Giorgio Ghiringhelli
Losone, 17 marzo 2005
Via Ubrio 62
6616 Losone
(tel. 091 /792 10 54)
Agli organi
di informazione
Evaso in tempo record
dal CdS il ricorso di
Francesco Magistra
Illegittima e
anticostituzionale la
decisione del Municipio
di Muralto
Egregi redattori,
a tempo di record il
Consiglio di Stato ha
risposto al ricorso
presentato lo scorso 8
marzo dal consigliere
comunale di Muralto
Viva, Francesco Magistra
(membro del Comitato per
la Nuova Locarno) contro
la decisione del 15
febbraio del Municipio
di Muralto concernente
una bancarella per la
raccolta delle firme a
favore dell’avvio di una
procedura di
aggregazione fra i
Comuni di
Locarno-Muralto-Minusio-Orselina
e Brione s/Minusio.
All’inizio dello scorso
mese di febbraio
Magistra aveva chiesto
l’autorizzazione a
posare una bancarella in
Piazza Stazione a
Muralto tutti i giorni
fino al 7 marzo. Il
Municipio di Muralto
aveva risposto solo due
settimane dopo e per di
più concedendo
l’autorizzazione solo
per due giorni alla
settimana (al sabato e
alla domenica). In
pratica la bancarella
avrebbe potuto essere
posata solo per 6
giorni, sui 33
inizialmente richiesti.
A giustificazione di
queste limitazioni il
Municipio aveva scritto
di voler “evitare
situazioni di disagio e
di non consenso da parte
dei numerosi utenti”,
e ciò “a salvaguardia
dell’interesse pubblico
alla qualità della vita”
(!).
E così Francesco
Magistra, con la
collaborazione giuridica
del movimento del
Guastafeste, aveva
interposto ricorso al
Consiglio di Stato
contro questa decisione
ritenuta chiaramente
politica oltre che
pretestuosa, e dunque
abusiva. In attesa della
decisione sul ricorso
il Consiglio di Stato
era pure stato invitato,
in via provvisionale, a
concedere direttamente
l’autorizzazione a
posare la bancarella
fino al 31 marzo. Ma la
rapidissima evasione del
ricorso ha consentito al
Consiglio di Stato di
schivare questa oliva,
visto che ora non si
giustificano più le
misure provvisionali
richieste.
E dopo questa lunga
introduzione, ecco
finalmente la notizia.
Nella risposta del
Consiglio di Stato
datata 16 marzo e
pervenuta stamane si
rileva “come da parte
comunale siano state
sollevate unicamente
motivazioni generiche
legate alla necessità di
salvaguardare
l’interesse pubblico
alla qualità della vita,
senza per contro
indicare ragioni
oggettive e concrete
(interesse pubblico
preponderante) che
giustifichino una
limitazione nei tempi e
nei modi indicati
dall’avversata
risoluzione del
diritto costituzionale
alla raccolta di firme
per la riuscita della
petizione a favore
dell’aggregazione dei
citati Comuni”. Per
cui il CdS “pur
riconoscendo al
Municipio di Muralto un
certo potere
discrezionale, quo alla
definizione concreta
delle condizioni di
luogo e di tempo in
base alle quali la
raccolta di firme può
avvenire” è
giunto al convincimento
che la decisione
municipale “lede
il diritto di petizione
costituzionalmente
protetto poiché non
fondata su ragioni
oggettive e
giustificata da un
interesse pubblico
preponderante” e
deve dunque
“essere annullata poiché
illegittima”.
L’avversione alle
fusioni ha dunque
“accecato” il Municipio
di Muralto, che in
questa occasione ha
rimediato una ben magra
figura. Rimarrà da
vedere se il Municipio
di Muralto accetterà
questa decisione o vorrà
a sua volta interporre
ricorso al Tribunale
cantonale
amministrativo. Ad ogni
modo ora potrà essere
presentata al Municipio
di Muralto un’altra
domanda di
autorizzazione per la
posa di una bancarella.
Ma intanto il tempo
passa e, a seguito anche
di questi ostacoli
“politici”, le firme dei
muraltesi a favore
dell’istanza-petizione
lanciata da Ivan Schmidt
stentano ad arrivare :
finora ne sono pervenute
una settantina sulle 185
necessarie. Per inciso,
malgrado la decisione
positiva giunta da
Bellinzona, stamane si è
tenuta l’azione
dimostrativa a favore
dei diritti politici
svoltasi in Piazza
Stazione a Muralto, dove
alcuni rappresentanti di
Muralto Viva e del
Guastafeste hanno
raccolto firme fra i
passanti senza
bancarella : difatti, in
base a una sentenza del
Tribunale federale di 35
anni fa, una o più
persone isolate che
raccolgono firme sulla
pubblica via senza
bancarella non fanno un
uso accresciuto del
suolo pubblico e dunque
non necessitano di
alcuna autorizzazione.
Se ne ricordino quei
Municipi del
Cantone (non c’è solo
Muralto…) che spesso e
volentieri cercano di
mettere il bastone
fra le ruote a chi
esercita i propri
diritti costituzionali e
chiede l’autorizzazione
a posare bancarelle per
la raccolta di firme : è
inutile passare per
antidemocratici e fare
figuracce quando poi
l’ostacolo può essere
aggirato…
Cordiali saluti
Giorgio Ghiringhelli
(addetto stampa del
Comitato per la Nuova
Locarno)
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