un’iniziativa per
risolvere un problema
locale : ebbene, in tal
caso si dovrebbero
raccogliere 1'837 firme,
contro le 278 necessarie
oggi , su una
popolazione locale di
1'390 cittadini. I
promotori
dell’iniziativa
dovrebbero andare a
raccogliere firme anche
nei “quartieri” di
Ascona, Losone e Ronco,
dove magari pochi
sarebbero interessati
alla soluzione del
problema che tocca il
quartiere brissaghese.
La raccolta delle firme
necessarie (per di più
in soli 2 mesi)
diverrebbe praticamente
impossibile. E pure i
costi organizzativi
salirebbero alle stelle.
Per la stampa e la
distribuzione di una
lista per le firme ai
1'100 fuochi di Brissago
occorre spendere
attualmente circa 190
franchi. Per la stampa e
la distribuzione di una
lista agli 8'300 fuochi
dei quattro “quartieri”
di Brissago, Ascona,
Losone e Ronco
occorrerebbe invece
spendere 1'450 franchi
!!!
Se l’iniziativa popolare
“per diritti popolari
agevolati e flessibili
nei Comuni” dovesse
essere accettata, il
numero delle firme da
raccogliere nel nuovo
Comune del Circolo delle
Isole non sarebbe più
del 20% ( pari a 1'837
firme) , bensì del 15
% ( pari a 1'378 firme),
e se il Consiglio
comunale del nuovo
Comune decidesse di
ridurre tale limite di
altri 5 punti
percentuali, il numero
delle firme da
raccogliere sarebbe
del 10% (pari a 918
firme).
Sponda sinistra
della Maggia (7 Comuni)
:
Locarno :
8'127 cittadini (20% =
1'625)
Minusio : 4'468
cittadini (20% = 893)
Muralto : 1'905
cittadini (20% = 381)
Tenero-Contra :
1'427 cittadini (20% =
285)
Orselina :
561 cittadini (20% =
112)
Brione s/Minusio
: 385 cittadini (20% =
77)
Con la fusione di questi
7 Comuni si verrebbe a
creare un Comune con
16'873 cittadini,
nel quale per la
riuscita di referendum e
iniziative occorrerebbe
raccogliere il 20%
delle firme, pari a
3'374. Per
raggiungere tutti i
potenziali interessati,
i promotori di
referendum o iniziative
dovrebbero inviare una
lista per le firme a
tutti i fuochi del nuovo
Comune e non solo a una
parte di essi. La
spedizione di una lista
a tutti i circa 17'130
fuochi dei 7 “quartieri”
costerebbe, stampa
compresa, circa 3'000
franchi. Solo Paperon de
Paperoni potrebbe ancora
esercitare i diritti
popolari con qualche
possibilità di successo
!
Se l’iniziativa popolare
“per diritti popolari
agevolati e flessibili
nei Comuni” dovesse
essere accettata, il
numero delle firme da
raccogliere nel nuovo
Comune sulla Sponda
sinistra della Maggia
non sarebbe più del 20%
( pari a 3'374 firme),
bensì del 15% (pari a
2'530 firme, che
diverrebbero 2'500 in
virtù del limite massimo
di 2'500 chiesto
dall’iniziativa). E
se il Consiglio comunale
decidesse di ridurre
tale limite di altri 5
punti percentuali, il
numero delle firme da
raccogliere sarebbe del
10% ( pari a 1'687
firme : che restano
comunque tante rispetto
a quelle richieste
attualmente nei singoli
Comuni che si propone di
aggregare a Locarno)
Studio strategico
( 18 Comuni):
4 del Circolo delle
Isole : 9'186
cittadini (20% = 1'837)
7 della Sponda
sinistra : 16'873
cittadini (20% = 3'374)
+ Gordola : 2'806
cittadini (20% = 561)
+ Cugnasco : 933
cittadini (20% = 186)
+ Gerra Verzasca :
844 cittadini (20% =
169)
+ Lavertezzo :
720 cittadini (20% =
144)
+ Verscio : 710
cittadini (20% = 142)
+ Cavigliano :
497 cittadini (20% = 99)
+ Tegna : 532
cittadini (20% = 106)
Con la fusione di questi
18 Comuni si verrebbe a
creare un Comune con
33'101 cittadini,
nel quale per la
riuscita di referendum e
iniziative occorrerebbe
raccogliere il 20%
delle firme ( pari a
6'620 firme , che
diverrebbero 3'500 in
virtù del limite massimo
di 3'500 fissato nella
legge attuale). La
spedizione di una lista
a tutti i circa 21'280
fuochi dei 18 quartieri
costerebbe circa 3'720
franchi (stampa
compresa)!
Se l’iniziativa popolare
“ per diritti popolari
agevolati e flessibili
nei Comuni” dovesse
essere accettata, il
numero delle firme da
raccogliere nella Grande
Locarno non sarebbe più
3'500 (cioè il limite
massimo in vigore
attualmente) bensì
2'500 (cioè il limite
massimo proposto
dall’iniziativa).
Conclusione
Le cifre sopra esposte
dovrebbero servire da
base per dedicare a
questo argomento un
capitolo nei vari studi
in fase di allestimento.
Non pretendo certo che
in questi studi ( i
quali comunque
probabilmente non
sarebbero conclusi in
tempo utile) si inviti
il Parlamento o la
popolazione a sostenere
la mia iniziativa
popolare, ma mi
limito a chiedere che si
esponga onestamente la
situazione come si
presenta attualmente e
come si presenterebbe
dopo le aggregazioni,
limitandosi a prendere
atto che per mitigare
gli innegabili effetti
negativi delle
aggregazioni sulla
democrazia diretta è
stata consegnata
un’iniziativa popolare .
Se al momento di
concludere lo studio
l’esito di tale
iniziativa fosse già
noto, tale risultato
dovrebbe essere
riportato negli studi in
modo da completare il
capitolo dedicato agli
effetti delle
aggregazioni sulla
democrazia diretta .
E’ probabile che la mia
iniziativa popolare
possa essere discussa
dal Parlamento entro la
fine dell’inverno e che,
in caso di voto
negativo, essa possa
essere messa in
votazione popolare entro
il giugno del 2009.
Cordiali
saluti
Giorgio Ghiringhelli
P.S. Dato che gli
studi sui progetti di
aggregazione saranno
probabilmente conclusi e
dibattuti solo dopo che
i cittadini del
Locarnese si saranno
espressi sull’iniziativa
popolare concernente i
diritti popolari nei
Comuni, e dato che è
bene che prima di votare
tale iniziativa i
locarnesi siano bene
informati sull’effetto
positivo sulla
democrazia diretta che
la stessa avrà in
caso di aggregazioni, mi
riservo di divulgare a
tempo debito i contenuti
di questa lettera.
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